#carlovive…la memoria è un fatto collettivo!

di Zer081

20 / 7 / 2011

La premessa è doverosa. Fino a tre mesi fa non avevamo idea di cosa fosse Twitter e se c'avessero detto di lanciare un hashtag*, avremmo pensato che forse era una nuova tendenza tedesca. Abbiamo cominciato ad attraversare questo social network durante le lotte del Maghreb della scorsa primavera, la chiamavano la Twitter Revolution, tanto che noi ci abbiamo anche fatto un seminario specifico all'Orientale.. Per capirci meglio qualcosa, per capire come fosse possibile che migliaia di giovani dopo anni di silenzio e dispotismo riuscissero a mettere in discussione l'ordine esistente trovando nella rete nuove forme comunicative e organizzative*http://www.facebook.com/event.php?eid=192221050819703 . Tante risposte sono ancora senza domanda ma quel percorso ci ha dato la possibilità di entrare dentro questo nuovo social network, ma nonostante questo abbiamo stentato a capire di cosa si trattasse, fino ai giorni caldi della Val di Susa.

Durante gli scontri, la rete sembrava una fiume inarrestabile, migliaia di tweet di supporto ai no tav che portavano appunto l'hashtag #notav, fino a quando qualcuno non incomincia a pensare che forse il social network barava sull'indice di gradimento delle tendenza, censurando deliberatamente #notav. I wu ming dal loro contatto lanciarono la geniale idea di agganciare alla classica tag #notav la parola nervi #saldi, nel giorno in cui nel paese cominciavano i saldi. http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=4614, l'effetto è incredibile (se si considera l'impatto comunicativo), la rete fornisce un elemento di supporto discorsivo ai tante e tante che quel giorno difendono la valle dall'occupazione militare delle forze dell'ordine; durante gli scontri e nei giorni successivi, quando i media mainstream e le forze politiche del paese attaccano senza vergogna la legittima resistenza dei No- Tav, in rete si costruisce un muro di difesa fatto si saperi, relazioni, conoscenze che smonta senza pietà la “verità” costruita ad hoc per far passare il progetto dell'alta velocità. http://www.globalproject.info/it/produzioni/Nervi-Saldi-Cronache-dalla-Val-Susa/9070 .

Tutto questo per dire che senza le lotte, senza le resistenze, sarebbe inutile stare qui a parlare del funzionamento o meno della rete e dei social network nelle forme di organizzazione sociale. Ciò che è avvenuto in questi mesi porta con se un carico di novità che a tratti possiamo definire emozionante, la grande esperienza dei referendum ne è l'esempio più fulgido: organizzazione e presenza in ogni città d'italia da parte dei comitati promotori del Si unita ad una socializzazione e messa in comune delle conoscenze che senza l'uso dei social network sarebbe stata, se non impossibile, quanto meno molto difficoltosa.

Per questo abbiamo scelto di lanciare l'hashtag #carlovive in questi giorni. Tutto è partito anche dalla curiosità di mettere a verifica il funzionamento di questo nuovo strumento, insieme al tentativo di ripetere l'esperimento dell'hashtag #fancullacci http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=4769 .

Far rivivere il fantasma di Carlo Giugliani nei giorni del decennale poteva servire a costruire una racconto collettivo di quella che è stata genova per un'intera generazione, ma soprattutto per tutti e tutte quelle che a genova non ci sono stati: che non hanno vissuto l'odore del cs, che non sanno cos'è la Diaz, Bolzaneto, che non rabbrividiscono quando sentono nomi come Mortolo, De Gennaro o Canterini, che a volte non sanno nemmeno chi è Carlo Giuliani. Poi abbiamo scoperto che altri stavano percorrendo la nostra strada, provando a costruire una memoria collettiva su quelle giornate, in particolare #ioricordo .

Le parole sono importanti, dire che Carlo è morto sarebbe stato un offesa al sua memoria e a quello che oggi rappresenta. Carlo innanzitutto è stato assassinato, da un carabiniere, ma forse è meglio dire da chi quel giorno ha deciso di far cadere la notte sulla gia debole democrazia italiana. Un ragazzo di 20 anni è stato ucciso a Piazza Alimonda a Genova il 20 luglio del 2001, quel corpo a terra in quella pozza di sangue è ancora vivo nella mente di ognuno di noi, cosi come sono vive e restano tali le scene di irruzione nella Diaz e i volti delle persone torturate in qui giorni. Da quei giorni poco è cambiato: la tortura in questo paese continua a non essere reato http://www.amnesty.it/italia_polizia_operazione_trasparenza e ciò ha finanche permesso che tanti facessero carriera sulle ossa rotte di Genova 2001 http://espresso.repubblica.it/dettaglio/g8-le-sentenze-e-i-protagonisti/2150968 .

Per tutto questo crediamo che Carlo deve vivere, non può morire cosi il sogno di un intero movimento di costruire un'altro mondo possibile, proprio negli anni in cui la crisi mette tutti davanti a un' evidenza: il popolo di Seattle aveva ragione!.

#Carlovive perchè dopo 10 anni gli stessi che guidavano le forze dell'ordine a Genova hanno provato a stroncare la resistenza Valsusina, #carlovive perchè quella resistenza non è arretrata neanche di un passo, #carlovive perchè i giovani di questo paese dopo 10 anni hanno fatto bruciare piazza del popolo il 14 dicembre della loro rabbia e della loro indignazione contro le proprie condizioni di vita, contro la precarietà che stringe sempre di più alla gola, #carlovive per tutti quelli che difendono la propria terra contro la devastazione, contro la speculazione, per la vita..come in Campania, #carlovive nella resistenza degli operai di Mirafiori e Pomigliano contro l'applicazione del piano Marchionne, #carlovive nelle lotte delle donne e degli uomini che non ci stanno a pagare il prezzo di questa crisi e che credono che nonostante tutto dopo 10 anni un mondo diverso non solo è possibile ma oggi come oggi è davvero necessario.

Abbiamo lanciato quest'hashtag senza aspettarci niente, speravamo che servisse a rompere il silenzio mediatico che è calato sui giorni di Genova 2011, che al massimo la descrive come la commemorazione di un funerale gia avvenuto 10 anni fa. Siamo felici che la voglia di tanti e tante di far vivere un ricordo diverso stia inondando anche la rete, la stia attraversando dentro e contro i meccanismi di perimetrazione che anche i social network agiscono sulle nostre vite. Non ci interessa rivendicare la paternità di questa scelta, che di fatto non ci appartiene ma è frutto della potenza del sapere diffuso della rete e della condivisione. Speriamo solo che tutto questo serva a stimolare la partecipazione ai tanti dibattiti previsti in quei giorni nel capoluogo ligure, ma soprattutto la partecipazione al corteo del 23 pomeriggio. Noi ci saremo, da Napoli, insieme a tanti e tante provenienti da tutto il paese. Pensiamo che quei giorni oltre a ricordare quello che è stato Genova 10 anni fa devono aiutarci a pensare insieme come può essere il futuro per tutt@ noi, saremo negli spazi collettivi di uniti contro la crisi http://www.globalproject.info/it/in_movimento/Genova-2011-Uniti-contro-la-crisi-uniti-per-lalternativa/90​52 , perchè crediamo che l'alternativa è possibile, ma ci auguriamo che ognun@ trovi un motivo per essere in quella città durante le celebrazioni del decennale.

Come detto all'inizio bisogna partire dalle lotte per costruire una condivisione vera che sappia anche agire sull'esistente, perchè la memoria è davvero un fatto collettivo !

#carlovive !

Inoltre abbiamo deciso di seguire direttamente l’hashtag #carlovive sul nostro sito www.zero81.org o sulla nostra pagina fb:  http://www.facebook.com/Zer081

Intervista a Fabiano

Consigliamo anche una canzone stupenda, la più bella che qualcuno abbia mai scritto su Genova 2001: