Fonte: Repubblica.it 26.11.09

Alcoa, fumogeni e cori sfila la rabbia degli operai

In piazza a Roma i lavoratori dell'Alcoa. Fumogeni e cori contro il Governo con un sindacalista ferito durante un tafferuglio con le forze dell'ordine.

26 / 11 / 2009

 In marcia anche i sindaci del Sulcis e i presidenti della Regione e del Consiglio regionale della Sardegna. Sono circa 3mila i lavoratori della multinazionale dell'alluminio che rischiano il posto. Seconda notte di occupazione all'Ispra: "Vogliono denunciarci per la webcam"

di Katia Ancona e Federico Formica

Momenti di tensione al corteo degli operai dell'Alcoa che protestano a Roma contro la ventilata chiusura ello stabilimento di Portovesme. Un delegato sindacale è finito all'ospedale dopo essere svenuto a causa di un colpo ricevuto nei tafferugli fra manifestanti e forze dell'ordine al corteo di Roma. E' quanto riferiscono fonti sindacali che parlano di un "colpo alla tempia ricevuto durante la carica degli agenti in tenuta antisommossa nel momento in cui il corteo ha deviato dal percorso previsto".

I manifestanti, che hanno portato nella Capitale lo striscione "Energia e basta", hanno deciso di fermarsi in piazza Barberini e non proseguire verso via Molise dove è in programma un incontro che riguarda la vertenza Alcoa al Ministero dello sviluppo economico dopo la decisione della multinazionale americana di chiudere gli stabilimenti italiano se verranno meno i contributi Ue per l'energia elettrica. A fianco degli operai stanno marciando i sindaci del Sulcis che sono arrivati fino a Roma per difendere i circa 3mila lavoratori a rischio di tutta la zona della Sardegna. Il corteo è animato da fischietti e trombe, mentre molti dei manifestanti indossano il casco da lavoro. Sono stati accesi fumogeni. Al corteo parteciopano anche i presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, e quello del Consiglio regionale, Claudia Lombardo. I due rappresentanti delle istituzioni sarde - secondo quanto riferiscono i partecipanti - parteciperanno, con i sindacati di categoria, ad un incontro al ministero dello Sviluppo economico sul futuro della filiera dell'alluminio in Italia.

La polizia: nessun uso di manganelli

"I partecipanti alla manifestazione indetta dai lavoratori del gruppo Alcoa, sono partiti da piazza della Repubblica e giunti a largo di Santa Susanna improvvisamente hanno deviato dal percorso precedentemente concordato imboccando via Bissolati, dove hanno cercato di forzare lo sbarramento della polizia". Così la precisazione della Questura, un merito alla manifestazione dei lavoratori Alcoa. "Nel corso del fronteggiamento tra manifestanti e forze dell'ordine - fanno sapere da San Vitale - un manifestante è stato colto da malore e subito soccorso. Un agente è stato spintonato ed è caduto a terra battendo la testa. Un altro agente ha riportato contusioni ad un ginocchio dopo essere stato colpito dal megafono lanciato da un manifestante. Le forze dell'ordine in ogni caso non hanno effettuato alcun tipo di intervento repressivo né tantomeno fatto uso di manganelli, ma solo azioni di contenimento".

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Interviene Di Pietro. "La cassa integrazione non basta"

Nella vicenda è intervenuto anche il leader dell'Idv Antonio Di Pietro "Sono venuto qui a riferirvi dell'incontro che ho avuto con un rappresentante del Governo. Il Governo dice che avete ragione ma prevede solo la cassa integrazione". Alla notizia della cassa integrazione gli operai hanno risposto con un "buu" e hanno gridato "noi la cassa integrazione non la vogliamo". Di Pietro ha poi continuato affermando: "ho ribadito al Governo che chiudere un impianto del genere vuol dire chiuderlo per sempre. Per questa vicenda il Governo non ha previsto nulla se non la cassa integrazione. E' una risposta insufficiente - ha affermato Di Pietro - bisogna essere fermi e restare in piazza perchè è l'unica arma che abbiamo". Per quanto riguarda la lotta politica Di Pietro ha aggiunto "noi abbiamo un presidio in Parlamento e farò la spola tra qui e li".

Vertenza Ispra: minaccia di denuncia per la webcam

Ancora una notte sul tetto per i ricercatori precari dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) che da martedì protestano presso la sede di via Casalotti per salvare il posto di lavoro. "Stanotte mi sono sentita poco bene, ho avuto un calo di pressione - spiega Michela Mannozzi, del coordinamento precari ISPRA dell’USI RdB Ricerca - ma la protesta va avanti e stiamo predisponendo tutto per la pioggia attesa per le prossime ore". In giornata una delegazione di precari dell’USI RdB Ricerca verrà ricevuta presso il Consiglio Provinciale di Roma. I ricercatori si dicono "stanchi ma arrabiati e determinati" e hanno fatto sapere che non si muoveranno fino a quando non otterranno proposte concrete "Il nostro obiettivo è di resistere almeno fino al 1 dicembre". Per quel giorno, infatti, è atteso un incontro tra i sindacati e l'ente commissariale. I problemi dell'occupazione cominciano a farsi sentire: "Ci hanno annunciato che nel fine settimana ci staccheranno la corrente - spiega Mannozzi - dicono di dover fare dei lavori ma noi cercheremo di organizzarci con dei gruppi elettrogeni". E non è solo la corrente e preoccupare i ricercatori: "Ci hanno velatamente minacciato di denunciarci per peculato in seguito all'installazione della webcam". Oltre a quella dei politici i lavoratori precari stanno ricevendo anche la solidarietà del quartiere: "Siamo davvero commossi, vengono qui a parlare e ci portano addirittura da mangiare" conclude Mannozzi.

Occupata la sede dei vigilantes dei raid all'Agile-ex Eutelia

Si è conclusa in modo pacifico l'occupazione, da parte dei giovani di "Patria Socialista", "Rash" e "Magazzini popolari Casalbertone" della sede del Barani Group Endurity and Service, in via Oderisi da Gubbio, l'istituto di vigilanza che aveva partecipato ad un raid all'Agile-Ex Eutelia.Dopo l'intervento delle forze dell'ordine, i ragazzi, che avevano issato bandiere rosse sotto la sede della società e uno striscione con la scritta "Guai a chi tocca gli operai", hanno interrotto la protesta. Qualcuno di loro è stato identificato, ma l'azienda ha fatto sapere che non sporgerà denuncia.

Minacce di morte al giornalista di Crash che filmò l'irruzione

"Ruffo, sei morto", questo il messaggio scritto in nottata con vernice rossa sul muro dell'abitazione di Federico Ruffo, l'inviato di Crash, il programma di Rai Educational, che all'alba del 10 novembre scorso filmò l'irruzione di un gruppo di guardie giurate guidate da Samuele Landi all'interno degli edifici occupati dai lavoratori dell' Agile (ex Eutelia). Al momento la compagnia dei Carabinieri di Ostia, stazione di Acilia, sta effettuando gli accertamenti del caso per rintracciare i responsabili del gesto intimidatorio. Federico Ruffo, insieme a Emilio Casalini, stanno lavorando da più di un mese sulla storia della crisi dell'azienda, sugli intrecci finanziari che l'hanno portata allo stato attuale, sulla protesta dei lavoratori, sui passaggi di proprietà non sempre documentabili e non sempre trasparenti. La puntata di "Crash" che racconterà tutta la vicenda, compreso questo ultimo capitolo delle minacce, sarà in onda su Rai Tre all'1,00 di venerdì 4 dicembre.

(26 novembre 2009)

Roma - Scontri al corteo Alcoa