Bologna - Fières d’être putes

Verso un otto marzo di lotta

28 / 2 / 2011

°° Quando si domanda: “Chi è puttana?” non sono solo quelle ragazze che sono sulla strada, che sono su internet, molte più cose di queste e di cui nessuno vuole farsi carico. Nessuno. Ci sono molte puttane in questa società, indipendentemente dalla definizione °° Camile - Pute

°° Quando si sostiene di essere fiere di essere puttane, si disarma chi vuole la nostra vergogna. °° Maîtresse Gilda – Pute

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In Francia successivamente al terzo Pute Pride del marzo 2008, finanziato da una prostituta parigina dopo una notte di sesso sadomaso con un ministro estero, un nucleo di putes, composto da trans, lesbiche, travestiti, etero, tra i più noti del panorama parigino hanno creato un sindacato in difesa dei diritti dei sexworkers: le Strass, le Syndicat du travailleurs du sexe.

In in Italia nel settembre dello stesso anno viene approvato il decreto legge Carfagna, che reintroduce il reato di prostituzione in luogo pubblico e in strada, con sanzioni per clienti e prostitute che prevedono reclusione (da 5 a 15 giorni) e multe (da 200 a 3000 euro).

Un tale regime abolizionista e repressivo viene da una parte aggravato dal proliferare di misure punitive, ufficialmente definite ordinanze amministrative, che si propongono come risposte ad un'emergenza di cosiddetta sicurezza e/o decoro andando a colpire sia chi desidera fare questo lavoro, sia, soprattutto, chi è vittima di tratta. Dall'altra parte invece cerca ipocritamente di mascherare la falsa coscienza e la finta moralità che ha pervaso in realtà un contesto “prostituzionale allargato”. Questo è il termine usato da Anna Simone (nel suo “I corpi del reato”, Mimesis 2010) nel definire le condizioni cui vengono indotte le/i lavoratrici/tori precari/e, nel loro doversi “dare in pasto”, dare in pasto il proprio corpo al datore di turno, per rispondere alle richieste di sensualità, affettività, erotica compatibilità con i clienti. Un contesto prostituzionale allargato, generato, prodotto e sussunto dai sistemi del potere contemporaneo.

La contraddizione più inquietante ed ipocrita consiste quindi nella negazione della (co)esistenza e della specularità di tre piani del discorso: la prostituzione è quella subita da tutt*, tutt* i giorni, nella messa al lavoro delle nostre vite precarie che pagano il prezzo della crisi; la prostituzione è un fatto di Stato, perché legittimata e sdoganata da questo; la prostituzione è il reato che lo Stato stesso intende reprimere in nome della propria sicurezza e della moralità da preservare, attraverso espedienti e dispositivi criminalizzanti i/le sex worker.

Ne discutiamo insieme a Porpora Marcasciano e a tutt* i present* in occasione della visione del documentario Fières d’être putes di Irene Dionisio, che offre uno sguardo diretto sulla fierezza puttana di cinque sex workers oltreconfine.

Verso un otto marzo di lotta...

>>Fières d’être putes<<

Madame Retrò produzioni (2010)

Soggetto, sceneggiatura e regia di Irene Dionisio

Produzione: Fluxlab Produzioni, Madame Retrò Produzioni

Ambientazione: Parigi (Francia) / Ginevra (Svizzera)

Periodo delle riprese: Novembre 2009 - Dicembre 2009


Guarda il trailer del documentario: http://www.youtube.com/watch?v=2UZFe-1haqs

@ TPO Bologna, via Casarini 17/5

Mercoledì 2 MARZO 2011 h. 18