Ironia della
sorte, l’operatore della croce gialla che mercoledì 8 maggio ha
soccorso il signore tunisino che ha compiuto l’estremo gesto di
cospargersi d’alcool per poi darsi fuoco, è, a soli quattro giorni
di distanza, coinvolto nello stesso dramma esistenziale provocato
dagli effetti devastanti di questo sistema di sfruttamento economico
che sta mietendo sempre più vittime.
La vicenda riguarda
direttamente la sua famiglia, in particolar modo la madre che ieri,
nel tardo pomeriggio, nella casa, in cui era ospite, non ha più
accettato di subire le condizioni estreme di disagio economico in cui
versava già da diverso tempo. Ha deciso di porre fine alle continue
battaglie che si consumavano all’interno degli uffici preposti del
comune in cui andava chiedere aiuto.
Le continue umiliazioni, la
solitudine e l’esclusione dai diritti fondamentali di cui ogni uomo
e donna dovrebbero godere, l’hanno portata a scegliere il
suicidio, rinunciando definitivamente alla sua vita. Powell, il
figlio della donna in questione, a sua volta con un contratto
precario, uno stipendio di 500 Euro al mese, con una moglie incinta,
ed una bimba di due anni a carico, è un ragazzo di 24 anni, di
origine polacche, abbandonato da piccolo dal padre, che noi abbiamo
conosciuto attraverso la Polisportiva Antirazzista Assata Shakur, in
cui è tesserato come giocatore di calcio, nel ruolo di portiere
nella squadra che milita in terza categoria.
Ieri, dopo la triste
notizia, abbiamo scoperto che Powell, e con lui la sua famiglia,
compresa sua madre , aveva subito, due mesi fa, uno sfratto per
morosità senza alcuna alternativa a disposizione. È proprio di oggi
la notizia che una famiglia su nove nelle Marche non è più in
grado di pagare il canone di locazione. Nelle Marche, circa 100 mila
famiglie, il 15,9% del totale, sono in affitto. Nell'arco del 2012
sono stati emessi 1.202 provvedimenti esecutivi di sfratto per
morosità su un totale di 1.252. Per questo non è più accettabile
il disimpegno delle amministrazioni locali che fanno ricadere il
problema sempre sul solito punto della mancanza di fondi.
Se sforare
il patto di stabilità è illegale, pretendiamo dalle amministrazioni
locali, ed in particolare dal Comune di Ancona, che infrangano la
legge per evitare che, ancora una volta, la legge si abbatta contro
la vita delle persone. Vogliamo che tutti gli alloggi e gli edifici
abbandonati del Comune vengano aperti e dati in emergenza a chi
attualmente si trova realmente in mezzo la strada, senza lavoro e
senza la speranza di trovarlo. Oggi la situazione è drammatica e non
c'è più un secondo da perdere con proclami o dichiarazioni che
lasciano il tempo che trovano.
Bisogna agire ed è necessario farlo ora!
Dal canto nostro, come forza sociale in movimento per il cambiamento, prenderemo nelle prossime ore le decisioni adeguate per affrontare una fase delicata e critica come questa.
Ci aspetteremmo che così inizino a fare anche coloro i quali hanno responsabilità istituzionali perché fino ad adesso di aperture verso la gente che soffre la crisi e l'emarginazione non ne abbiamo viste, quello che ci è dato di osservare, invece, è una chiusura su tutti i fronti.
Una cosa sia chiara però, non chiederemo l'elemosina a nessuno poiché la loro elemosina rappresenterebbe una briciola di tutti i soldi che, ogni giorno, ci vengono sottratti per agevolare chi di soldi già ne ha a palate.
Quello che faremo è riprenderci ciò che ci tocca di diritto: la dignità.
“Anche se
avete chiuso
le vostre porte sul nostro muso
la notte che le
pantere
ci mordevano il sedere
lasciamoci in buonafede
massacrare sui marciapiedi
anche se ora ve ne fregate,
voi
quella notte voi c'eravate.”
De Andrè
Centro Sociale Asilo Politico