Commissari, speculatori e predatori: "jatevenne"

Mercoledì 6 aprile - Napoli si mobilita contro Renzi

5 / 4 / 2016

Domani Napoli sarà palcoscenico dell’ennesima passerella elettorale del Partito Democratico, stavolta organizzata così in grande stile da prevedere addirittura la partecipazione del primo ministro Matteo Renzi, che fino ad ora aveva sempre declinato in extremis tutti gli inviti in città o aveva scelto modalità semi-clandestine per incontrare da queste parti i membri del suo partito ed i suoi principali alleati.

In questi mesi il governo Renzi si è dimostrato essere un governo palesemente a favore dei poteri forti. La recente vicenda che ha coinvolto l’ex Ministra  Guidi, nonostante le ridicole affermazioni della Boschi, ne è una evidente dimostrazione. Parliamo di un governo responsabile di un progetto di riforma del paese insostenibile per le fasce più deboli della popolazione, un progetto che in parte già stiamo pagando e di cui avvertiremo le pesanti conseguenze anche e soprattutto in futuro. Un progetto complessivo che ha preteso di modificare in pochi anni e  radicalmente il comparto formazione, il mondo del lavoro, la costituzione e le norme per la tutela dell’ambiente. Un progetto contro cui i movimenti sociali si sono da sempre opposti radicalmente.  

Renzi sarà a Napoli per benedire una volta per tutte il commissariamento di Bagnoli, quel dispositivo vergognoso che estromette amministrazione cittadina e cittadini stessi dalla possibilità di decidere del destino di un pezzo della propria città, già devastato e depredato negli ultimi decenni dagli stessi poteri forti di cui il Presidente del Consiglio è espressione e oggi gettato in pasto alle lobby della speculazione. La spinta definitiva per la “discesa” su Napoli  del Presidente l’ha fornito il rigetto da parte del Tar del ricorso proposto da amministrazione e comitati contro il commissariamento stesso ed evidentemente la necessità di dare un po’ di man forte alla debolissima candidata del Partito della nazione, Valeria Valente. Per questo sia la stampa locale che nazionale ha dato grande spazio all’evento, ricostruendolo come una sorta di resa dei conti tra il Presidente del Consiglio e il Sindaco De Magistris, che da più di un anno, soprattutto in merito alla vicenda Bagnoli sono quotidianamente in polemica. A proposito dei movimenti invece serpeggia la solita retorica allarmista che ha già dimostrato tutta la sua inefficacia.

Siamo convinti, e questo è il motivo per cui con tante e tanti altri saremo in piazza domani, che ci siano ragioni assai più complessive e profonde per rifiutare la pagliacciata costruita ad arte dal Partito Democratico, in combutta con gli speculatori economici locali. Questa banalizzazione buona per la stampa è un errore che indebolisce tutti, ma che soprattutto non rende giustizia alla città che resiste e che si oppone a questa assurda espropriazione di democrazia che vorrebbe imporre il Governo e che domani sarà in piazza la mattina in corteo e il pomeriggio in assemblea. La vicenda di Bagnoli non può essere la posta in gioco di nessun duello tra esponenti istituzionali. In questo senso siamo sicuri che anche la determinazione con cui l’amministrazione giustamente rifiuta compromessi con il governo nazionale non avrebbe la stessa forza se non sapesse di avere alle spalle la città, la sua voglia di decidere per se stessa e di rifiutare questo perenne approccio coloniale ai nostri territori. Per questo essere in piazza domani è importantissimo ed è segno di una necessaria assunzione di responsabilità collettiva del destino del nostro territorio, nuovamente sotto attacco.

Aggiungiamo che proprio in questi giorni in cui sotto i nostri occhi si consuma una delle più eclatanti violazioni dei diritti umani e della dignità delle persone, con l’applicazione dell’assurdo accordo tra UE e Turchia che prevede il respingimento (leggi deportazione) di migliaia di donne e uomini faticosamente  drammaticamente arrivati in Europa in cerca di un rifugio dalla guerra e dalla fame,  noi, appena tornati da Idomeni e dalla straordinaria manifestazione al Brennero, non possiamo tollerare di avere nella nostra città uno dei più convinti sostenitori delle politiche razziste con cui l’Unione sta gestendo il dramma dei rifugiati. E con la stessa forza affermiamo che non possiamo tollerare la passerella di un uomo responsabile di una gestione criminale delle relazioni politiche internazionali, amico e alleato del fascista Erdogan, dell’assassino Al Sisi e dei sostenitori del Daesh sauditi.

Per cui per tutti e tutte i rifugiati che premono per entrare in Europa, per il popolo curdo che resiste, in nome della pretesa di verità e giustizia per Giulio, per la difesa della nostra terra, dei nostri diritti e della nostra libertà domattina ribadiremo forte e chiaro al governo che per loro,  presidenti, ministri e leccapiedi, abbiamo da sempre solo una parola, per niente cortese: JATEVENNE!