Amburgo – Un altro esempio della strategia tedesca del riarmo

9 / 1 / 2014

Quando in Russia, in Turchia o in Ucraina i governi attaccano i diritti fondamentali e la democrazia il governo tedesco fa finta di essere il guardiano della libertà e dei valori “giusti” criticando le pratiche autoritarie in questi paesi. Quando invece una massa di gente si riprende questi cosiddetti diritti in Germania per contestare le politiche di austerity e le decisioni della Banca Centrale Europea a Francoforte o per il diritto alla casa e contro le politiche razziste ad Amburgo questi valori democratici non contano più. E’ abbastanza assurdo, ma l’attacco poliziesco ad una massa critica che segue un corteo autorizzato nel suo percorso come nel caso della manifestazione del 21 Dicembre ad Amburgo ci ha fatto capire un’altra volta quest’anno che in Germania non possiamo più manifestare in un corteo classico.

La dichiarazione della zona di pericolo ci ricorda l’imposizione di uno stato d’eccezione.
In questo contesto l’Ambasciata americana invita i suoi cittadin* a prestare attenzione e prudenza ad Amburgo (http://www.tagesspiegel.de/politik/vorsicht-auf-der-reeperbahn-us-botschaft-warnt-vor-gefahrengebiet-hamburg/9300194.html)

Così nell’ultimo weekend sono state controllate più di 400 persone senza motivo. Solo perché sembravano essere estremisti di sinistra. Ma tutto questo sta provocando una discussione vivace in Germania, nella quale anche alcuni giornali stanno cambiando posizione e stranamente, anche alcuni poliziotti stanno parlando di attestazioni false servite a giustificare le misure di stato d’eccezione (http://www.spiegel.de/panorama/justiz/angriff-auf-davidwache-zweifel-an-darstellung-der-polizei-a-942235.html).
Il Ministro del Interno del Senato d’Amburgo (del partito SPD-Socialdemocrazia) sta legittimando la zona di pericolo sostenendo che le autorità dispongano della legge per limitare il diritto di libertà. Questo ci fa capire ancora una volta quale sia il concetto di democrazia dei signori al potere.

La giornata del 21.12.2013 è stata importante per il movimento tedesco. Sia perché serviva a rivendicare chiaramente e con forza i diritti dei rifugiati di Lampedusa (dopo la tragedia di questo Autunno la polizia di Amburgo ha iniziato di controllare gente “strana” nelle strade di Amburgo senza alcun motivo), ma anche per fare vedere la grande solidarietà con la Rote Flora – un centro sociale storico.
La Rote Flora si trova nel cuore del quartiere Schanze e St.Pauli di Amburgo. Il palazzo è stato costruito nel 1888 ed era luogo di spettacoli teatrali. Dopo la Secondo Guerra Mondiale sorse al suo interno un cinema e successivamente un centro commerciale. Nel 1989 il palazzo venne occupato ed è diventato luogo centrale del movimento autonomo d’Amburgo con eventi di musica e discussione. Dopo un incendio nel 1995 tanti compagn* hanno ricostruito gran parte del palazzo. Nel 2001 il Senato della città ha venduto il palazzo all’immobiliarista Klausmartin Kretschmer che garantiva di tutelare la Rote Flora per 10 anni come un centro culturale e sociale. Dal 2010 si sono diffuse sempre di più voci che parlano dello sgombero del centro sociale.
Poiché Kretschmer si trova in difficoltà finanziarie cerca di vendere il palazzo. Ma non sarà facile sgomberare questo centro sociale perché non solo è un luogo importante per Amburgo, ma un centro importante per tutto il movimento autonomo e post-autonomo tedesco.
I 10mila compagn* nelle strade di Amburgo il 21.12.2013 hanno fatto vedere la potenza, ma anche la rabbia contro l’idea dello sgombero. Parallelmente la città cerca di sgomberare anche altre case occupate e tutto questo fa parte di un lungo processo di gentrificazione, per costruire una città di vetro, pulita e dove gli abitanti “storici” non possano più pagare l’affitto.

Quindi si incrociavano tanti motivi per manifestare poco prima di Natale nel Nord della Germania.
Il corteo che si era formato davanti la Rote Flora era autorizzato. Dopo 20-50 metri la polizia era intervenuta con spray al peperoncino ed idranti dicendo che manifestant* avevano lanciato sassi ed altro. I primi minuti del corteo invece si vedono molto bene in questo video (https://www.youtube.com/watch?v=rvQGQhxfDhc#t=25), ma non si vede nessun sasso o altro.
Dopo che la polizia ha fermato il corteo sono iniziati scontri che in Germania non si vedevano da qualche anno.
Ovviamente la polizia parla e giustifica questo intervento con le solite parole dei “teppisti che volevano distruggere la città”, gli autonomi e “gente dell’estrema-sinistra” che sono un pericolo per la sicurezza pubblica.

In Germania sembra sempre più normale vietare qualsiasi protesta in modo preventivo.
Tra l’altro stiamo notando uno spostamento della separazione classica dei poteri.
Il potere giudiziario sta perdendo forza in confronto con l’esecutivo.
Uno sviluppo autoritario che vediamo con le politiche di austerity nei paesi del Sud dell’Europa e che vediamo anche nel cuore della bestia guardando la politica – uno processo non democratico vero.

E’ sicuro che non si potrà sgomberare la Rote Flora facilmente.
Ma le immagini delle quali stampa e polizia stanno parlando dopo il 21 Dicembre e cioè di una situazione che ci ricorda una guerra civile le stanno costruendo loro – politici, senatori e la stessa polizia – con uno stato d’eccezione assurdo.
Notiamo un’escalation nella stampa e negli organi politici. Si parla anche di un riarmo verbale. Problemi sociali si confrontano con la politica di ordine e disciplina. Parte della politica e delle forze di polizia già stanno rivendicando più potere ed autorità per l’esecutivo.
Gli avvocati della Rote Flora e anche l’Associazione dei Poliziotti Critici parla di “mancanza di scrupoli” e dell’uso di bugie da parte della polizia per legittimare centinaia di manifestanti feriti, ma soprattutto l’atto grave di bloccare una manifestazione così.

Il vento sta cambiando un po’.
Vediamo come si svilupperà questo conflitto.
Speriamo di trasformare il conflitto del 21 Dicembre a un livello quotidiano e non solo nella città d’ Amburgo.
Il conflitto d’ Amburgo non è un conflitto su questioni di ordine, ma un conflitto politico.
Soprattutto guardando avanti verso l’apertura del nuovo Palazzo della BCE però dobbiamo inventarci nuove pratiche per contestare.