Amazon sorveglia segretamente lavoratori e ambientalisti

15 / 1 / 2021

Dozzine di documenti trapelati dal Centro per le Operazioni di Sicurezza Globale di Amazon rivelano che la compagnia si è affidata a membri operativi di Pinkerton per spiare i magazzinieri Amazon e per un monitoraggio esteso di sindacati, attivisti ambientali e altri movimenti sociali. Proponiamo la versione italiana di questa analisi di Lauren Kaori Gurley pubblicata da Vice. Traduzione di Marco Miotto.

Decine di inchieste interne di Amazon rivelano nel dettaglio l’ossessivo monitoraggio dei movimenti sindacali organizzati, dei movimenti ambientalisti e dei movimenti sociali in Europa da parte della compagnia, in particolare, durante la “stagione di pinta” di Amazon, fra il Black Friday e Natale. Le inchieste, ottenute da Motherboard, sono state scritte nel 2019 da analisti di intelligence assunti da Amazon che lavorano per il Centro per le Operazioni di Sicurezza Globale, la divisione della compagnia incaricata di proteggere i dipendenti, i venditori e i beni di Amazon all’interno delle sue strutture situate in tutto il mondo.

I documenti illustrano come gli analisti di Amazon monitorino da vicino sia le attività di organizzazione sindacale dei suoi lavoratori in Europa, sia i gruppi di giustizia ambientale e sociale su Facebook e Instagram. Indicano anche, e un portavoce di Amazon lo conferma, che Amazon ha assunto membri operativi dell’agenzia Pinkerton – tristemente nota agenzia di spionaggio conosciuta per le sue attività antisindacali – per raccogliere informazioni sui magazzinieri.

Le email interne inviate al Centro per le Operazioni di Sicurezza Globale di Amazon, ottenute da Motherboard, rivelano che tutti i membri delle divisioni del Centro in tutto il mondo ricevono aggiornamenti sulle attività di organizzazione sindacale nei magazzini, che includono la data, l’ora e il luogo esatti, la fonte che ha riportato l’azione, il numero di partecipanti all’evento (in alcuni casi l’affluenza di persone che partecipano all’azione sindacale) e una descrizione di quello che è successo, come ad esempio “sciopero” o “distribuzione di volantini”. Altri documenti rivelano che gli analisti di intelligence di Amazon tengono sotto controllo: il numero di magazzinieri che partecipano alle riunioni sindacali; le specifiche situazioni di insoddisfazione riguardo alle condizioni del magazzino, come ad esempio i carichi di lavoro eccessivi; i casi di furti nei magazzini, da una bottiglia di tequila a di $15.000 di smart watch.

I documenti offrono uno sguardo inedito sugli apparati di sicurezza interna e di sorveglianza di una compagnia che ha vigorosamente cercato di soffocare il dissenso dei lavoratori ed è stata sorpresa a calunniare i dipendenti che cercavano di organizzare i loro colleghi. L’approccio di Amazon nel gestire la propria forza lavoro, i sindacati e i movimenti ambientalisti e sociali come se fossero una minaccia, ha gravi implicazioni sulla privacy dei suoi lavoratori e sulla possibilità di unirsi ai sindacati e di portare avanti contrattazioni collettive – non solo in Europa. Tutto ciò dovrebbe essere preoccupante, sia per i clienti sia per i lavoratori negli Stati Uniti e in Canada e nei paesi dove la compagnia si sta espandendo, ovvero in Turchia, Australia, Messico, Brasile, e India.

Sembra che gli analisti di intelligence raccolgano informazioni sui movimenti sindacali e sociali per prevenire qualsiasi interruzione alle operazioni di adempimento degli ordini effettuati. I nuovi rapporti di intelligence ottenuti da Motherboard rivelano nel dettaglio come Amazon utilizzi i social media per tracciare l’attivismo ambientalista in Europa – inclusi Greenpeace e Fridays For Future, il movimento di sciopro globale climatico di Greta Thunberg – e come Amazon percepisca questi gruppi come una minaccia alle sue operazioni. Nel 2019 Amazon ha monitorato il movimento dei Gilet Gialli, un movimento francese di giustizia economica dal basso, i movimenti di soliderietà a Vienna e le proteste contro la repressione in Iran.

Lo scopo dichiarato di questi documenti è di “evidenziare potenziali rischi/pericoli che potrebbero avere un effetto sulle operazioni di Amazon, al fine di rispettare leaspettative dei consumatori.”

“Come ogni azienda responsabile, manteniamo un certo livello di sicurezza all’interno delle nostre operazioni per tenere al sicuro i nostri dipendenti, gli edifici e le merci in magazzino” ha riferito a Motherboardi Lisa Levandowski, una portavoce di Amazon. “Questo include avere una squadra di investigazione interna che lavora, se necessario, con le forze dell’ordine. Tutto quello che noi facciamo è in linea con le normative vigenti ed è portato avanti con la piena consapevolezza ed il pieno supporto delle autorità locali. Qualsiasi tentativo di rendere sensazionali queste attività e qualsiasi insinuazione che staremmo facendo qualcosa di inusuale o di sbagliato è irresponsabile e scorretta.”

Levandowski ha negato che Amazon abbia assunto infiltrati e ha dichiarato che qualsiasi affermazione che Amazon compia le suddette attività nelle sue operazioni a livello globale è falsa.

Tuttavia, in un rapporto del novembre 2019, un analista ha scritto che Amazon ha assunto le spie Pinkerton, le quali erano state “inserite” in un magazzino a Wroclaw in Polonia, per investigare sull’accusa che l’amministrazione aiutasse gli aspiranti lavoratori a superare i colloqui di lavoro e che probabilmente conducesse per loro la procedura.

Secondo il rapporto di Amazon, le spie Pinkerton sono state collocate in un magazzino a Wroclaw, conosciuto come WRO1, gestito dalla ditta appaltatrice di Amazon Adecco, per indagare in merito. “Gli operatori Pinkerton sono stati inseriti a WRO1 Adecco fra il 19 e il 21 novembre 2019. Non è stata osservata nessuna prova identificabile di assistenza da parte delle agenzie di collocamento. Sono in corso azioni investigative per provare o confutare questa ipotesi.”

Il rapporto si riferisce alla Pinkerton Detective Agency, la quale, tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, ha fornito negli Stati Uniti detective per infiltrare i sindacati e ha assunto bande di picchiatori per costringere gli operai delle acciaierie a non impegnarsi in attività sindacali. Oggigiorno Pinkerton è una sussidiaria della compagnia di sicurezza svedese Securitas AB e di recente, nel 2018, ha fornito operatori per monitorare degli scioperi in West Virginia.

Levandowski, la portavoce di Amazon, ha confermato che Amazon si è avvalsa dei servizi della Pinkerton Detective Agency. “Abbiamo accordi commerciali con compagnie specializzate per svariate ragioni – nel caso di Pinkerton per proteggere le spedizioni di alto valore in transito” ha dichiarato. “Non usiamo i nostri partner per raccogliere informazioni sui lavoratori dei magazzini. Tutte le attività che svolgiamo sono pienamente in linea con le leggi vigenti e sono condotte con la piena consapevolezza e il pieno supporto delle autorità locali.”

Alcuni dei rapporti interni ottenuti da Motherboard suggeriscono inoltre che gli analisti del rischio di Amazon usino le medesime tattiche per monitorare centinaia di migliaia di magazzinieri e corrieri nelle Americhe, in Medio Oriente, in Australia e in Asia Orientale.

“Non basta che Amazon abusi del suo potere di mercato dominante e che affronti le norme anti trust dell’Unione Europea, ora stanno esportando in Europa i metodi delle attività antisindacali americane del XIX Secolo.” Ha riferito a Motherboard Christy Hoffman, segretario generale di UNI  Global, una federazione globale di sindacati che rappresenta più di 20 milioni di lavoratori. “Questa compagnia ignora la legge, spiando i lavoratori e usando ogni pagina del copione antisindacale americano per mettere a tacere le loro voci.”

“Per anni la gente ha equiparato i dirigenti Big Tech con i capitalisti selvaggi del XIX Secolo”, continua Hoffman, “e ora, usando Pinkerton per fare il suo lavoro sporco, Bezos [CEO di Amazon] rende questo collegamento ancora più chiaro.”

In ottobre Leïla Chaibi, un membro francese del Parlamento Europeo, ha scritto a Bezos una lettera, sottoscritta da 37 membri del Parlamento Europeo, in cui condanna i recenti rapporti sull’intromissione di Amazon nell’organizzazione del lavoro in Europa.

“Con Jeff Bezos ci confrontiamo con qualcuno che non si limita semplicemente a gestire un’azienda e a vendere i suoi prodotti, ma con una minaccia per la nostra democrazia”, ha riferito Chaibi a Motherboard commentando i nuovi rapporti sulla sorveglianza da parte di Amazon nei confronti dei lavoratori e dei movimenti sociali in Europa. “Questo è un grande pericolo per l’Europa.”

“Questi rapporti indicano che le multinazionali come Amazon siano un ostacolo per le democrazie e le economie che lavorano per tutti e che abbiamo tutte le ragioni per essere preoccupati”, ha riferito Dania Rajendra, direttrice di Athena, una coalizione di decine di movimenti di base statunitensi alleati contro Amazon. “Abbiamo tutto il diritto di aspettarci che i nostri rappresentanti prendano sul serio queste informazioni e che proteggano le comunità danneggiate da Amazon.”

Fino a poco tempo fa, poco è stato reso pubblico sulle iniziative e strategie antisindacali di Amazon – nonostante anni di rapporti sull’opposizione di Amazon alle attività sindacali e di presunte ritorsioni contro i lavoratori che si organizzavano negli Stati Uniti. In settembre, in seguito allo sdegno dell’opinione pubblica, Amazon ha rimosso gli annunci di lavoro per due incarichi da analisti di intelligence che lavoravano per il Centro Operazioni di Sicurezza Globale perché stavano tracciando “minacce di organizzazioni sindacali” nei confronti di Amazon. “Altamente richiesta fluidità (scritta e orale) in una seconda lingua come hindi, tagalog, spagnolo, arabo, francese, mandarino, coreano, giapponese o portoghese brasiliano” era scritto nell’annuncio, suggerendo che la compagnia stava tracciando organizzazioni sindacali in tutto il mondo.

UNI Europa, un ramo di UNI Global Union, che rappresenta 2 milioni di lavoratori nell’Unione Europea, ha risposto alla notizia degli incarichi lavorativi richiedendo che la Commissione Europea indagasse sui tentativi di Amazon di spiare i lavoratori europei, ritenendo tali tentativi “potenzialmente illegali.”

Una fonte a conoscenza delle attività illegali di intelligence di Amazon ha riferito a Motherboard che per tracciare le proteste e altre attività sindacali, gli agenti di intelligence di Amazon creano account senza foto sui social media e tracciano l’attività online dei lavoratori che dirigono le attività sindacali. Motherboard ha garantito anonimità a questa fonte per paura di ritorsioni da parte di Amazon.

“La squadra sorvegliava persone utilizzando account falsi sui social media”, riferisce la fonte. “Usavano un nome falso e un profilo senza foto. La parte peggiore è che leggevano tantissime conversazioni e messaggi e sapevano tutto sulle vite private di queste persone. Sapevano se avevano avuto una brutta giornata in famiglia.”

Levandowski, la portavoce di Amazon, dice che è contrario alla politica aziendale creare account con nomi falsi e profili privi di foto.

Una squadra all’interno del Centro Operazioni di Sicurezza Globale di Amazon, che secondo LinkedIn include ex analisti di intelligence militare, monitora nel dettaglio attività sindacali in Francia, Regno Unito, Italia, Spagna, Germania, Polonia, Austria, Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca – rilevando dove i gruppi sindacali organizzati sono più forti e dove potrebbero influenzare i lavoratori di Amazon.

In una serie di documenti, conosciuta come “valutazione dei rischi relativi alla sicurezza”, gli analisti raccolgono i dati e valutano i potenziali rischi per le operazioni di Amazon nei siti dove operano e opereranno in futuro i magazzini, nei centri di smistamento e nelle stazioni di spedizione di Amazon. Le analisi sono suddivise in quattro categorie: crimine; crimine ai danni della merce; estremismo e terrorismo; ambiente operativo. Per esempio, all’interno del monitoraggio riguardante il crimine, gli analisti monitorano il commercio di droga, rilevando come potrebbe influire negativamente sui magazzini Amazon ma anche, nello specifico, se i suoi lavoratori potrebbero essere consumatori di droga. Le richieste di valutazione dei rischi in merito ai siti dei magazzini Amazon sono inviate alla squadra tramite email, stando a quanto riporta un’email visualizzata da Motherboard.

Secondo i documenti, la categoria delle valutazioni di rischio “ambiente operativo” copre le attività lavorative, come la presenza di sindacati. Si occupa inoltre di proteste, manifestazioni, disobbedienza civile e agitazioni nelle aree dove Amazon ha i magazzini o ha intenzione di costruirli. Ad ogni categoria viene assegnato un colore che indica l’indice di rischio: “trascurabile”, “basso”, “moderato”, “alto”, “critico”. L’indice definisce il rischio “critico” come “una forte possibilità che la fonte di minaccia agisca con mezzi che possono avere un potenziale impatto sui soci, sulla continuità aziendale o sulle risorse di Amazon.”

In un rapporto di ottobre 2019, un magazzino Amazon nel centro extraurbano di Parigi, conosciuto come DIF4, è stato considerato a rischio “moderato” nella categoria “ambiente operativo”. Anche se non vi era nessuna presenza di sindacati nei magazzini logistici di Amazon in Francia, cosiddetti “gruppi anarco sindacalisti”, tra cui la Confédération Générale du Travail Unitaire (CGTU), uno dei sindacati più potenti della Francia, “avevano tentato di ottenere il sostegno degli associati parigini [di Amazon Logistics] in passato”. Il rapporto notava che “tali iniziative risultano rare, di raggio limitato e, in ultima analisi, di scarso successo.”

Due mesi dopo, in dicembre 2019, i lavoratori del magazzino DIF4, insieme alla CGTU, hanno tolto l’elettricità al magazzino per otto ore in protesta contro l’assunzione di lavoratori temporanei, provocando una coda di tir Amazon vuoti per ore sull’autostrada, secondo un articolo di Le Parisien.

In due rapporti, i futuri siti di magazzini Amazon fuori Milano e in Sardegna, in Italia, sono stati considerati a rischio “moderato” nella categoria “ambiente operativo” in parte perché i sindacati, inclusi CGIL e UIL Trasporti, hanno tenuto delle manifestazioni nei siti di altri magazzini Amazon insieme ai lavoratori.

“Fino ad ora queste azioni sindacali non sono abbastanza grandi per compromettere significativamente le operazioni di Amazon o per creare prolungati ritardi nelle spedizioni” dice il rapporto. “Tuttavia, le azioni di sciopero spesso avvengono senza preavviso o con poco preavviso”. Altri due rapporti di fine 2019 sui futuri siti di magazzini Amazon in Bassa Sassonia e in Baviera in Germania evidenziavano la presenza del sindacato Verdi (il sindacato ha condotto numerosi scioperi in diverse città della Germania, incluso uno sciopero durante il Prime Day di quest’anno) e di gruppi ambientalisti come Greenpeace, Extinction Rebellion e del movimento giovanile di Greta Thunberg Fridays For Future considerandoli una minaccia, e notando che Fridays For Future stava “aumentando la sua influenza specialmente sui giovani” e “ crescendo e attraendo sempre più gente”.

Il movimento della Thunberg non ha preso di mira Amazon direttamente, il suo appello a uno sciopero climatico globale nel 2019 ha incoraggiato centinaia di lavoratori Amazon a scioperare contro la politica climatica di Amazon.

“Siamo lusingati che Amazon ci consideri una minaccia abbastanza grande da giustificare pratiche discutibili come questa”, ha riferito Fridays For Future a Motherboard in una dichiarazione, in risposta alla notizia. “Il fatto che le proteste giovanili in tutto il mondo siano qualcosa che una multinazionale senta di dover sorvegliare – significa che quello che stiamo facendo sta funzionando”.

Da quando Amazon ha pubblicato annunci di lavoro per assumere due agenti di intelligence che riuscissero a tracciare “minacce di organizzazione sindacale”, i giornalisti hanno ottenuto più documenti che rivelano l’uso di tecnologie sofisticate e le strategie che la compagnia ha utilizzato per sorvegliare la sua forza lavoro e ottenere informazioni sulle organizzazioni sindacali. In settembre Motherboard ha ottenuto le prove del fatto che Amazon stava utilizzando uno strumento di monitoraggio dei social media per spiare decine di gruppi Facebook privati di corrieri Amazon Flex negli Stati Uniti e in Europa. Lo scorso mese (ottobre 2020) un rapporto apparso su Recode ha rivelato che Amazon ha investito in maniera significativa in uno strumento geospaziale che traccia le minacce all’azienda. Su circa 40 data point tracciati da Amazon, almeno la metà sono legati al lavoro e ai lavoratori, tra cui “attivismo/sindacalizzazione di Whole Foods Market”, “flussi di sovvenzioni” e “presenza di sindacati locali e gruppi Alt Labor”.

In ottobre quattro senatori degli Stati Uniti, tra cui Bernie Sanders ed Elizabeth Warren, hanno reagito a questi rapporti conn una lettera a Jeff Bezos chiedendo che Amazon cessi di “interferire attivamente con i diritti dei lavoratori tracciando e monitorando i dipendenti che potrebbero esercitare i loro diritti di libertà di associazione”.

“Amazon deve smettere con le parole vuote, dire la verità sulle sue infrazioni relative alla sicurezza dei dipendenti e cessare di minare il diritto legale dei lavoratori ad organizzarsi” ha detto Warren circa i nuovi rapporti ottenuti da Motherboard. “Fino ad allora, non smetterò di battermi per questi lavoratori, per i loro diritti e la loro sicurezza”.

I senatori dell’Oregon Ron Wyden e Sherrod Brown, il quale ha anche scritto di recente a Bezos richiedendo informazioni riguardo alle interferenze di Amazon sul diritto dei lavoratori ad organizzarsi , hanno inviato dichiarazioni a Motherboard condannando le intromissioni di Amazon nel diritto di organizzazione e ciò che era emerso dai nuovi rapporti.

“Lo spionaggio di Amazon sui propri dipendenti è particolarmente odioso” ha detto Wyden. “È la prova principale del bisogno di promulgare nuove leggi che rafforzino le protezioni federali all’organizzazione dei lavoratori e che puniscano i responsabili di infrazioni”.

“L’entità di questa sorveglianza, il fatto che Amazon abbia fatto tutto il possibile per nasconderla ai propri dipendenti ed il suo obiettivo dichiarato sono estremamente allarmanti”, ha detto il senator Brown. “Il fatto che Amazon abbia deciso di investire massicciamente in sistemi e sforzi per evitare la sindacalizzazione piuttosto che migliorare gli stipendi, gli orari e el condizioni lavorative dei suoi dipendenti dimostra uno sconsiderato disprezzo del benestare della propria forza lavoro”, continua Brown.

Un secondo tipo di rapporto, chiamato Revisione Aziendale Mensile, scritto dagli analisti di intelligence di Amazon, è suddiviso in sezioni regionali che esaminano in dettaglio i “punti alti” e i “punti bassi” di ogni mese e come Amazon gestisce le varie minacce individuate dalla squadra di intelligence di quel mese. Amazon ha descritto il suo utilizzo delle spie Pinkerton in questo tipo di rapporto.

Nello stesso rapporto che menzionava Pinkerton, un analista ha spiegato - che dopo aver ricevuto informazioni sul fatto che l’allora segretario del Partito laburista britannico Jeremy Corbyn avesse intenzione di visitare, a fine novembre 2019, un magazzino Amazon a Sheffield conosciuto come DXS1 - Amazon ha inviato ufficiali di sicurezza e membri della sua squadra di Prevenzione Sicurezza e Perdita a monitorare il sito. Nel suo discorso Corbyn ha promesso ai lavoratori che lo ascoltavano fuori dal magazzino che avrebbe “combattuto la cultura dell’imbroglio salariale” nelle multinazionali del Regno Unito.

Il rapporto sulla visita di Corbyn al sito conclude che “non è stato consentito nessun accesso non autorizzato durante la visita e che a un membro del pubblico è stato negato”.

Nel 2019 lo stesso rapporto dichiarava che i magazzinieri Amazon nel Regno Unito hanno riscosso un valore corrispondente a $37.900 di buoni Amazon, e che sei di questi magazzinieri sono stati identificati e licenziati. In Polonia Amazon ha allontanato due lavoratori sospettati di aver scritto “su pacchetti di giacenza di magazzino e in luoghi dove c’erano i cestini” frasi minacciose che “insinuavano  che l’autore avrebbe svolto un deliberato e malizioso tentativo di incendiare” il magazzino.

Per ogni regione vengono forniti dati sulle perdite in dollari della giacenza di magazzino di Amazon, il totale in dollari di giacenza di magazzino recuperata, il numero di arresti e di persone  licenziate e indagate, il numero di veicoli rubati. Per esempio nell’ottobre 2019 il rapporto dichiarava che Amazon ha perso $173.339,80 di giacenza di magazzino nel Regno Unito ma ha recuperato $131.592,05 di quelle perdite. Nel corso di quel mese quattro lavoratori UK sono stati arrestati, 35 lavoratori sospettati sono stati allontanati e 31 veicoli per le spedizioni sono stati rubati.

Sembra che i dipendenti delle Operazioni di Sicurezza Globale Amazon ricevano aggiornamenti regolari via email sulle attività sindacali dei lavoratori.

Una email ottenuta da Motherboard includeva la descrizione di un evento della durata di un’ora del 10 marzo 2020. “Due membri del sindacato CGT (uno dei sindacati più potenti della Francia)” che erano anche magazzinieri Amazon “hanno distribuito volantini davanti ai tornelli” in un polo Amazon ad Amiens in Francia. L’email includeva sia l’ora esatta della distribuzione dei volantini sia l’ora in cui sono stati denunciati ad Amazon, sia il nome del manager che ha riportato l’incidente. L’email riportava “che la distribuzione dei volantini è cessata e gli attivisti hanno lasciato il sito senza impatto sulle operazioni”. Un’altra email ottenuta da Motherboard includeva la descrizione di uno sciopero in un magazzino a Lipsia in Germania il 28 febbraio 2020. Stando all’email, 339 dipendenti Amazon erano in sciopero, di cui nessuno in posizioni di comando, e la percentuale di partecipazione prevista era del 46,37%.

Un altro gruppo di rapporti, conosciuto come “peak-risk assessment” (valutazione del rischio del periodo di punta), documenta le minacce ad Amazon fra il Black Friday e la fine dell’anno. È diventato abituale per i lavoratori in tutta Europa mettere in atto scioperi di massa contro Amazon nel periodo compreso fra il Black Friday e Natale, quando i lavoratori Amazon subiscono il tasso più alto di infortuni e il carico lavorativo diventa particolarmente estenuante.

I rapporti sull’ “alta stagione” ottenuti da Motherboard elencano tutti i potenziali eventi che potrebbero influire negativamente sulle operazioni di Amazon. Durante questo periodo Amazon crea liste contenenti date, orari e il numero di partecipanti alle proteste pianificate in ogni paese in cui Amazon opera. I dati vengono apparentemente raccolti da pagine di eventi sui social media.

La fonte di Motherboard a conoscenza delle pratiche di sorveglianza delle Operazioni di Sicurezza Globale di Amazon ha riferito che nel 2019 sono stati inviati in Francia degli analisti a monitorare le attività del movimento sociale dei Gilet Gialli nel tentativo di ottenere informazioni sui luoghi in cui avrebbero protestato.

Un rapporto sull’ “alta stagione” del 2019 menzionava che Amazon sospettasse che ci fossero legami fra i suoi magazzinieri e i Gilet Gialli a Parigi: “Le proteste a Parigi sono state pianificate, sia dai membri dei sindacati in sciopero, [sia dai Gilet Gialli], per il 7 dicembre. È previsto un corteo dei Gilet Gialli [sic] che partirà da Bercy alle ore 11:30 CET e arriverà a Porte de Versailles, passando per Austerlitz, Denfert, Place de la Catalogne e Porte de Vanves. Non è chiaro se i sindacati in sciopero parteciperanno alla stessa marcia organizzata [dai Gilet Gialli], ma si prevede che vi parteciperanno a partire da Montparnasse”.

Un rapporto sui rischi dell’ “alta stagione” di Amazon in Italia, i quali sono stati valutati come  “moderati”, registra in dettaglio le attività sindacali dei magazzinieri e dei corrieri in corso, notando da un lato le rimostranze specifiche fatte dai corrieri e dai magazzinieri durante le trattative sindacali, nella fattispecie legate ai turni domenicali e ai carichi di lavoro eccessivi, e dall’altro il numero dei corrieri che si erano iscritti a un sindacato e che avevano partecipato alle assemblee sindacali.

Nel rapporto si legge: “È stato riportato che in ottobre al DL01, 10 DA (corrieri) su 51 sono diventati membri [della CGIL] e che è stata organizzata un’assemblea a cui hanno partecipato 14 DA. Potenziali iniziative dei lavoratori di Amazon, indette dai sindacati tradizionali, danno l’opportunità al SICobas di partecipare e di mettersi in luce”, continua il rapporto, citando il sindacato italiano che ha organizzato scioperi nei magazzini Amazon durante il Black Friday. “Il gruppo è noto per aver utilizzato modus operandi più distruttivi e sovversivi, anche se, storicamente, precedenti blocchi e azioni distruttive hanno provocato una pronta reazione da parte delle forze dell’ordine”.

Un altro rapporto del 2019 descrive le attività di gruppi ambientalisti in Germania, mettendo in evidenza le informazioni raccolte dai social media. Un rapporto del dicembre 2019 dice: “Greenpeace Germania ha postato un altro video includendo Amazon sui propri social media [5 dicembre] in una modalità simile alle campagne precedenti. Il video mostra una donna che chiede ad ‘Alexa’ i migliori sconti per i regali natalizi, ‘Alexa’ le risponde che dovrebbe costruirsi i propri regali e passare il tempo con la famiglia a proteggere l’ambiente invece di cadere nel consumismo. A oggi il video ha ricevuto più di 100 likes ed è stato condiviso 28 volte. Il video non richiede alcuna azione diretta né indica alcuna azione di protesta imminente, ma non sono da escludersi azioni future come boicottaggi. Si nota che nei social media di Greenpeace l’aumento di campagne di questo tipo contro una compagnia o organizzazione ha, occasionalmente, preceduto azioni dirette contro quella compagnia; e questo è il terzo post legato ad Amazon in due settimane”.

L’organizzazione ambientalista internazionale Greenpeace ha attaccato Amazon a causa dei suoi contratti con le industrie petrolifere e del gas e ha criticato l’ “impegno climatico”di Bezos del 2019 di ridurre a zero le emissioni nette di carbonio entro il 2040, poiché non ha tenuto conto dell’impronta ecologica della sua filiera. Nel 2019 manifestanti di Greenpeace hanno protestato sul tetto di un magazzino Amazon in Germania.

Rolf Skar, direttore delle campagne di Greenpeace USA, rispondendo alle notizie che Amazon stesse tracciando l’attività dell’organizzazione, ha riferito a Motherboard che la compagnia si sbaglia nel considerare Greenpeace una minaccia per Amazon. “Noi non siamo violenti. Noi non distruggiamo la proprietà privata” ha detto Skar. “Il loro problema è una carenza di leadership in merito alla questione climatica. Non sono sorpreso ma sono deluso dal fatto che  investano le loro energie nella direzione sbagliata. Abbiamo fatto un gran lavoro per indicare le responsabilità dei giganti del tech riguardo alla loro crescente impronta ecologica. Ci sono molti segnali che indicano un progresso in questo campo, ma Amazon è un’anomalia. Amazon si è rifiutata di cessare di utilizzare le potenti tecnologie di intelligenza artificiale che aiutano le compagnie del fossile a trivellare in tutto il mondo e hanno un problema morale a riguardo”.

Nel settembre 2019 più di mille lavoratori Amazon hanno scioperato per protestare contro la mancata riduzione delle sue emissioni di carbonio e la mancata cessazione dei contratti con le compagnie fossili.

Inoltre il rapporto ha condiviso informazioni riguardo a una manifestazione a Vienna in solidarietà con le proteste in Iran sull’aumento del costo del carburante. Il rapporto include un’immagine del percorso della manifestazione ottenuta da Google Maps. Il rapporto dice: “Non è noto il numero preciso di partecipanti, comunque il 6 dicembre non è stata riportata nessuna interruzione delle operazioni Amazon”.

In risposta alle dichiarazioni sul fatto che i Centri delle Operazioni di Sicurezza Globale di Amazon abbiano monitorato i movimenti ambientalisti e di giustizia sociale, Levandowski, la portavoce di Amazon, ha detto: “Come la maggior parte delle compagnie, abbiamo una squadra di analisti che ci aiuta a prepararci per eventi esterni come interruzioni dovute al tempo atmosferico, blackout o grandi raduni di persone, come concerti o manifestazioni, che potrebbero interrompere il traffico o colpire la sicurezza dei nostri edifici e delle persone che vi lavorano”.

Stefan Clauwaert, avvocato e consulente dei diritti umani alla European Trade Union Confederation (Confederazione europea dei sindacati), ha riferito a Motherboard che le attività di intelligence di Amazon potrebbero potenzialmente violare le leggi europee sulla raccolta dei dati e violare le convenzioni e le norme del lavoro delineate dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro delle Nazioni Unite (ILO) e dalla Carta Sociale Europea del Consiglio d’Europa, che garantiscono entrambe ai lavoratori la libertà di sindacalizzarsi oltre che il diritto di organizzarsi e negoziare collettivamente. La legge europea sui dati privati personali del 2018, conosciuta come General Data Protection Regulation, o GDPR, impone alle compagnie di rendere pubblici la raccolta e l’utilizzo dei dati personali – e spiegare perché i dati vengono raccolti. Clauwaret dice: “Nell’UE abbiamo norme che tutelano i lavoratori e i sindacati. Riguardo a queste attività posso immaginare svariate vie per azioni legali contro Amazon, molte di più che negli Stati Uniti. Ora dobbiamo fare in modo che i nostri enti mettano in luce le violazioni di Amazon”.

Oltre a Chaibi altri cinque membri del Parlamento Europeo, fra cui i francesi Emmanuel Maurel, Marie Toussaint, Younous Omarjee, Marion Aubry e l’italiano Brando Benifei, i quali hanno controfirmato la lettera a Bezos di ottobre criticando la sorveglianza sui lavoratori da parte di Amazon, hanno commentato i documenti ottenuti da Motherboard con forte disapprovazione.

“L’uso sistematico da parte di Amazon di metodi di sorveglianza militare contro sindacalisti e attivisti è profondamente allarmante”, dice Aubry, che è anche un membro di France Insoumise, il principale partito di sinistra radicale francese. “Amazon e Jeff Bezos agiscono come se fossero al di sopra della legge perché hanno accumulato livelli senza precedenti di ricchezza e di potere. Tutto questo deve cessare”.

“Sappiamo già che il mondo all’interno dell’[impero] Bezos è un mondo di sofferenza sociale e di distruzione ambientale” dice Toussaint, un altro membro del Parlamento Europeo. “Ora è diventato chiaro che questo è anche un mondo senza democrazia”.

Hoffman, presidente di UNI Global Union, che rappresenta più di 20 milioni di lavoratori nel mondo, dice che l’uso da parte di Amazon di tattiche antisindacali, comuni negli Stati Uniti, in Europa e in tutto il mondo, sta creando una crisi globale dei diritti umani.

“La maggior parte delle compagnie americane che provano ad avere successo in Europa si sono adattate al fatto che qui ci sono sindacati forti. Quelle che non si sono adattate, come Walmart e Toys’R Us, se ne sono andate. Amazon è un’anomalia”, dice Hoffman, “questo non è il modo in cui le compagnie operano in Europa – ignorando la legge, spiando i lavoratori, usando ogni pagina del copione delle attività antisindacali americane, come se non avessero già abbastanza potere o soldi. Devono sapere che non la faranno franca in Europa”.