Fonte: Il Resto del Carlino 31.07.09

Colpi di protesta contro le sbarre. Le detenute contro il sovraffollamento.

Per tre volte al giorno, fino a Ferragosto, la sezione femminile manifesterà il suo disappunto per le condizioni all'interno del carcere. Tra i problemi ci sono il ritardo nel cambio delle lenzuola e la carenza di attività.

31 / 7 / 2009

Battono contro le sbarre e le porte delle celle per quindici minuti, tre volte al giorno (alle 9, 15.30 e 20.30). E lo faranno fino a Ferragosto. E' questa la protesta messa in atto dalle detenute della sezione femminile del carcere di Bologna contro il sovraffollamento. La Dozza - secondo i dati diffusi il 30 giugno scorso - conta 76 donne e un bambino (su una media di 50-60) e ben 1.180 uomini contro una capienza complessiva di 480 detenuti.

La notizia è stata diffusa dall’avvocato Desi Bruno, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Bologna. A lui le recluse hanno consegnato un documento (firmato da tutte) in cui spiegano le ragioni della protesta. In particolare, denunciano il sovraffollamento delle celle ("Ho visto personalmente la quarta branda in nove metri quadrati", ha specificato la Garante) che si riflette negativamente sulla qualità delle condizioni di detenzione all’interno della Dozza.

Tra i problemi segnalati ci sono il ritardato cambio delle lenzuola (‘’Viene fatto ogni 40 giorni", spiega sempre Bruno) e la carenza di attività che costringe spesso la popolazione detenuta, anche femminile, a rimanere chiusa in cella per 20 ore al giorno. Difficoltà che ‘’vengono, nel contempo, amplificate dalla cronica carenza del personale addetto al trattamento e alla custodia, rendendo anche più difficoltosa la fruizione dei servizi sanitari".

Altro motivo di preoccupazione per le detenute riguarda i rapporti con la magistratura di sorveglianza a causa di una presunta ‘’riduzione in atto della concessione delle misure alternative alla detenzione, anche con riferimento alle detenute madri con figli minori e alle detenute affette dalla patologia dell’Aids".