Casale Monferrato non dimentica la tragedia dell'amianto

30 / 4 / 2011

Una giornata grigia e dai colori autunnali, quella che ieri ha fatto da cornice al corteo silenzioso in ricordo delle vittime dell’amianto. A Casale Monferrato, e in altre città d’Italia, per celebrare la Giornata mondiale loro dedicata.

Un lungo e silenzioso corteo da piazza Castello al luogo in cui sorgevano gli ex stabilimenti Eternit.

Una marcia che ha visto la partecipazione di duemila cittadini, casalesi e non solo.

Venivano da Francia, Brasile, Messico, Spagna, Stati Uniti, Inghilterra, Svizzera, India, Belgio. E da tanti luoghi d’Italia.

Un marcia per ricordare chi in quei capannoni andava ogni giorno a lavorare, per guadagnarsi il pane. E chi a causa dell’amianto è morto per la sola “colpa” di aver vissuto a Casale.

Tutti ugualmente colpevoli di respirare.

In ricordo delle migliaia di vittime della fibra killer, ieri, i cittadini in marcia hanno portato un fiore bianco, deposto poi in quella che un tempo era la recinzione della fabbrica.

Un fiore bianco come il colore con cui viene definita la morte di chi muore senza che ne vengano individuati i diretti responsabili.

Bianche come tutte le morti sul lavoro.

Per questo, per unire il dolore e la rabbia, ma anche la gioia della solidarietà, per rivendicare il comune bisogno di giustizia e verità, erano presenti anche rappresentanti dell’associazione vittime della Moby Prince di Livorno, della strage ferroviaria di Viareggio e della Thyssenkrupp di Torino.

Un caldo abbraccio che ha unito storie diverse eppur così uguali.

Una testimonianza vera di partecipazione, un anello di striscioni, quello di Afeva, Ardeva, Voci della Memoria, della Thyssenkrupp, di Viareggio e della Moby Prince, appunto, – lì dove una volta c’era l’Eternit.

Al corteo, preceduto da una giornata densa di iniziative tra cui il convegno intitolato “Un mondo senza amianto”, ha fatto seguito al Teatro Municipale la proiezione del documentario internazionale “Polvere, il grande processo dell’amianto” realizzato da Niccolò Bruna e Andrea Prandstraller.

Un lungometraggio che unisce la ricostruzione storica e la testimonianza delle vittime, documenta la grande battaglia legale tutt’oggi in corso (n.d.r. Processo Eternit presso Palazzo di Giustizia di Torino), denuncia la produzione e l’utilizzo di amianto in Brasile e in India.

Ed è a questo appello, rivolto ai paesi in via di sviluppo incuranti oggi del prezzo altissimo che domani pagheranno, sono dedicati i lavori delle delegazioni di questa mattina. Un appello da presentare agli organismi internazionali ed alle nazioni per la cessazione dell’uso dell’amianto nel mondo, perché la logica degli affari non prevalga sul diritto alla salute e alla vita.

Un appello perché le istituzioni internazionali e nazionali promuovano una politica concretamente attiva a favore della giustizia, della bonifica ambientale e della ricerca sanitaria.

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