Cambiare il mondo è un'eresia: abstract txt, audio e foto

3 / 10 / 2009

Abstract intervento introduttivo di Luca Casarini

L'idea del cambiamento del mondo in termini di modificazione rivoluzionaria dell'esistente sembra stretto tra due gangli che ne impediscono la vita. La prima si affida al fatto che questa eresia non può essere realizzata, viene negata.

La seconda quando questa eresia viene banalizzata, cioè ridotta a una semplice testimonianza che diventa fede. Entrambi questi elementi non ci appartengono.

Cambiare il mondo è una scelta che interpreta la nostra vita, da vita passiva a vita che si determina in una forma nuova. Quello che interessa a noi è portare avanti un'eresia che ha la possibilità di avere la potenza del sogno e del desiderio ma che deve anche essere maledettamente concreta.

Questa eresia deve avere dignità, non può essere cosa per pochi, non può essere relegata a un pensiero eretico ma come elemento di discussione aperto e pubblico. Deve essere di molti. Dobbiamo fare di questa eresia pensiero collettivo e pratica collettiva come elemento centrale della vita pubblica.

Il No logo debba essere uno spazio pubblico e politico dove l'elemento che lo costituisce è la molteplicità, la diversità, deve essere un crosspoint senza ricadere nella dinamica della rappresentanza, senza fare sintesi.

Uno spazio pubblico che è riproducibile, dobbiamo ritornare a parlare a tutti.

A partire da ciò che già siamo, da ciò che già facciamo con l'intensità e la passione che possiamo ritrovare.

Il fuoco è la potenza dell'eresia e può veramente cambiare il mondo.

Abstract intervento di Toni Negri

Rispetto a tutta l'ultima fase nella quale abbiamo vissuto le nostre lotte quali sono gli elementi che oggi si presentano con qualche novità?

Ci sono elementi assolutamente riconferamati sui quali non c'è la possibilità di tornare indietro sono diventati irreversibili.

Il primo è la nuova composizione tecnica della forza lavoro. Il lavoro oggi è diventato in maniera predominante e irreversibile, lavoro cognitivo, lavoro immateriale.

L'eccedenza della capacità inventiva che da valore.

Quanta fatica compagni abbiamo fatto per arrivare a questo concetto.

La rivoluzione resta, la rivoluzione della forza lavoro contro il capitale ma la forza lavoro è cambiata radicalmente, perché la forza lavoro è vita.

Oggi la grande scommessa è ricominciare ad inventare, a partire da questa passaggio, che è insieme scomposizione e ricomposizione produttiva, quali sono le forme di organizzazione possibile e come possono essere prodotte forme di organizzazione nuove. Il secondo tema sul quale con grande lucidità si può ragionare è il rapporto alla produzione in generale, come luogo in cui si determina comando. (...)

Dobbiamo riconquistare questo denaro, riprenderci questa materialità del comando.

Costruire il denaro, riprenderci le banche..

Il comune deve essere riproposto come problema e a fianco a questi elementi si tratta di trovare una capacità che vada al di là.

Abbiamo la necessità di ridefinire spazi di lotta.

(...)

Abstract intervento di Christian Marazzi

Il crollo della borsa e il fallimento di importanti banche sono state le premesse per la chiusura di imprese e l'aumento della disoccupazione. Il crollo Lehman Brothers ha messo in atto un meccanismo mai visto. I governi hanno effettuato una serie di misure eccezionali permettendo al sistema finanziario di raggiungere una certa forma di stabilità.

Il passaggio dai conti in rosso a in nero da parte delle banche è stato permesso da un cambio delle regole contabili. La politica della menzogna ha fatto il suo ingresso permettendo un cambio di situazione, che si appoggia su basi estremamente precarie. Questo è dovuto al fatto che la finanza non è più un aspetto parassitario dell'attività economica, ma una sua componente centrale. È venuta cioè meno la contrapposizione tra economia reale e finanza che ha segnato l'analisi storica del capitalismo.

Una crisi del tutto nuova rispetto a quelle che si sono succedute negli ultimi venticinque anni, una crisi di sistema, che travalica l'ambito specificamente finanziario e mostra l'inefficacia degli aiuti straordinari che vengono attivati dai governi. Una crisi della finanza, dunque, i cui effetti ricadono immediatamente sulla cosiddetta economia reale, e che dimostra come la finanziarizzazione non sia altro che una delle più attuali e pervasive articolazioni del comando capitalistico.

Abstract intervento di Beppe Caccia

Dal punto di vista delle coordinate temporali della crisi: siamo solo all’inizio di una grande trasformazione, di cui nessuno può prevedere i possibili esiti, e non abbiamo ancora visto niente di ciò che potrà verificarsi. Dal punto di vista delle coordinate spaziali, la metafora più adeguata a rappresentare la crisi è quella del terremoto.

C’è un epicentro: l’abbiamo individuato ad un certo grado di profondità del sistema capitalistico globale. La prima grande scossa ai mercati finanziari è stata solo l’inizio di una reazione a catena, che si sviluppa nel tempo e nello spazio come un vero e proprio “sciame sismico”.

Ma i suoi effetti sulla crosta terrestre possono essere e sono molto differenziati, a seconda delle diverse morfologie geologiche che l’onda d’urto del terremoto incontra nella sua propagazione…

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