Contro il razzismo del decreto Salvini lo sport scende in campo

5 / 11 / 2018

«Andiamo a fare rete!»

Ahmed arriva al campo con le mani ancora sporche di calce, Giacomo ha appena finito lezione all’università, Souleyman arriva in bicicletta e sulle spalle ha uno zaino per le consegne, Andrea invece arriva dall'officina e Abdul dalle cucine di un ristorante. Mentre si cambiano negli spogliatoi, sulle tribune Usman suona i tamburi e Francesco espone uno striscione: "We Want To Play! Nessuno è illegale per giocare a pallone!".

In tutta Italia, da nord a sud, il nostro paese è attraversato da esperienze di sport popolare antirazzista nate spontaneamente dalla passione condivisa che accomuna i giovani provenienti dalle più disparate parti del mondo. Mentre sul campo vengono smascherati i pregiudizi xenofobi, nei palazzi istituzionali il decreto “Salvini” traduce in legge la propaganda elettorale che, soffiando sul disagio e sul rancore, ha aizzato i cittadini italiani contro quelli stranieri, accusati più o meno direttamente della crisi economica, della mancanza di lavoro, del degrado. 

Il mondo dello sport, che da sempre si è contraddistinto per la sua capacità di coinvolgere tutte le persone e di trasmettere importanti valori grazie al suo linguaggio universale, deve scendere in campo.

Invitiamo tutte le realtà di sport popolare e indipendente di questo paese, quelle realtà che praticano dentro e fuori i campi da gioco uno sport includente e caratterizzato dall’avversione nei confronti di ogni tipo di discriminazione, a prendere parola e scendere in campo contro questo governo, contro ogni forma di razzismo, contro il decreto Salvini. 

La vittoria della campagna We Want To Play, portata avanti da decine di realtà sportive, ha permesso a tanti ragazzi richiedenti asilo di poter giocare a calcio in un campionato federale. Abbiamo urlato forte dagli spalti che tutti devono poter giocare a prescindere dalla provenienza, dal colore della pelle o dal credo religioso, e non smetteremo mai di farlo. Non possiamo tornare indietro! Non possiamo permettere che un solo ragazzo veda negarsi il diritto di giocare con i propri compagni di squadra. 

Il decreto Salvini vuole colpire chi, dentro e fuori dai campi da gioco, crede in questo cambiamento. Inerentemente alla pratica sportiva: 

  • Il decreto prevede l’esclusione dal registro anagrafico dei richiedenti asilo. L’articolo 13 infatti prevede che i richiedenti asilo non si possano iscrivere all’anagrafe e non possano di conseguenza accedere alla residenza, elemento fondamentale per il tesseramento dell’atleta. 
  • Vengono raddoppiati i tempi di attesa per l’ottenimento della cittadinanza e viene aumentato il costo per la richiesta. Saranno tantissimi i ragazzini e le ragazzine di seconda generazione che non potranno giocare in un campionato federale e saranno parecchi quegli atleti che fino ad oggi hanno gareggiato per la nazionale italiana a doverla abbandonare. 
  • L’Articolo 20 prevede un’estensione del Daspo Sportivo; tale estensione conferisce al questore il potere di proibire l’accesso ai luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive anche a soggetti denunciati a piede libero o destinatari di una condanna non definitiva. Ad essere colpiti saranno quei soggetti che sono l’anima viva delle realtà di sport popolare. Quei soggetti che lottano quotidianamente per il diritto alla casa, al reddito, che lottano per mantenere le libertà personali e per permettere a tutti di poter praticare sport. 

Più in generale le norme citate e le altre contenute nel DL Salvini vanno di fatto ad ostacolare i diritti delle persone di praticare il proprio diritto a vivere una cittadinanza attiva e propositiva.

È fondamentale fare fronte unico, partendo dai campi da gioco, dagli spalti e dalle strade. E proprio a partire dalle strade invitiamo tutte le realtà ad un primo appuntamento, quello della manifestazione nazionale #indivisibili del 10 novembre a Roma, dove sfileremo con uno spezzone dedicato alle realtà sportive aderenti alla piattaforma. 

È il momento di reagire, organizzarsi e mobilitarsi. Vogliamo che il 10 sia solo l'inizio di un percorso comune  che porti ad altre vittorie. 

La campagna We Want To Play torna dunque in campo. Nessuno può vietarci di giocare, di aggregarci, di stare insieme nei campi da gioco, nelle tribune di uno stadio o per le strade. Per questo invitiamo tutte le realtà a firmare questo appello e a scendere nuovamente in campo! 

La piattaforma WeWantToPlay

Per aderire scrivere a: [email protected]

Firmatari

Afro-Napoli United – Napoli

ASD Atletico No Borders - Fabriano

Calcistica Popolare Trebesto – Lucca

Crabs - Venezia

Palestra Popolare Galeano – Padova 

Palestra Popolare Hurricane - Treviso

Palestra Popolare Rivolta – Marghera

RFC Ska Lions – Caserta

Polisportiva Independiente - Vicenza

Polisportiva San Precario - Padova

St. Ambroeus – Milano

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