Ancona - Quartiere Piano, una panchina per tutti!

Giovedì 6 settembre flash mob in Corso Carlo Alberto

30 / 8 / 2012

Sono settimane che si discute del quartiere Piano descrivendolo come un potenziale covo di criminalità e antiestetico a causa della numerosa  presenza di persone che purtroppo sono costrette a vivere per strada in mancanza di una degna alternativa. Siamo stufi della retorica e della falsità con cui le istituzioni si approcciano ai gravi disagi sociali che sempre più persone sono costrette a subire.

Il quartiere in questione è con la maggiore densità di popolazione migrante dopo quello degli Archi e con numerose attività aperte dagli stessi. Un quartiere estremamente vivo perché lungo le sue strade trovi sempre qualcosa di aperto e persone che stanno insieme riempiendo una  delle piazzette principali che lo caratterizza. Tali luoghi, proprio in questi mesi, sono stati enormemente vissuti soprattutto dai bambini stranieri che di straniero hanno solo i tratti somatici, considerando che la maggior parte di essi sono nati in Italia. Tanto movimento, tanti colori, tante età differenti che si incontrano ma che per la maggior parte dei cittadini anconetani sono vissuti con sofferenza perché “gli hanno rubato il posto”… C’è chi si lamenta del posto rubato sulla panchina, di quello rubato in piazza, e dell’altro che gli ha rubato l’attività... Pare evidente che i posti “occupati” sono tali perché vuoti, o meglio abbandonati.

Quindi su questo ci sentiamo di ringraziare le persone che stanno ridando vita a una città abituata a muoversi al ritmo di una lumaca e con la stessa assenza di rumore. Vorremmo vivere in una città aperta che inevitabilmente se vuole crescere deve essere aperta al cambiamento ed in grado di rispondere alle esigenze delle persone che la abitano. Per esempio, quanto è assurdo pensare di risolvere il problema delle “panchine dormitorio” con una ammenda di 156 Euro? Come pensare che le persone che vivono per strada possono intimorirsi di questo? Oppure come pensare che le ordinanze, le quali addirittura vietano di sedersi sul poggi-spalle della panchina,possano risolvere il problema di chi non ha una casa, o di chi ha perso un lavoro, peggio ancora, di chi non ha nulla da mangiare?  Vogliamo anche spiegare alle tante persone interessate a tale dibattito che, al contrario di quanto si scrive sui giornali, le strutture di accoglienza scarseggiano sul nostro territorio e che quelle esistenti non sono in grado di organizzare un’assistenza sul lungo periodo.

Vorremmo invitare chi, ha preso parola su questa situazione, di venire con noi ad incontrare le persone che “promuovono” l’anti-decoro nelle nostre strade, per capire innanzi tutto chi sono e soprattutto quale storia hanno alle spalle e quante porte hanno bussato per chiedere un aiuto, da non confondersi  con  assistenza ma l’esigere il rispetto di un diritto!

Ma per ritornare sulla questione dei centri per accoglienza vorremmo anche precisare che nel mese di agosto quando, per alcune settimane ,fu chiuso un Tetto per Tutti, a causa di lavori o di mancanza di personale (anche lì non ci fu molta chiarezza sulla questione), i rifugiati che vi alloggiavano sono rimasti a dormire coi materassi fuori dalla struttura. E noi del centro sociale, lo sappiamo bene perché in quei giorni facemmo presente alle istituzioni che eravamo disponibili ad accoglierli nel nostro spazio. A parte un grazie, nessuno ci chiamò perché non ce n’era bisogno. Eppure la stessa sera ci siamo recati presso il centro di accoglienza e li abbiamo trovati un po’ per  strada, e un po’ all’interno delle carrozze dei treni morti della stazione. Tutto ciò è molto buffo, soprattutto quando le stesse istituzioni, nello stesso periodo stanno promuovendo il Festival Adriatico Mediterraneo dedicato alle culture di questo bacino e ai temi delle migrazioni. Pensate che ci sono giornate dedicate alla proiezioni di film come Mare Nostrum o Mare Chiuso, che più volte sono stati proiettati all’interno dei nostri spazi autogestiti e che con ipocrisia si ripropongono per render “romantico” qualcosa che in realtà è una vera e propria tragedia di cui noi portiamo i segni all’interno del nostro porto. Quante morti, quanti respingimenti, quanti abusi perpetrati sui quei corpi che a qualcuno piace celebrare senza assumersi poi la responsabilità di una presa di posizione su ciò che accade quotidianamente nel perimetro  della nostra frontiera con il Mediterraneo.

Per tutto questo, pensiamo che né i grandi dibattiti, né le  ordinanze speciali,o peggio l’incursione dell’esercito a cui sempre più sgradevolmente assistiamo, possano eludere o, peggio ancora, risolvere i problemi sociali  che non diminuiranno, ma tenderanno ad acutizzarsi con l’avanzare della crisi e soprattutto  con l’assenza di iniziative intelligenti e condivise!

Noi stiamo promuovendo un lavoro di video-inchiesta per comprendere al meglio la composizione sociale di alcuni quartieri discriminati all’interno della nostra città. Vogliamo stare a contatto con la gente e con la vita reale che non è certo quella che ci vogliono far credere.

Intanto lunedì 3 settembre ci vediamo in Corso Carlo Alberto alle 21.30 per un Flash Mob… giusto, giusto per tirarci sul il morale!

Ancona - Centro Sociale Asilo Politico