Boomerang

Il sito francese Copwatch ha "schedato" centinaia di agenti delle forze dell'ordine sospettati di comportamento incivile.

24 / 10 / 2011

A fronte degli atti, delle violazioni, degli abusi e dei reati compiuti dalle forze dell'ordine non è la prima volta che semplici cittadini si organizzano per denunciare i comportamenti violenti dei tutori dell'ordine pubblico. Il sito francese che  "osserva i poliziotti" fornisce un database che include 450 agenti del Nord e della regione metropolitana di Parigi, Île-de-France. Video, foto e per alcuni anche i dialoghi registrati, frasi rivolte in pubblico alle persone interpellate oppure ai colleghi, tipo "non sopporto le minoranze etniche" oppure "non farti problemi a dare una lezione in cella" , e altro. Il gruppo che ha fondato il sito rifiuta di essere considerato anti-polizia, ritiene il sito uno strumento di tutela e un'impresa "citoyenne": fornire testimonianze che riguardano il comportamento scorretto, ingiurioso e aggressivo degli agenti di polizia o dei gendarmi come forma di prevenzione.  Un mezzo che stacola possibili derive autoritarie e xenofobe  e  contrasta la violenza che usualmente accompagna insulti e minacce quando si casca nelle loro mani o sotto i loro colpi.

La pratica 'copwatch' è partita dagli Stati Uniti nel 1991 con Rodney King, il cittadino afroamericano massacrato di botte da quattro poliziotti (bianchi) che si vede nella testimonianza video di un passante. In seguito, in molte città americane, sono nate delle 'brigate video'  per sorvegliare i quartieri e vigilare con scopo dissuasivo e una dichiarata volontà di colpire l'impunità degli agenti di polizia.

In realtà è difficile affermare che il gigantesco repertorio (oltre 212000 poliziotti) sia un mezzo efficace per impedire la violenza dei poliziotti americani,  certo è che la cosa inquieta molto il primo poliziotto di Francia, il ministro dell'Interno Claude Guéant, per il quale il sito Copwatch è "scandaloso e insopportabile".

Di conseguenza, il 7 ottobre si è rivolto alla Giustizia per imporre il divieto di accesso, tramite gli operatori internet, ai contenuti in rete . La scorsa settimana il verdetto del Tribunale di Parigi ha ordinato l'oscuramento totale del sito.

Una sorte identica a quella toccata in questi giorni ad un altro sito (lagueuledelemploi.net) lanciato dopo la diffusione televisiva su France2 di un documentario d'inchiesta sugli agghiaccianti metodi di assunzione. Il motivo della decisione è stato che il sito forniva gli indirizzi dei recrutatori messi in causa nel film. Nel caso di Copwatch la decisione si rivela controproducente, infatti il sito che denuncia gli abusi delle forze dell'ordine ha scatenato un'ondata di solidarità ed è stato 'clonato' in altre decine di siti.