Parma - Il diritto alla casa ai tempi della crisi

Basta sfratti: la casa è un diritto per tutte/i

La Rete diritti in casa chiede l'immediato blocco dei pignoramenti e degli sfratti per morosità

16 / 11 / 2009

Partiamo da un dato di fatto:

Se nulla cambia Maria Clara Badia e la sua famiglia (il marito, il padre e i  suoi 2 figli) mercoledì 18 novembre 2009 verranno sbattuti fuori dal loro appartamento in cui vivono da oltre 8 anni in affitto e accompagnati sul marciapiede di via Jenner da un ufficiale giudiziario e dalla polizia, senza che i Servizi Sociali del Comune di Parma (in particolare lo sportello territoriale di via Marchesi) abbiano trovato uno straccio di alternativa da proporre a questa famiglia, se non il dormitorio per Clara e i figli, lasciando in strada “gli uomini”, oppure la ricerca di una nuova casa in affitto nel mercato privato, con la promessa che i Servizi sociali l’avrebbero aiutata a sostenete i pagamenti delle utenze.

… storie già viste e sentite!

Ma chi è la donna che con la sua famiglia finirà in strada sotto il silenzio dell’amministrazione pubblica e dei servizi sociali?

Clara è una donna di origine ivoriana che vive in Italia da 19 anni, madre di 2 bambini minori,di 15 mesi e 10 anni, figlia di un padre anziano, vedovo e invalido non autosufficiente, disoccupata da 6 mesi a causa della crisi che anche il prestigioso settore alimentare parmigiano sta vivendo (Clara infatti ha lavorato per anni in un prosciuttificio come sugnatrice) e moglie di un ragazzo, che ha appena ricominciato a lavorare dopo mesi di disoccupazione, con uno stipendio che stenta ad arrivare a 1000 euro.

Come potrebbe Clara lasciare il padre invalido dormire da solo su un marciapiede ed accettare il posto in dormitorio per lei e i figli? C’è dignità nel fare una proposta del genere?

E come potrebbe cercare da sola un nuovo appartamento in locazione sul mercato privato per 5 persone? Come potrebbero persone in queste condizioni pagare la caparra e gli affitti di un bilocale/trilocale che vanno da 600 a 800 euro, in aggiunta alle spese necessarie per mantenere 2 bambini e un anziano? E poi, quale agenzia immobiliare affitterebbe mai una casa ad una donna che è disoccupata e per di più anche “immigrata”?

Spieghiamo anche chi è il proprietario di casa che ha richiesto lo sfratto esecutivo a seguito di qualche mensilità di affitto non pagata:

L’appartamento è de La Buffolara S.p.a., agenzia che possiede oltre 4000 appartamenti, di cui molti lasciati sfitti. Si pensi che solo nell’ala del palazzo in cui abita Maria Clara ci sono 6 appartamenti inabitati. Ma che interesse c’è a lasciare molti appartamenti sfitti per poi sbattere in strada una famiglia intera morosa di solo poche centinaia di euro se non quello di speculare al fine di tenere alti i prezzi sul mercato degli affitti?

Maria Clara si è rivolta allo sportello della Rete diritti in casa e insieme abbiamo denunciato la sua situazione alla stampa, invitando i Servizi sociali e l’Assessore alle politiche sociali ad occuparsi del caso, senza fino ad oggi ricevere nessuna risposta concreta.

Ma il 18 novembre Maria Clara non sarà sola!

Invitiamo tutte e tutti a partecipare al presidio antisfratto in via Jenner 2 dalle ore 7.00

- Per il blocco immediato di tutte le procedure di sfratto

- Per il censimento e la redistribuzione del patrimonio immobiliare pubblico e privato sfitto

- Per l’esproprio degli appartamenti sfitti dei grandi palazzinari

- Per il monitoraggio reale dei canoni di affitto del mercato privato e dell’operato delle Agenzie immobiliari, spesso razziste e disoneste

- Per l'ampliamento dei parametri di accesso alle graduatorie per gli alloggi pubblici, considerando l'attuale situazione di crisi e precarietà del mondo del lavoro

- Per una tutela legale e economica di chi denuncia gli affitto in nero

- Per il blocco della svendita del patrimonio immobiliare pubblico

- Per la ristrutturazione reale delle case popolari murate perché dichiarate inagibili (vedi via Olivieri)

- Contro lo smantellamento subito dai servizi sociali a causa dell’affidamento in gestione a cooperative private.

Perché nessuno debba più essere costretto a vivere in cantina, in macchina o sui marciapiedi della nostra città.

Rete diritti in casa