Alessio libero subito!

L’esempio di come si ripaga chi tutti i giorni si impegna a costruire un’alternativa partendo dal diritto allo sport

30 / 10 / 2011

Quello a cui siamo stati costretti ad assistere ieri sera al campo sportivo di Marina di Montemarciano rasenta l’incredibile.

Chi da anni lavora nel sociale e fa politica sul territorio è tristemente abituato a subire piccole e grandi angherie, intimidazioni, abusi e restrizioni di ogni sorta da parte delle forze dell’ordine.

Ma nella giornata di sabato si è davvero superato ogni limite. Alessio Abram, presidente della squadra di terza categoria Assata Sakur, al termine della partita di campionato tra la sua squadra e quella locale è stato avvicinato da 3 agenti dell’anticrimine ed invitato a presentarsi in Questura.

Una volta PRESENTATOSI VOLONTARIAMENTE in via G. Gervasoni, tra lo stupore generale di tutti gli amici e compagni, Alessio è stato arrestato ed inviato nel penitenziario di Montacuto in attesa di un processo per direttissima previsto per lunedì mattina.

La sua grave colpa? Aver assistito alla partita della squadra che, con tanta passione e sacrifici, ha fondato e  dirige, come è noto a tutta la città.

Sì, perché l’unica colpa di Alessio è stata quella di aver assistito ad una partita di calcio, anche se di TERZA CATEGORIA, nonostante avesse un provvedimento pendente di DASPO cioè il divieto di accesso a manifestazioni sportive.

Per questa “gravissima colpa” lo Stato Italiano ha inviato ben 3 agenti, di sabato pomeriggio, prima a visionare la partita e a verificare l’effettiva presenza di Alessio al campo, e poi arrestandolo dopo averlo subdolamente invitato a presentarsi in Questura con la scusa di notificargli un nuovo procedimento amministrativo.

Non ci vuole un esperto di giurisprudenza per capire l’abnorme e spropositata misura adottata dal PM anconetano; infatti, se da una parte esiste un effettivo provvedimento restrittivo nei confronti di Alessio (DASPO) da parte di una Procura (Ente Pubblico), esiste anche un regolare permesso della Federazione Italiana Gioco Calcio (altro Ente Pubblico) che autorizza in tutto e per tutto Alessio a rappresentare ed accompagnare la propria squadra all’interno del rettangolo di gioco.

Ma nell’attesa che queste più che valide argomentazioni vengano prodotte al processo di lunedì hanno pensato bene di far passare due giorni di detenzione a colui che di fatto viene preso come capro espiatorio per tutta una serie di episodi accaduti nei giorni scorsi.

Dopo la caccia alle streghe seguita ai fatti di Roma del 15 ottobre, in tutt’Italia si sono voluti colpire i rappresentanti più in vista dell’associazionismo e del movimentismo di cui anche l’Assata Shakur fa parte.

Quello a cui stiamo assistendo infatti, non è altro che un attacco in piena regola contro tutto quello che l’Assata rappresenta ed al lavoro prodotto in questi ultimi mesi ed anni.

Evidentemente in questa città portare tenacemente avanti un discorso sull’antirazzismo fondato sulla effettiva integrazione tra italiani e le diverse comunità di stranieri, il dare la possibilità a chiunque di giocare e di fare attività sportiva indipendentemente dalle proprie possibilità economiche, inserire come un virus nel calcio ufficiale una squadra che fa dell’onestà, dell’amicizia, della lealtà e non della vittoria il proprio fine ultimo, è qualcosa da contrastare con ogni mezzo e senza lesinare risorse pubbliche.

Certo l’attività della Polisportiva Antirazzista sta e stava dando i suoi frutti perché nella città di Ancona l’attenzione verso questo vero e proprio esperimento sociale è in vorticosa crescita e l’opera portata avanti da tutti i ragazzi dell' associazione sta cominciando a fare breccia in quell’invisibile e invalicabile muro che è l’indifferenza.

Solo quest’anno dalla fine di giugno a oggi sono stati pubblicati sui giornali locali ben 28 articoli in cui si è dato risalto alle attività della Polisportiva Antirazzista. Per citarne alcune: la Xª edizione del Mondialito, quest’anno divenuto Festival Antirazzista, sostenuto dal Comune, dalla Provincia e dalla UISP di Ancona, in cui hanno partecipato 450 giocatori, 30 relatori intervenuti ai dibattiti e più di 2000 spettatori a settimana. Inoltre l’Assata Shakur ha partecipato all’evento organizzato dal Colibrì in cui ha disputato allo Stadio del Conero la partita di calcio contro l’Ancona Juniores 1905, con il fine di raccogliere fondi per la potabilizzazione dell’acqua in Etiopia. Ma la vittoria più grande, raggiunta dalla Società è stata l’ottenimento dei tesseramenti per la terza categoria di tutti i giocatori stranieri. In soli 27 giorni si è affermato il diritto per tutti di giocare, nonostante molti avessero scoraggiato l’impresa. Questo risultato è stato possibile grazie all’impegno costante di Alessio e di tutte le persone che è riuscito a coinvolgere in questa battaglia di dignità.

Come la storia ci insegna, è precisamente in questi momenti che la melma del conformismo, sotto forma di Pubblico Ministero o poliziotto che sia, rialza la testa e colpisce con tutta la propria forza per bloccare sul nascere ogni possibilità di cambiamento e di alternativa. Ma è proprio in questi momenti che siamo tutti chiamati a gridare forte il nostro disgusto ed a continuare con tutta la nostra tenacia ad opporci al modello di società fondata sull’ingiustizia che quotidianamente  siamo costretti ad ingoiare.

Esprimiamo la nostra solidarietà all’amico e fratello Alessio: uno di noi, uno come noi. Se permettiamo che ciò che è capitato al Presidente dell’Assata Shakur passi inosservato, dobbiamo ricordarci che la prossima vittima dell’ingiustizia italiana potremmo essere noi.

Invitiamo tutti ad esprimere solidarietà affinché Alessio possa immediatamente essere rilasciato e ritorni al più presto a svolgere l’importante lavoro all’interno della Polisportiva Antirazzista Assata Shakur.

Chi vuole può inviare messaggi alla e-mail: [email protected]

A.P.D. Assata Shakur Ancona 2001

I giocatori dell’Assata Shakur

I compagni e gli amici di Alessio