Ancona - "No ai tagli al fondo sociale" Presidio in Regione

Martedì 21 luglio mobilitazione al Consiglio Regionale per il ripristino immediato del Fondo Sociale

20 / 7 / 2015

Ritroviamoci in Regione per il ripristino immediato del Fondo Sociale 

34 - 33 =1 
La sottrazione non è mai un'equAzione!

Con questa operazione, in milioni di euro, la Regione Marche ha tagliato il finanziamento al Fondo Sociale per il 2015.

Questa è la manovra di bilancio, manovra capestro, deliberata dalla scorsa legislatura dell'Ente Regionale guidata dal Governatore Spacca. Il Governatore Ceriscioli eletto alle ultime elezioni regionali, nel corso della campagna elettorale ha promesso ai Comuni marchigiani che si trovano impossibilitati a garantire i servizi sociali essenziali ai propri cittadini, il ripristino almeno parziale del Fondo chiedendo di fidarsi degli impegni presi (...): ad oggi, però, non c'è ancora un minimo di piano economico concreto che possa garantire un euro. 

Intanto, tra promesse ed aspettative, siamo arrivati a Luglio: a Settembre nessuno sa come gestire la riapertura degli asili nido, il sostegno alle famiglie per l'assistenza agli anziani non autosufficienti o come garantire la presenza degli educatori per il sostegno scolastico degli alunni diversamente abili. 

Il Fondo sociale infatti, finanzia anziani e non autosufficienti, disabilità e salute mentale, infanzia ed adolescenza, invalidità civile, sostegno alle famiglie e alle nuove povertà, dipendenze patologiche, detenuti ed ex detenuti, immigrazione e inclusione sociale, disagio giovanile, sostegno al reddito e diritto all'abitare, strutture sociali e terzo settore: con l'azzeramento di questa voce del capitolo di bilancio, si cancella un pezzo importantissimo del welfare regionale.

I Comuni marchigiani, schiacciati dal Patto di Stabilità e dalle manovre di finanza pubblica, dovranno far fronte ai bisogni sociali della popolazione che sotto il peso delle politiche di Austerity stanno crescendo con velocità, usufruendo dei soli fondi in arrivo dallo Stato.

Ma proprio sul fronte delle politiche socio-sanitarie e socio-assistenziali le conseguenze della progressiva demolizione del welfare italiano hanno dato i frutti più marcati.

Un dato eclatante è quello legato all’andamento del Fondo per le politiche sociali, istituito nel 1997 per garantire risorse aggiuntive agli Enti locali e consentire la strutturazione di servizi a supporto di anziani, disabili, infanzia, famiglie in difficoltà, che testimonia il progressivo ed importante ridimensionamento dell’impegno pubblico nel finanziamento di queste politiche, nonostante il parziale recupero degli ultimi due anni. 

"Le risorse assegnate al Fondo sono passate da 1,6 miliardi di euro nel 2007 a 435,3 milioni nel 2010, per poi scendere a soli 43,7 milioni nel 2012 e infine recuperare in parte negli ultimi due anni fino ai 297,4 milioni del 2014 - sottolinea il Censis -. La riduzione e' stata dell'81% nel periodo 2007-2014, gli anni della crisi. Anche il Fondo per la non autosufficienza e' passato dai 400 milioni di euro del 2010 al totale annullamento nel 2012, per poi risalire a 350 milioni nell'ultimo anno" (ITALPRESS).

Se il Fondo Sociale Regionale non verrà ripristinato, quindi, le conseguenze saranno veramente drammatiche.

Manovre finanziarie e piani di assestamento di bilancio criminali stanno letteralmente strangolando il mondo del sociale.

I Tagli, che colpiscono il livello territoriale, sono risorse sottratte agli enti locali e di conseguenza a tutte quelle realtà del pubblico e del privato sociale che con essi collaborano.

Le Cooperative Sociali e i lavoratori impiegati nell'assistenza rappresentano l'altro aspetto delle drammatiche prospettive in cui ci proietta la perdita di progetti e servizi per le fasce deboli: tante le realtà che saranno costrette a chiudere, gli interventi soppressi, gli operatori che perderanno il proprio posto di lavoro.

L'ADL, Associazione Diritti dei Lavoratori, sta dando l'allarme sul fronte occupazionale che in questo settore è già caratterizzato da precarietà e da difficili condizioni di lavoro. 

Le numerose associazioni dei familiari degli utenti che hanno dato vita alla Campagna " Trasparenza e diritti" hanno già manifestato l'urgenza della propria condizione e invitato tutti a solidarizzare e a far sentire la propria voce.

Radio Senza Muri (una radio web comunitaria nata da un progetto che ha voluto creare un punto di incontro per persone che sono normalmente definite "aventi un disagio sociale" e persone che si usa definire "normali", trasmettere insieme), ha sottolineato da tempo un importante ulteriore rischio di ricaduta che il taglio economico potrà determinare: quello di "sanitarizzare" sempre più l'assistenza, spostarla verso le situazioni più gravi e ridurne i contenuti più propriamente "sociali", di accompagnamento, promozionali, ambientali. Di rinunciare insomma a tutto ciò che è prevenzione e contributo alla giustizia sociale, per intervenire solo sull' "emergenza". Con costi - economici e umani - ben più alti.

Una comunità misura il suo grado di civiltà a partire dal livello di solidarietà e rispetto dei diritti che riesce a praticare, da come riesce a prendersi cura di chi ha più bisogno, dei soggetti più fragili.

Se vogliamo scongiurare di ritrovarci a breve nella barbarie è necessario che i soggetti sociali si uniscano in un'azione comune a difesa dei più deboli.

Tutti insieme, il 21 LUGLIO, ore 10.30, al palazzo della Regione Marche dove si riunirà il Consiglio Regionale, ci mobiliteremo perchè il fondo Sociale Regionale deve essere da subito ripristinato!

Centri Sociali Marche

ADL (Associazione Diritti Lavoratori)

Radio Senza Muri