Belluno - In mille per l'Acqua Bene Comune

Un migliaio di persone sfilano per le vie della città

19 / 12 / 2011

Sabato pomeriggio un fiume di cittadini ha attraversato le vie del centro della città di Belluno. Un migliaio di persone hanno dato vita ad una manifestazione gioiosa, molto colorata, arricchita da performance teatrali e dalla musica dei numerosi musicisti e percussionisti che hanno accompagnato i manifestanti lungo il percorso del corteo. A farla da padrone è stata la figura del “Mazarol”, un folletto dispettoso, personaggio molto importante nelle credenze popolari bellunesi, che è stato impersonato dai molti partecipanti attraverso maschere e cappelli rossi.

In testa al corteo lo striscione “No Camolino-Busche”,riferito alla mega centrale idroelettrica che Enel ed En&En vorrebbero costruire nonostante le cittadinanze si siano già espresse con forza contro la realizzazione del progetto, attraverso partecipate assemblee e un referendum consultivo in uno dei quattro comuni interessati dal passaggio della condotta forzata. Eppure echeggiano ancora le parole del presidente di En&En Caneve, il quale dichiarava sulla stampa locale che mai si sarebbe costruita la centrale senza il beneplacito delle popolazioni, pensando forse, di poterle comprare con pochi spiccioli o la promessa di qualche posto di lavoro in più. Gli stessi metodi, la stessa arroganza di coloro che più di cinquant’anni fa costruirono la diga del Vajont. Questo il senso dello striscione “En&En=SADE” appeso dai manifestanti all’ingresso della sede di En&En, in aggiunta al “regalo” fatto da alcuni “Mazarol” del corteo ai dirigenti della società: un bidè con un cartello su cui c’era scritto “lavatevi la bocca prima di parlare di acqua”.  

Ma, come è stato più volte ricordato durante la manifestazione, oltre alla “Camolino-Busche” ci sono altre 120 richieste per nuove derivazioni per scopi idroelettrici all’interno del bacino idrico della Piave, nonostante il novanta per cento delle sue acque sia già attualmente artificializzato. Su quel misero dieci per cento di acqua ancora a disposizione si è scatenato un vero e proprio far west, una rincorsa all’oro blu perpetuata sulla testa delle comunità locali. Siamo di fronte ad uno sfruttamento irrazionale dei fiumi, ad un sistema fondato sull’assenza di controlli e di qualsiasi pianificazione da parte delle autorità competenti, che continuano, invece, ad agevolare gli interessi dei “predoni dell’acqua” con provvedimenti come quello preso dalla Giunta Regionale del Veneto pochi giorni fa, che prevede il dimezzamento dei tempi delle procedure per ottenere le autorizzazioni per la costruzione di nuovi impianti idroelettrici.

Qualcosa, però, sta cambiando anche sul versante istituzionale. Infatti, alcune amministrazioni comunali hanno deciso di aderire alla manifestazione e sono scese in piazza per la prima volta al fianco del Comitato Acqua Bene Comune. Erano presenti i sindaci di San Gregorio e Forno di Zoldo, il vice sindaco di Lentiai e alcuni consiglieri di maggioranza del comune di Ponte nelle Alpi. Presenze importanti che evidenziano come su questi argomenti stia nascendo una nuova consapevolezza, anche all’interno di quel fronte, quello dei sindaci, che si è sempre rivelato il più insensibile.

Gli stessi sindaci corresponsabili della mala gestione del servizio idrico integrato in provincia di Belluno, assieme ai vertici di Bim Gsp, la società “in house” che lo ha in affidamento. Una società a totale capitale pubblico, ma di diritto privatistico, totalmente impermeabile al controllo e alla partecipazione dei cittadini, “un pubblico lottizzato” dai partiti e poco trasparente. La proposta del Comitato, invece, è quella di trasformare la società in una azienda speciale di diritto pubblico, che preveda la costituzione di organi decisionali formati anche dai cittadini, dai lavoratori del servizio e dalle associazioni dei consumatori. Ma purtroppo, l’A.A.T.O., ovvero l’organo di controllo del servizio formato dai sindaci della provincia, non è intenzionato a recepire la proposta. Per questo motivo, i manifestanti hanno appeso un altro striscione sul palazzo della Provincia di Belluno sede anche dell’Autorità d’Ambito Territoriale, nel quale c’era scritto: “Soggetto non identificA.A.T.O.”.

Infine il corteo è proseguito fino in Piazza Martiri dove si è concluso con lo spettacolo di Luca Bassanese e alcuni interventi tra cui quello di Valter Bonan che ha ricordato come questa manifestazione non rappresenti un punto d’arrivo, ma un’altra importante tappa di un percorso e di un movimento che in provincia di Belluno ha sempre più consenso.

Belluno Manifestazione Acqua Bene Comune

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