Brescia - Le fiamme del terrorismo fascista colpiscono il centro sociale Magazzino47

Un gravissimo attentato incendiario, ancora un attentato fascista e questa volta si è sfiorata la tragedia.

23 / 2 / 2018

«Là dove si bruciano i libri, si finisce per bruciare le persone». 

È una frase del poeta ottocentesco tedesco Heinrich Heine, che in questo caso si vuole collegare ai fatti di questa notte a Brescia, dove il Magazzino 47 si è trovato sotto attacco quando qualcuno sarebbe entrato all'interno del centro sociale, avrebbe raggruppato alcuni libri al centro di una stanza e avrebbe dato fuoco.

Il «rogo» è stato appiccato ai libri, con gesto altamente evocativo che rimanda agli anni del fascismo, della censura e che si rifà ad una pratica legata al ventennio fascista, un passato di violenza e di sopraffazione che alcune organizzazioni vogliono far tornare in questo Paese. Lo abbiamo visto con la minaccia del rogo dei libri gender per mano di Forza Nuova qualche anno fa, lo vediamo oggi a Brescia con un atto di terrorismo fascista, che ha causato danni ingenti a una parte del centro sociale.

A Brescia, è il terzo episodio dai contorni allarmanti nel giro di due settimane. Prima, il rogo al campo nomadi di via Orzinuovi, poi, le bombe carta lanciate contro le casette prefabbricate occupate da diverse famiglie in via Gatti. E per finire un incendio di origine dolosa ha danneggiato il centro sociale Magazzino 47 di Brescia.

«Si è trattato dell'ennesimo infame attacco di fascisti e razzisti che cercano di seminare un clima di odio razziale e intolleranza in città». dichiarano gli attivisti di Magazzino 47. Non è la prima volta che i fascisti danno fuoco al centro sociale. Era già accaduto nel 2006, con tre molotov.

Sono quegli stessi personaggi inqualificabili che nelle settimane scorse e ancora oggi inneggiano a Luca Traini, gli stessi che a Brescia - ma non solo - sfruttando la campagna elettorale alla quale sempre concorrono soffiano sul vento dell’intolleranza e dell’odio razziale, sono gli stessi che vengono sdoganati dagli equilibristi della pace sociale che mettono sullo stesso piano antifascisti e non.

Quindi non vi è alcun dubbio sulla matrice e sui mandanti e da dove possano provenire autori materiali di questo ennesimo gesto violento.

Da nord a sud Italia le piazze antifasciste, in risposta alle strumentalizzazioni mediatiche che cavalcano la narrazione degli «opposti estremismi», sono in costante crescita.

Per continuare a ribadire che non ci può più essere tolleranza verso chi gioca sull’odio etnico e ne fa una propria bandiera.

Sabato ci sarà una mattina una manifestazione nel centro di Brescia contro la presenza nel quartiere Carmine di un banchetto di Forza Nuova. Sarà la prima, importante, risposta cittadina ad un atto terroristico.

Solidarietà da parte della redazione di Globalproject e dei centri sociali del Nord-est