Storia di una volgare e pericolosa provocazione della polizia ai danni di un militante del Centro Sociale Rivolta di Marghera.

Bum, bum … chi è? La polizia …

La polizia preleva un ragazzo rumeno, attivista del Cso Rivolta, già con l'obbligo di dimora nel comune di Venezia per l'inchiesta sugli incidenti durante il G8 Università a Torino, portandolo in commissariato, sottoponendolo ad un anomalo e strano colloquio. Oggi durante la conferenza stampa davanti al commissariato la Questura nega che l'episodio sia mai successo.

12 / 8 / 2009

Si sono presentati al calar della sera, appena scende l'ultima luce, hanno detto di essere poliziotti e di seguirli, erano in quattro, in borghese. Lui pensava fosse per qualche notifica in relazione agli arresti e all'obbligo di dimora a cui è costretto per l'inchiesta sugli incidenti alla manifestazione contro il G8 Università a Torino. In commissariato lo hanno messo in una stanza, un computer davanti con le immagini della manifestazione del 4 Luglio a Vicenza e subito sono partite le accuse, le richieste di riconoscimento.

Mezz'ora di vecchi e sani metodi da buon poliziotto navigato; se crolli abbiamo un nuovo collaboratore altrimenti una buona lezioncina per far capire l'aria che tira … … un'aria di paura.

No questo non è un racconto, una storia di fantasia, questo è quello che succede in una calda serata di agosto nelle strade di Marghera e nel commissariato di Mestre, una brutta storia da raccontare.

Nel caldo agostano si rifanno vive pratiche e mezzi da sempre appartenuti a istituzioni e corpi dello stato; il decreto sicurezza e le istanze, o meglio i mal celati desideri, di ordine e giustizia di partiti, movimenti di opinione e magistratura hanno riattivato quel magma, melmoso e maleodorante, mai veramente raffreddato e sopito in questo paese.

Se l'inchiesta di Torino del procuratore Caselli, sulla manifestazione dell'Onda per il G8 dell'Università è stato il primo tentativo di suggerire e ridisegnare scenari, assai vecchi, che coinvolgano e criminalizzino i movimenti, ora come non mai sembra essere tornato il tempo del gioco sporco, della minaccia, dell'intimidazione che coinvolgano per primi quelli ritenuti più deboli, più facilmente colpibili.

Un ragazzo rumeno è chiaramente sempre un buon motivo, che sia per un'inchiesta giudiziaria o per dare un buon esempio e, in caso scoppiasse la grana, una buona giustificazione: avrà capito male, avrà frainteso, o peggio si è inventato tutto.

E' rumeno, immigrato ma non stupido; conosce il valore delle parole e delle persone, tanto da passare le serate d'inverno a fare l'operatore di strada per i senza fissa dimora; ne tanto meno lo sono i suoi compagni, i suoi amici e i suoi avvocati, che si sono subito mobilitati, per difendere la sua e la nostra libertà.

Il suo e il nostro diritto a non aver paura del futuro della vita e di ogni vero o falso poliziotto che prova a negarcele.

Comunicato Cso Rivolta

Rassegna Stampa:

La Nuova di Venezia del 13.08.09

Corriere del Veneto del 13.08.09