Milano, 29 aprile 2010

Assemblea nazionale dei ricercatori universitari

Mozione sul DDL di riforma dell’Università e sugli obiettivi della mobilitazione dei ricercatori

3 / 5 / 2010

Le ricercatrici e i ricercatori degli atenei italiani in mobilitazione, riuniti in assemblea a
Milano:
- viste le condizioni di collasso in cui versa il sistema universitario;
- considerato il fallimento degli interventi di riforma avviati finora;
- vista la tendenza a diminuire progressivamente le risorse finanziarie necessarie al
funzionamento del sistema;
- ritenendo che lo sviluppo dell’Università statale e della ricerca scientifica sia un elemento
essenziale per il benessere economico e sociale del Paese;
- riconoscono la necessità di una profonda ristrutturazione del sistema universitario
nazionale;
- prendono atto delle scelte intraprese dal Governo con il disegno di legge 1905s (c.d. ddl
Gelmini);
- esprimono forte preoccupazione per i contenuti del ddl, in particolare per i seguenti
motivi:
la scomparsa della ricerca dalle funzioni fondanti delle università;
la deriva aziendalistica e dirigistica delle università;
l’emergere di aspetti che comportano la marginalizzazione dei ricercatori attuali
e futuri;
la precarizzazione della ricerca;
la delega al governo sulla riforma del diritto allo studio.
- sottolineano che questi provvedimenti si inseriscono in un quadro di crescente
impoverimento di risorse finanziarie e di personale, conseguenza dei tagli attuati con le
leggi 133/08 e 1/09, in forte controtendenza con i trend internazionali;
- chiedono:
il mantenimento dell'autonomia e del carattere fondamentalmente pubblico del
sistema universitario, con presenza maggioritaria -su base elettiva- delle
componenti universitarie rispetto a quelle esterne e con partecipazione paritetica
in tutti gli organi di governo e gestione degli atenei, fermo restando che
l’indirizzo politico e le competenze su didattica e ricerca spettano esclusivamente
a chi appartiene alla comunità universitaria;
l’abolizione dei tagli al finanziamento degli atenei, della ricerca e del diritto allo
studio e un piano di rifinanziamento anche per ottemperare agli impegni presi
dall'Italia a livello di Unione europea;
l'uso della valutazione delle strutture (Dipartimenti) come metodo prevalente
2
nella distribuzione delle risorse alle stesse, con eventuale premialità di quote
aggiuntive, a fronte di finanziamenti certi, congrui e con programmazione
almeno triennale;
una riorganizzazione delle tre fasce attuali in un ruolo unico, articolato almeno su
tre livelli, con adeguata retribuzione per gli oneri aggiuntivi rispetto alla
normativa vigente;
una chiara separazione dell'allocazione delle risorse tra reclutamento e
progressione di carriera;
il finanziamento di un reclutamento straordinario finalizzato al raggiungimento
della media europea nel rapporto docenti/studenti, per non aggravare il divario
esistente rispetto ai paesi OCSE, rapporto che già oggi è significativamente
maggiore rispetto a quello italiano; e comunque chiedono la conservazione
dell’attuale numero complessivo di ricercatori e professori;
di prevedere, con finanziamenti dedicati, un numero adeguato di progressioni di
carriera per gli attuali RTI mediante valutazione nazionale e, comunque, a regime
eliminare tutte le distinzioni in termini di accessibilità alla progressione tra RTI e
RTD;
la cancellazione delle previste misure di riduzione della presenza dei ricercatori e
dei prof. associati nelle commissioni di concorso e negli organi di governo
dell’Università;
l’equiparazione con i professori universitari associati e ordinari in materia di
prepensionamento, con la prospettiva di adeguare l’età pensionabile dei docenti
alla media europea;
l’istituzione di un’unica figura pre-ruolo chiaramente legata a percorsi certi
(tenure track), con l’allocazione delle risorse specifiche per la progressione di
carriera all’atto dell’assunzione;
- proclamano la continuazione dell’indisponibilità a tutte le forme di didattica frontale non
obbligatoria richiamando formalmente i nuclei di valutazione a non considerare i ricercatori
per la formulazione dell’offerta formativa;
- dichiarano che la loro protesta non cesserà fino a quando non verranno presi
provvedimenti per accogliere le loro richieste;
- aderiscono alla settimana di mobilitazione indetta da tutte le sigle sindacali prevista dal 17
al 22 maggio auspicando che essa assuma un carattere unitario, coinvolgendo docenti,
ricercatori strutturati e non, dottorandi, studenti e personale tecnico-amministrativo.

Milano, 29 aprile 2010