RETE SOCIALE. ASSOCIAZIONE A DELINQUERE

Chiesta l'archiviazione Ma sulle case occupate continuano le inchieste

Fonte: La Stampa Alessandria e Provincia del 25/06/2010

25 / 6 / 2010

Cade nei confronti degli esponenti della "Rete sociale per la casa" l'ipotesi di associazione per delinquere finalizzata all'occupazione abusiva di alloggi. Più precisamente, la Procura della Repubblica chiede al gup l'archiviazione nei confronti di una ventina di persone che aderiscono al gruppo sociale alessandrino ritenendo che non vadano incriminate perchè, spiega il procuartore Michele Di Lecce, "questa organizzazione sociale non può dirsi finalizzata a commettere il delitto di occupazione abusiva".

Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di appurare che "lo scopo della "Rete" è un'attività politica che contempla forme di rivendicazione, contestazione, protesta, confronto, sollecitazione nei confronti di amministrazioni pubbliche, ma non è finalizzata alla commissione di reati".

Le verifiche erano state avviate a seguito di una serie di episodi di occupazione abusiva - nel fascicolo ne sono indicati 18 nel corso degli ultimi anni -, per lo più di alloggi delle case popolari. Per i singoli fatti, l'Atc in particolare aveva presentato relative querele, in modo specifico contro chi si era insediato negli appartamenti senza autorizzazione. L'organizzazione di iniziative promosse dalla "Rete" per evidenziare i gravi problemi riguardanti l'emergenza abitativa avevano indotto gli inquirenti, una volta identificate alcune persone presenti alle manifestazioni e ai presidi di protesta, a valutare se non ci fosse una vera e propria organizzazione che mirava a favorire gli insediamenti attuati abusivamente. La procura ora lo esclude e quindi chiede appunto l'archiviazione nei confronti dei referenti del gruppo sociale per l'ipotesi di associazione a delinquere. Altra cosa sono i casi di occupazione degli alloggi che, se abusiva, è comunque un reato. Per questi proseguono gli accertamenti investigativi, in fascicoli autonomi, nei confronti delle persone che materialmente erano entrate nelle case senza essere legittimate a farlo.

[S. M.]