Appello Campagna "Il 5 maggio io c'ero!"

L’antifascismo non si processa

10 / 8 / 2012

Per adesioni inviare una mail a [email protected] con oggetto “adesione Campagna”

In queste settimane sono stati notificati alcuni provvedimenti penali ad una quarantina fra attivisti/e di associazioni, collettivi, realtà territoriali e semplici cittadini presenti il 5 maggio scorso alla manifestazione antifascista indetta contro il corteo di Forza nuova Rimini. Il reato per cui sono indagati è concorso aggravato per manifestazione non autorizzata.
Non ci preme in questo contesto riferire nei dettagli gli avvenimenti che hanno contraddistinto quella giornata – già fatto peraltro a ridosso dell’iniziativa stessa – quanto provare a riflettere su quale sia il significato e il valore che viene attribuito, dalle istituzioni che si occupano di sicurezza pubblica e dalla forze dell'ordine, alla pratica antifascista militante, in un’epoca di forte crisi come quella che stiamo vivendo.
Crisi accompagnata ed attraversata da nuove pulsioni e forme di xenofobia, razzismo, intolleranza agite e cavalcate da chi soffia sul disagio sociale - come i movimenti neofascisti - per riguadagnare spazi politici e di visibilità in primis sul terreno della sicurezza e del degrado cittadino. Di fronte a questo tentativo agito nel nostro territorio dal corteo contro il degrado e per la sicurezza indetto il 5 maggio da Forza nuova – nascosta per l'occasione dietro le vesti di uno pseudo comitato per la sicurezza denominato per l'occasione “Ariminum” – una parte cospicua della cittadinanza riminese e delle realtà antifasciste hanno scelto da che parte stare, non delegando a nessuno se non a se stessi e ai propri corpi la difesa dei valori democratici ed antifascisti.
La manifestazione del 5 maggio è stata pertanto l'occasione per evidenziare come la vera insicurezza e il vero degrado non siano rappresentati dai migranti ma da chi ci sta imponendo una democrazia dello spread fatta di tagli al welfare e ai servizi primari per la persona, da chi insiste nel farci permanere sotto il giogo della precarietà non istituendo un reddito di cittadinanza, da chi continua a far pagare i costi della crisi alle fasce sociali più deboli e da chi come i movimenti neofascisti “soffia” su questo disagio.
Per queste ragioni la giornata del 5 maggio è stato un passaggio estremamente importante per la nostra città proprio perché in quell’occasione non si è agito un antifascismo tout court, ma sono state gettate le basi per la difesa e conquista di nuovi diritti attraverso pratiche di cooperazione e di rete fra soggettività differenti per produrre un comune sociale e politico antifascista.
La Campagna “Il 5 maggio, IO C’ERO!” nasce allora proprio da qui, dal rifiuto dei dispositivi punitivi, repressivi e penali che stanno venendo agiti tramite le denunce notificate dalla DIGOS e dalla consapevolezza del significato tutto politico di quella giornata oltre che dal desiderio - condiviso in primis da tante persone che hanno attraversato questa scadenza ma che non sono state raggiunte dai provvedimenti penali - di dire senza paura e con grande dignità:
Anche io ho partecipato alla manifestazione antifascista cittadina / Anche io ero presente il 5 maggio in quella piazza!”.

Per queste ragioni chiediamo di aderire a questo appello e alla Campagna “Il 5 maggio io c'ero!” che si articolerà in una serie di appuntamenti pubblici destinati alla raccolta di fondi necessari al supporto e all'assistenza legale per i 40 denunciati.

Per adesioni inviare una mail a [email protected] con oggetto “adesione Campagna”

Rimini. 5 maggio 2012. Cronaca di resistenza! a cura di Silvia Fabbri e Matteo Di Grazia

Ascanio Celestini per la Campagna "Il 5 maggio io c'ero"