Mentre in Ucraina la situazione degenera di ora in ora e diventa sempre più tesa anche a livello internazionale, continuano le mobilitazioni contro la guerra. Sabato a Padova e Vicenza in piazza con parole d’ordine chiare: ferma opposizione a Russia e NATO, contro l’estrattivismo, diserzione, solidarietà internazionale. Di seguito i due appelli.
Padova ore 17.00, piazza Antenore
Contro la guerra, contro l’invasione russa dell’Ucraina, contro la Nato. Al fianco dei civili in fuga.
Costruiamo una piazza che rimetta al centro alcuni
valori chiari.
Dopo l’invasione dell'Ucraina da parte della Russia, l’Europa
torna a vivere l’incubo della guerra: in pochi giorni si contano già centinaia
di vittime tra i civili e la fuga di migliaia di persone.
Contemporaneamente stiamo assistendo a milioni di persone in
tutto il mondo - Italia compresa - che stanno manifestando contro questa
assurda escalation militare e per sostenere la popolazione Ucraina che si trova
catapultata in un dramma fatto di violenza, sofferenza e terrore.
In questo contesto la propaganda di guerra intrisa di
nauseante retorica tende a creare in tutti noi e nell’opinione pubblica
smarrimento ed enorme confusione.
Per questo sentiamo l’urgenza, seppur nella complessità del
contesto generale, di ribadire alcune punti chiari e rimetterli al centro della
discussione pubblica e politica.
Per questo sentiamo la necessità di proporre a tutte e tutti
coloro che si riconoscono in queste parole d’ordine, una piazza aperta, plurale
e libera da ogni ambiguità: uno spazio pubblico che non abbia bisogno di
bandiere per rappresentarsi.
Troviamoci sabato 5 marzo alle ore 17.00 in P.zza Antenore.
Per adesioni: [email protected]
Una presa di parola collettiva e pubblica che si riconosca in questi punti chiave:
- Contro Putin e contro la Nato.
Essere contro la guerra in Ucraina significa osteggiare un
duplice espansionismo: quello russo, che da sempre ha mire verso il Mar Nero,
come sbocco indiretto verso il Mediterraneo; quello della NATO, che dalla fine
della Guerra Fredda ha attuato un allargamento a Est, che vede proprio
nell’Ucraina la vittima di questo obiettivo di lungo periodo. La NATO va
sciolta, come ogni altra forma di alleanza militare; Vanno chiuse tutte le basi
militari e conclusa ogni azione militare in tutte le aree del mondo.
- No all’invio di armi e ai finanziamenti.
Opporsi al finanziamento di 450 milioni di euro di armi che
l’Unione Europea ha destinato all’Ucraina e all’idea di difesa comune europea
tornata in auge in questi giorni. L’Italia in particolare ha già varato un decreto
in cui si impegna a cedere gratuitamente all’Ucraina mezzi, materiali ed
equipaggiamenti militari, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno già inviato in
Ucraina negli ultimi anni miliardi di dollari in armi e l’invio di ulteriori
armi. Lungi dal poter cambiare i rapporti di forza militari tra
armate russe e esercito ucraino, questo può solo servire ad alimentare una
ancor più pericolosa spirale che avrà come inevitabile conseguenza, un
ulteriore incremento delle morti di civili. Significa solamente alimentare la
guerra.
- Fermare la corsa agli armamenti, la costruzione e il mantenimento di basi militari, la produzione e il commercio di armi, una delle poche economie in espansione durante i due anni di pandemia (basti vedere l’aumento del titolo in borsa di Leonardo avvenuto in questi giorni).
- No al ricatto dell’estrattivismo energetico e al fossile.
Gli effetti del cambiamento climatico stanno diventando
irreversibili. Come già annunciato da Draghi e dalle istituzioni europee il
prezzo da pagare per questa guerra sarà il riutilizzo di centrali a carbone e
di nuove trivellazioni per sopperire alle carenze di gas. Dobbiamo continuare a lottare contro l’estrattivismo, motivo
principale di questo conflitto, che è strettamente legato alla “transizione energetica”
e alla ricerca di egemonia mondiale attraverso lo sfruttamento e il commercio
delle risorse naturali, prima tra tutte il gas.
- Contro ogni nazionalismo.
Questa guerra, come tutte le guerre già viste in questa
Europa, è giustificata e alimentata dal nazionalismo. In un mondo globalizzato
ai nazionalismi non possiamo che contrapporre la solidarietà internazionale e
una battaglia per l’accesso ai diritti e alla cittadinanza globale.
- Con la popolazione civile ucraina e tutti coloro in fuga da
guerre e povertà.
Alle migliaia di civili ucraini che stanno fuggendo dal paese
deve essere garantito il pieno accesso ai diritti sociali. Allo stesso tempo
protezione e asilo devono essere garantiti anche a tutti coloro che sono di
altre nazionalità e che sono in fuga da altre guerre e dalla povertà. In queste
ore stiamo assistendo, al confine con la Polonia, ad una vergognosa politica di
«porte aperte» differenziale e razzista. E’ inoltre necessario il rilascio
immediato del permesso di soggiorno alle/ai ucraine già presenti in Italia.
Infine, vogliamo esprimere la nostra solidarietà alle
cittadini e cittadini russi che in questi giorni si stanno mobilitando, con
coraggio, contro la guerra intrapresa dal loro Governo che li reprime con
aggressioni e carcere.
Leggi qui la lista dei promotori e delle adesioni.
Vicenza, ore 16.00 P.zzle della stazione
Stop alla guerra! Contro Putin, contro la Nato! Disarmo, diserzione, solidarietà!
Appello
Per adesioni scrivere a [email protected]
Con l’invasione dell'Ucraina da parte della Russia, l’Europa torna a vivere l’incubo della guerra: in pochi giorni si contano già migliaia di vittime tra i civili e la fuga di altrettante migliaia di persone. Contemporaneamente stiamo assistendo a milioni di persone in tutto il mondo - Italia compresa - che stanno manifestando contro questa assurda escalation militare e per sostenere la popolazione ucraina che si trova catapultata in un dramma fatto di violenza, sofferenza e terrore.
In questo contesto la propaganda di guerra intrisa di nauseante retorica tende a creare in tutti noi e nell’opinione pubblica smarrimento ed enorme confusione.
Per questo sentiamo l’urgenza, seppur nella complessità del contesto generale, di ribadire alcune cose chiare e rimetterle al centro della discussione pubblica e politica.
Per questo sentiamo la necessità di proporre a tutte e tutti coloro che si riconoscono in queste parole d’ordine, una piazza aperta, plurale e libera da ogni ambiguità.
Una presa di parola collettiva e pubblica che si riconosca in questi punti chiave:
- Stop immediato alla guerra e fine delle ostilità!
Un grido questo che passa attraverso la mobilitazione di
tutta l'opinione pubblica del globo ma anche e soprattutto che si fa portavoce
del sostegno alla popolazione ucraina colpita dall’attacco militare.
- Contro Putin e contro la Nato, Diserzione!
Essere contro la guerra in Ucraina significa osteggiare un
duplice espansionismo: quello russo, che da sempre ha mire verso il Mar Nero,
come sbocco indiretto verso il Mediterraneo; quello della NATO, che dalla fine
della Guerra Fredda ha attuato un allargamento a Est, che vede proprio
nell’Ucraina la vittima di questo obiettivo di lungo periodo. La Nato va
sciolta, come ogni altra forma di militarismo, le sue basi militari vanno
chiuse!
- Solidarietà!
Con la popolazione civile ucraina e tutti coloro in fuga da
guerre e povertà
Alle migliaia di civili ucraini che stanno fuggendo dal paese
deve essere garantito il pieno accesso ai diritti sociali. Allo stesso tempo
protezione e asilo devono essere garantiti anche a tutti coloro che sono di
altre nazionalità e che sono in fuga da altre guerre e dalla povertà. In queste
ore stiamo assistendo, al confine con la Polonia, ad una vergognosa politica di
«porte aperte» differenziale e discriminatoria. E’ inoltre necessario il
rilascio immediato del permesso di soggiorno alle/ai ucraine già presenti in
Italia.
Vogliamo esprimere inoltre la nostra solidarietà alle
cittadini e cittadini russi che in questi giorni si stanno mobilitando, con
coraggio, contro la guerra intrapresa dal loro Governo.
- Disarmo!
Fermare la corsa agli armamenti, la costruzione e il
mantenimento di basi militari, la produzione e il commercio di armi, una delle
poche economie in espansione durante i due anni di pandemia, in questi giorni
assistiamo nuovamente alla agitazione e alla riproposizione della deterrenza
nucleare, allo stato di allerta di tutto l’armamentario atomico con il grande
pericolo di un uso "tattico".
- No al ricatto dell’estrattivismo energetico e al fossile!
Gli effetti del cambiamento climatico stanno diventando
irreversibili. Come già annunciato da Draghi e dalle istituzioni europee il
prezzo da pagare per questa guerra sarà il riutilizzo di centrali a carbone e
di nuove trivellazioni per sopperire alle carenze di gas. Lottare contro l’estrattivismo che è alla base di questo
conflitto, strettamente legato alla “transizione energetica” e alla ricerca di
egemonia mondiale attraverso lo sfruttamento e il commercio delle risorse naturali,
prima tra tutte il gas.
- Contro ogni nazionalismo!
Questa guerra, come tutte le guerre già viste in questa
Europa, è giustificata e alimentata dal nazionalismo. In un mondo globalizzato
ai nazionalismi non possiamo che contrapporre la solidarietà internazionale e
una battaglia per l’accesso ai diritti e alla cittadinanza globale.