L’eurodeputato Andrea Zanoni presenta un’interrogazione alla Commissione europea per denunciare lo sfruttamento idroelettrico del bacino del fiume Piave in provincia di Belluno. “L’intero sistema fluviale è sotto scacco. Possibili violazioni a quattro normative Ue. La direttiva Acqua obbliga l’Italia a migliorare la conservazione della qualità dei corpi idrici”

Belluno - Denuncia in Europa per salvare l'acqua bellunese spremuta fino all'ultima goccia

9 / 7 / 2013

“L’Ue intervenga a fermare l’eccessivo sfruttamento idroelettrico del bacino fluviale del Piave in provincia di Belluno”. Lo chiede con un’interrogazione alla Commissione europea Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo. “Questo sfruttamento riguarda ben il 90 per cento dei corsi d’acqua che compongono il tratto alpino del bacino del fiume Piave con probabili violazioni della direttiva quadro sulle Acque nonché delle direttive VIA, VAS e Habitat. Stanno intubando tutti i corsi d’acqua della provincia di Belluno e, a giudicare dalle autorizzazioni già richieste, non hanno intenzioni di fermarsi finché l’ultima goccia d’acqua non verrà sfruttata per la produzione di energia idroelettrica”.

La denuncia a Bruxelles riguarda l’intenso sfruttamento dei corsi d’acqua del Piave per la produzione di energia idroelettrica e i futuri progetti in cantiere, situazione già denunciata alla Commissione europea dal “Comitato Bellunese Acqua Bene Comune” che ha commissionato a una società di consulenza ambientale di San Donà di Piave (VE) un’analisi tecnica della situazione (“Lo sfruttamento idroelettrico in provincia di Belluno”). “Il mercato dell’idroelettrico nella regione è drogato da incentivi statali concessi a pioggia e che stanno trasformando il settore in un’autentica minaccia per l’intero bacino fluviale”, spiega Zanoni a Bruxelles.

“Nell’analisi scientifica si evidenziano plurime violazioni alla direttiva quadro sulle Acque 2000/60/CE da parte del Piano di gestione dei bacini idrografici delle Alpi Orientali adottato ai sensi dell’art. 13 per l’omonimo Distretto Idrografico (vedi Nota 1) – spiega Zanoni – Oltre a questo, l’analisi denuncia la violazione o elusione da parte delle autorità anche della direttiva di Valutazione d’Impatto Ambientale VIA 2011/92/UE (vedi Nota 2), della direttiva di Valutazione Ambientale Strategica VAS 2001/42/CE (vedi Nota 3) e Habitat (vedi Nota 4) dal momento che si tratta di aree connotate da elevata naturalità e da scarse o addirittura assenti pressioni antropiche, per larga parte tutelate all’interno di Rete Natura 2000 quali Siti d’interesse Comunitario SIC e Zone a Protezione Speciale ZPS ai sensi delle Direttive Habitat 92/43/CEE e Uccelli 2009/147/CE”.

“A causa di tali opere, numerosi corsi d’acqua sono stati compromessi o addirittura sostanzialmente prosciugati. Per questo ho chiesto alla Commissione quali iniziative intende intraprendere per accertare e reagire a tali violazioni alla luce dell’art. 1 della Direttiva Quadro sulle Acque che impone gli Stati membri il miglioramento, o almeno la conservazione della qualità dei corpi idrici”, conclude l’eurodeputato.

NOTE

Il censimento dei corpi idrici e delle relative “condizioni di riferimento” (condizioni idromorfologiche e fisico-chimiche e condizioni biologiche) presente nel “Piano di gestione dei bacini idrografici delle Alpi Orientali” risulta essere, infatti, incompleto, sommario e superficiale.

Risulta essere inoltre sistematicamente violata/elusa da parte delle Autorità la Direttiva “VIA” 2011/92/UE, con esclusione di qualsiasi valutazione per i progetti ritenuti minori e, quanto alla generalità dei progetti, nel caso in cui gli stessi soddisfino sulla carta determinati parametri (delibere di Giunta Regionale della Regione del Veneto nn. 327/2009 e 2834/2009), senza tenere conto né della loro ubicazione (in violazione dell’art. 2), né del loro rilevante impatto cumulativo (la valutazione dell’impatto cumulativo è imprescindibile, in base a quanto chiarito dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia CE. Cfr., ex multis, Corte di Giustizia CE, sez. II, 28.02.2008, causa C-2/07 e Corte di Giustizia CE, sez. III, 25.07.2008, C-142/07).

Vengono riscontrate violazioni della Direttiva “VAS” 2001/42/CE (in particolare, l’Autorità competente per la VAS sul “Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto” – piano attuativo del succitato piano di gestione – risulta essere sostanzialmente la stessa ad aver elaborato e approvato il medesimo)

Oltre alla direttiva “Habitat” risultano lacunose anche le Valutazioni d’Incidenza Ambientale VINCA sui progetti.