Bologna #6D - Circa 20mila studenti, operai, precari bloccano la città: riprendiamoci il futuro!

6 / 12 / 2012

Oggi 6 dicembre, giornata di sciopero metalmeccanico, operai, studenti medi e universitari, precari, sono scesi per le strade di Bologna in migliaia, bloccando e paralizzando la città.
Come Làbas abbiamo scelto di partire da piazza San Francesco con gli studenti medi e di confluire nella piazza della FIOM a fine corteo sotto le due Torri. Per noi è stato centrale attraversare le strade di Bologna partendo da quella generazione "no future" che ha dimostrato in queste settimane con determinazione il proprio dissenso alle politiche di austerity e ha cominciato a riprendersi ciò che gli spetta.
Chi è sceso in piazza è stato in grado di configurare lo spazio in cui si stanno muovendo queste mobilitazioni: quello europeo e dei movimenti europei che, dopo aver lanciato a Madrid lo slogan e il progetto di “Toma la Huelga”, è riuscito a diffonderlo e a praticarlo nelle piazze.
In Italia non solo si è rotta definitivamente quella “pax montiana” tanto celebrata dagli stessi Monti e Napolitano ma, chi è sceso in piazza è riuscito anche ad indicare una via alternativa all’austerity e ai tecnici. Chi è sceso in piazza ha avuto la capacità di non parlare solo di tagli alle scuole e di problematiche specifiche. Chi è sceso in piazza ha, in primo luogo, dimostrato di voler riprendersi il proprio spazio di partecipazione attiva nelle decisioni sulle proprie vite, ed è per questo che la difesa dei diritti e la battaglia contro i tagli sono stati subito inseriti in un discorso contro l’austerità e per un nuovo welfare. Le occupazioni, il 14N, il 24N, le mobilitazioni, i flash mob delle settimane successive ci hanno parlato proprio per questi motivi di una “spinta costituente”.
Chi è sceso in piazza si batte con forza contro una gestione della crisi che vuole scaricare i costi su lavoratori, studenti, precari.
Il 6 dicembre abbiamo animato ancora una volta piazze e strade di questo paese, questa volta a partire dallo sciopero metalmeccanico della FIOM. 
Il governo Monti in quest'anno ha provato a costruire l'immagine di un paese pacificato, dove diritti conquistati con anni di lotte potevano essere cancellati in silenzio. Qualcosa invece sta cambiando ora.
E sta cambiando a partire dai tanti soggetti, da tanti pezzi di società, realtà e segmenti sociali che stanno pagando la crisi sulla propria pelle e rifiutano le politiche di austerity, che reclamano diritti, welfare, reddito come alternativa ai tagli, all'estensione della precarietà, al saccheggio dei beni comuni, dei territori, alla dismissione della scuola, dell'università, del mondo del lavoro, della sanità.
Dicevamo, c'è una spinta costituente, che ha portato al moltiplicarsi delle occupazioni (come abbiamo fatto noi di Labas il 13 novembre, aprendo alla città uno spazio abbandonato da anni, l'ex Caserma Masini), moltiplicarsi delle autogestioni, delle assemblee, degli spazi di discussione e di mobilitazione.
Siamo stati in tutti questi spazi, li abbiamo costruiti insieme, li abbiamo vissuti e alimentati insieme ai tanti studenti medi, ai precari, agli universitari che si sono messi in gioco queste settimane.
Con Làbas abbiamo non solo aperto uno spazio fisico, restituendolo alla città e rendendolo bene comune da difendere, ma abbiamo anche lanciato una sfida alla città, abbiamo scommesso. Stiamo sperimentando la concreta possibilità di connettere un'intera generazione che è stata privata del proprio futuro e ora vuole riprenderselo, che è così "choosy" che non si accontenta della miseria del presente e si prende pezzo do pezzo ciò che gli spetta, ciò che gli è stato tolto. Viviamo nella certezza di essere tagliati fuori dal welfare e dalle garanzie conquistate in passato e vogliamo riappropriarci della ricchezza che ogni giorno produciamo, ribellandoci a chi ci vuole tutti più poveri e senza diritti. Abbiamo aperto laboratori come elementi di anomalia e di alterità nella crisi, per agire la complessità, darci nuove coordinate per riuscire a cambiare l'esistente in maniera sperimentale e dirompente, sprigionando energie e pulsioni vitali per la città.
E' fondamentale più che mai in questo momento provare a fare uno sforzo più, un passo in avanti e provare a tenere insieme tanti altri soggetti, provare a ricomporre il dissenso di tutti coloro che sono attaccati dalla crisi, che subiscono ricatti sulla propria pelle, che sono stanchi dei diktat della BCE, che non ci stanno ad essere definiti e trattati come un problema di ordine pubblico, da arginare e da criminalizzare.
Sotto attacco oggi siamo noi studenti, precari, lavoratori, tutto quel 99% che sta pagando la crisi di un 1% che intanto mette in atto un vero e proprio attacco alla democrazia.
Cos'è se non questo, la "cacciata" della FIOM da molte fabbriche?
Cos'è se non questo, il restringimento degli spazi del dissenso?
Cos'è se non questo, la situazione dell'Ilva di Taranto?
Cos'è se non questo, la criminalizzazione di studenti, precari che vogliono cambiare l'esistente, di chi in Val di Susa difende il proprio territorio?
Cos'è se non questo, l'esclusione sempre più forte da processi decisionali, la cancellazione di diritti, invece della loro estensione e della costituzione di nuovi diritti all'altezza dei tempi che viviamo?
Vogliamo continuare ad estendere la precarietà o ad estendere i diritti?
In un paese, peraltro, dove c'è un record di aumento della disoccupazione giovanile, un paese che è incapace di valorizzare le nostre competenze, che pensa solo a buttarci nel vortice della precarietà e dello sfruttamento invece di investire responsabilmente su innovazione, ricerca e servizi.
E diciamo anche chiaramente che rigettiamo ogni retorica di chi vorrebbe ingabbiarci in una contrapposizione tra "vecchi garantiti" e "giovani precari".
È chiara la volontà di restringere i diritti, proprio laddove questi dovrebbero invece essere estesi a tutti. 
Per questo abbiamo scelto di partire da piazza San Francesco, dando centralità alle mobilitazioni degli studenti medi che nelle scuole occupate hanno costruito qualcosa di costituente. Per questo abbiamo cominciato a prenderci spazi abbandonati come l'ex Caserma Masini e costruire laboratori contro la crisi, alternativa, per questo sprigioniamo ogni giorno energie e potenza nella città, nelle università, per questo ci riappropriamo pezzo dopo pezzo della ricchezza socialmente prodotta, per questo ci riprendiamo le strade, blocchiamo la città, il traffico, i viali, per riprenderci il nostro futuro.
Per questo abbiamo sanzionato Bankitalia, per dire chiaramente che rifiutiamo ogni diktat sulle nostre teste, che non ci stiamo ai ricatti della BCE e delle banche, che non dimentichiamo le brutalità e la violenza della polizia di stato che manganella studentesse come Martina rompendole quattro denti e poi pensa di risolvere tutto pareggiando i conti con 40 denunce nei confronti di chi ha manifestato e continua a manifestare il proprio dissenso.
Per questo abbiamo scelto di concludere il corteo sotto le 2 torri e quindi con gli operai della FIOM, perché, seppur partendo dalle nostre specificità, abbiamo bisogno di aprire percorsi e obiettivi comuni tra mondi differenti ma che vivono una attacco capillare nella crisi. 
Riprendiamoci le nostre vite degne! Andando avanti, con la Bologna libera e pensante!

Làbas

Cronaca sms della giornata:

10:06 Bologna - Migliaia di studenti medi dalle scuole occupate, dalle mobilitazioni di queste settimane scendono in piazza oggi. Da piazza S.Francesco partono in corteo circa un migliaio di studenti medi e universitari, precari, un'intera generazione che si vuole riprendere il proprio futuro!

10:16 Bologna - Il corteo di studenti medi e universitari, precari, partiti da piazza San Francesco attraversa le strade del centro: tante scuole superiori con striscioni, cartelli

10:34 Bologna - Musica dal palco (dj d'eccezione: Lo Stato sociale) Vogliamo una vita degna!

10:42 Bologna - Anche Labas in corteo in questa mattinata di sole a Bologna con lo striscione "Riprendiamoci il futuro, riprendiamoci la citta"

10:46 Bologna - Il corteo blocca i viali e il traffico della città!

10:50 Bologna - Si balla sotto il palco: "contro la miseria del presente, sprigioniamo ricchezza!"

11:14 Bologna - Gli studenti e i precari in corteo bloccano le strade del centro. Oggi generazione no future ci riprendiamo le nostre vite, il nostro futuro, insieme agli operai, ai lavoratori che vengono ricattati e vivono condizioni di sfruttamento

11:26 Bologna - Corteo passa davanti a BankItalia, dove un anno fa gli scontri violenti della polizia provocarono 4 denti rotti a Martina, una giovane studentessa

11:30 Bologna - Lanciati davanti a BankItalia sacchi della spazzatura che rappresentano le riforme e i provvedimenti che vogliamo cancellare e rispedire al mittente!

11:37 Bologna - Il corteo degli studenti e dei precari arriva nella piazza degli operai

12:11 Bologna - Uno studente medio dalle occupazioni delle scuole e dal corteo degli studenti medi, universitari e precari partiti da piazza San Francesco, prende parola dal palco della Fiom

Bologna #6D. Il corteo degli studenti

Bologna #6D - Intervento di Martina davanti a BankItalia

Bologna #6D - intervento dal corteo