Avetrana, una nuova discarica ed alcune bugie

19 / 12 / 2012

Ci avevano già provato nel 1990 quando presentarono un progetto al comune di Avetrana per realizzare un impianto per lo smaltimento di rifiuti solidi industriali cat.2 b.

La So.Ge.Di. Sud, acronimo di società gestione discariche sud, allora aveva sede a Manduria e come amministratore unico Giuseppe Dornetto, un calabrese residente a Torino. Quasi venti anni dopo è la stessa società, ufficialmente ora sita a Massafra, in via Aldo Moro 12, a chiedere parere di idoneità per la realizzazione nella stessa area di un impianto “trattamento inerti per la produzione di materie prime secondarie e recupero sedimenti di dragaggio”.

In pratica una discarica di rifiuti speciali che, ove fosse realizzata, conterrebbe scarti provenienti da demolizioni, nonché da terre e rocce di scavo, e sedimenti di dragaggio marini costieri. Il 31 maggio 2012 Vito Messi, amministratore unico della società e componente della giunta di Confidustria Taranto per il settore delle attività estrattive, chiede con una lettera all’ufficio urbanistica del Comune “che il lotto di terreno venga dichiarato idoneo all’installazione dell’impianto, impegnandosi sin da ora in caso di parere favorevole a sottoscrivere con il comune apposita convenzione”, prevedendo “al fine di avviare una proficua collaborazione con la città di Avetrana, a favore della salvaguardia ambientale e di uno sviluppo ecosostenibile, unicamente a titolo gratuito, servizio di smaltimento e recupero degli scarti di demolizione provenienti dai cantieri provenienti nel territorio comunale”.

Precisando, inoltre, che “l’attività di recupero dell’impianto sarà limitata a dieci tonnellate al giorno”. Fin qui una storia di probabile, ordinario avvelenamento in un territorio già compromesso, a pochi chilometri da un’altro impianto complesso, la discarica di servizio al bacino TA/3, gestito dalla società Manduriambiente S.p.a., azienda che di recente ha inoltrato una domanda di ampliamento mediante sopralzo della quota massima di conferimento. Ampliamento che la provincia non ha autorizzato in quanto “da tale operazione ne risulterebbe un impatto cumulativo ambientale troppo rilevante rispetto alla collocazione della discarica, essendo questa vicina ad altre discariche, che peraltro presentano problemi gravissimi di gestione nella fase post-mortem”.

Ma questa è anche una storia di bugie.

A cominciare dal fatto che, secondo quanto emerge dallo studio di fattibilità presentato al comune dallaLa So.Ge.Di. Sud,“il progetto è volto a recuperare tali aree, al fine di rendere tali aree produttive ed utili alla collettività”. Oppure, si legge sempre nel documento presentato da Messi, “che l’area interessata infatti risulta incolta e improduttiva. Pertanto a causa della loro scarsa o nulla produttività agricola sono stati abbandonati dagli operatori agricoli divenendo in alcuni casi ricettacolo di rifiuti”.

Peccato che, invece, proprio in adiacenza di quel lotto di terreno che dovrebbe ospitare la discarica, esteso circa venti ettari, e di proprietà della stessa La So.Ge.Di. Sud, insistano due aziende agricole, la Cazzolla e la Cosma; vi sia una distesa interminabile di ulivi, e ci si trova a 200 metri dal centro abitato. Abbiamo provato a capire inoltre di cosa si sia occupata la So.Ge.Di. Sud in passato, ma la società è come se fosse un fantasma, di lei nessuna traccia, nonostante nei documenti presentati al Comune la La So.Ge.Di.

Sud affermi che “di recente ha cambiato la propria compagine sociale con l’ingresso di nuovi soci operanti nel campo del trattamento degli inerti ormai da decenni, della produzione di conglomerati cementizi e bituminosi, delle costruzioni edili e stradali”. Come dire di bugia in bugia.

E di discarica in discarica …