“Se, com’è fin troppo possibile, dobbiamo morire,
facciamo in modo di essere esistiti”
S. Weil
Nonostante il governo di centrodestra, nello scorso dicembre, abbia decretato
la fine dell’emergenza rifiuti campana, la realtà quotidiana racconta agli
abitanti di questa regione che le scelte politiche messe in campo per
determinare una discontinuità con le gestioni passate altro non fanno che
portare avanti, con metodi ancor più aggressivi, l’opera di distruzione ambientale
che da 15 anni un commissariato straordinario ha reso sistema.
La complessa e strabordante produzione legislativa in materia è sostanzialmente
mirata a colpire i residui diritti delle popolazioni in tema di salute,
sicurezza del lavoro e beni comuni - oltre a sancire l’intolleranza del potere
statale nei confronti di chiunque provi a criticare o rifiutare tali scelte
liberticide manifestando il proprio dissenso: la pena è la galera.
Il “modello di sviluppo” imposto dal capitale politico-imprenditoriale-mafioso
centrato sulla produzione di spazio-spazzatura attraverso l’uso sfrenato di
cave-discarica, come nel caso della nostra area vesuviana, e sul saccheggio di
denaro pubblico attraverso l’uso dei fondi Cip6 (formalmente dedicati alla
produzione di energia rinnovabile) per la costruzione di inceneritori altamente
inquinanti, apre un problema di “compatibilità ecosistemiche” che le realtà di
Movimento in questi anni hanno saputo indagare a fondo, ponendo sulla scena
sociale un conflitto serrato rivolto a perseguire strade alternative, oltre che
oppositive all’attuale sistema, tra cui l’opzione “Zero Waste”.
Se l’origine dei movimenti locali può rispondere, d’acchito, ad un sentimento
di particolarismo militante, questa non dovrebbe cristallizzarsi, ma tendere ad
articolarsi lungo il tempo e nello spazio, emancipandosi dalla singola località
di riferimento. Tale trasformazione non è però automatica (o necessaria!). E’,
piuttosto, un potenziale presente in ogni conflitto ambientale locale,
attivabile sia dalla connessione con altre esperienze analoghe in altre aree
geografiche, che dal riconoscimento del più ampio contesto politico ed
economico nel quale la propria azione comunitaria si esprime.
E’ per riannodare i nessi della trasformazione possibile che si fa necessaria,
oggi, una discussione allargata a tutte le componenti del “parcellizzato”
movimento campano che da anni si battono per difendere l’integrità dei luoghi
da una pianificazione tecnico-scientifica che determina solamente inquinamento
generalizzato. Questo per trovare opzioni comuni per uscire dalla trappola di
un processo globale di definizione dello spazio che ha interiorizzato i
principi capitalisti di produzione per la produzione, accumulazione per
l’accumulazione, consumo per il consumo e innovazione per l’innovazione.
a seguire
Concerto
con
Afrodum
Batatacoto
Jovine
‘E Zezi
Capone & Bungt Bangt
Domenica 23 maggio
Assemblea regionale ore 17.00
Boscotrecase – Area mercato
Movimento Difesa del Territorio Area Vesuviana
Collettivo Area Vesuviana
Per informazioni e adesioni: [email protected]