Nella giornate tra giovedì e venerdì 29/30
ottobre si è tenuto lo sciopero generale nazionale del settore del
trasporto merci,logistica, spedizione. Lo sciopero ha interessato decine
di migliaia di lavoratori che operano nei principali poli logistici nazionali.
In particolare le città coinvolte sono state Torino, Milano, Brescia,
Pavia, Bergamo, Piacenza, Verona, Vicenza, Treviso, Udine, Padova,
Bologna, Cesena, Parma, Modena,Firenze, Roma, Napoli, Ancona, Genova,
Novara.
Lo sciopero e’ nato dalla precisa volontà dei lavoratori del
settore, facchinie autisti, aderenti alle OO.SS Si Cobas e Adl Cobas, ma che
hanno raccolto anche l’adesione a Roma di USB, di aprire con estrema
determinazione la partita per il rinnovo del CCNL, monopolio esclusivo fino
ad ora della triplice sindacale. In questi ultimi anni molte cose sono
cambiate nel mondo della logistica, grazie alle lotte dei lavoratori
supportati dalle nostre organizzazioni sindacali che hanno imposto non
solo l’applicazione del CCNL – quasi in nessuna parte veniva rispettato –
ma si è riusciti ad apportare sostanziali miglioramenti allo stesso con
accordi di filiera con gli appaltatori dei principali corrieri nazionali
(TNT, BRT,GLS, SDA,) e in magazzini organizzati da altri committenti.
La partita che vogliamo giocare oggi si muove su un terreno
più avanzato: ciò che vogliamo conquistare è il diritto ad una
contrattazione vera e riconosciuta con le associazioni padronali
firmatarie del CCNL.
Lo sciopero nasce dalla mancanza di risposte alle richieste
presentate tramite l’inoltro della piattaforma nazionale alle associazioni
di categoria, in relazione anche alle politiche governative in tema di
cancellazione dei diritti (vedi Jobs Act). Si è trattato quindi di una
iniziativa di lotta che ha messo assieme l’aspetto specifico della
battaglia in un settore strategico dell’economia, per ampliare i diritti
ed imporre una effettiva rappresentanza dei lavoratori organizzati fuori
dalla triplice nella contrattazione nazionale, con quello più generale contro
le politiche governative asservite interamente ai padroni e alle banche.
Lo sciopero ha avuto una adesione altissima in tutti i
principali poli logistici, in particolare a Bologna dove un
picchetto di un migliaio di facchini ha bloccato per 8 ore
Interporto o a Padova, dove oltre 500 facchini hanno dato vita a picchetti
e cortei di auto in tutta la zona dov’e’ situata la logistica, che
comprende anche l’Interporto, a partire dalle ore 21 del giovedì fino al
pomeriggio di venerdì. Ma scioperi e picchetti con un’ampia partecipazione
si sono tenuti anche in tutte le altre città elencate.
E’ chiara la consapevolezza dei lavoratori e dei sindacati
che li rappresentano che la posta in gioco è alta; ne siamo consapevoli e
ne sono consapevoli i padroni. Gli interessi che ruotano attorno al
settore della logistica sono enormi ed è evidente che il settore riveste
un ruolo strategico nella fase attuale dello sviluppo capitalistico.
Non è un caso che da parte padronale si sta cercando di inserire nello
scontro in atto elementi di provocazione che mirano ad indebolire
questo movimento di lotta. A Parma qualcuno ha pensato bene di tagliare le
gomme di 14 auto di facchini che stavano presidiando l’Interporto, a
Cesena un provocatore ha inscenato una presunta aggressione da parte di
chi stava picchettando i cancelli di AsterCoop, a Padova la direzione GLS,
dopo avere chiuso il magazzino, ha spostato in un altro magazzino, preso
appositamente in affitto, la merce, ma la provocazione più grave è quella
lanciata sempre da GLS, tramite un fornitore ( un consorzio inquisito per
evasione fiscale per 9 milioni di €) il quale capo ha denunciato un
dirigente di una nostra OO.SS addirittura di tentata estorsione.
Contestualmente a questo tipo di provocazione GLS ha comprato alcuni
delegati sindacali del magazzino di Piacenza usandoli come ariete per
rompere l’unità d’azione che c’è sempre stata tra i lavoratori di tutti i
principali Hub di GLS. Operazione miseramente fallita in quanto, eccetto
il magazzino di Piacenza, tutti gli altri hanno partecipato compatti allo
sciopero. E’ chiaro che, vista la posta in gioco, dovremo aspettarci di
tutto e di più, ma è altrettanto chiaro che ad ogni provocazione
risponderemo intensificando la lotta ed allargandola ulteriormente.
Lo diciamo a chiare lettere: c’è un solo modo per evitare che
lo scontro si acutizzi, è quello di accettare il terreno del confronto
sindacale e sottoscrivere accordi di valenza nazionale che riconoscano i
punti della piattaforma. Se lor signori pensano di fermare questo movimento
cercando lo scontro frontale e inserendo, strada facendo, sempre nuovi
elementi di provocazione, troveranno una risposte adeguate che sapranno
misurare anche i singoli attori sulla base dei segnali che verranno
lanciati in questa complessa vertenza. Il movimento, con lo sciopero del
29/30 ottobre ha dato una prova di forza molto importante che mira ad
aprire il terreno del confronto per ottenere risultati sul piano delle
nostre richieste: siamo fiduciosi che sul fronte padronale prevalga il
buon senso in relazione ai rapporti di forza in campo e ci aspettiamo
pertano segnali per l’apertura di un tavolo di trattativa. Qualora non
arrivino riscontri in tal senso è chiaro
che la lotta si articolerà e sarà più dura.
Comunicato congiunto di Adl Cobas e Si Cobas sulla giornata di Sciopero nazionale del 30 Ottobre
3 / 11 / 2015
