Fonte: Corriere.it 20.11.09

Alcoa, esplode la rivolta degl operai "Sequestrati i dirigenti"

Protesta contro la decisione del colosso dell'acciaio Usa di bloccare la produzione. L'azienda:per i prossimi 15 giorni non ci saranno procedure di fermata degli impianti di Portovesme

20 / 11 / 2009


MILANO - I dipendenti della Alcoa di Portovesme, in Sardegna, hanno «sequestrato» la sede dello stabilimento, contro la decisione del colosso dell’acciaio statunitense di bloccare la produzione: il direttore della fabbrica Marco Guerrini, il vice direttore Sergio Vittori e gli altri dirigenti sono stati trattenuti dai lavoratori in assemblea per chiedere «risposte immediate».

IL VIDEO - «Abbiamo sequestrato lo stabilimento con tutti i dirigenti dentro - dicono nel filmato due persone incappucciate -. La dichiarazione dell’Alcoa che chiude gli stabilimenti non può essere messa in atto. Togliamo il sequestro solamente dopo che l’Alcoa toglie la dichiarazione». Operai, amministrativi e tecnici della fabbrica, circa 200 persone, si trovano nella sala riunioni e hanno deciso che «nessuno entra e nessuno esce», come afferma Loddo. «Rimaniamo qui sino a quando non troveremo un accordo, non il 25 ma subito. Ci aspettiamo che l’Alcoa accetti quello che ha offerto il governo e che blocchi la dichiarazione di fermata della produzione, perché se si ferma un solo giorno lo stabilimento di Portovesme è morto».

LE RICHIESTE DEI LAVORATORI - I lavoratori dell’Alcoa chiedono «risposte immediate» all’azienda e il ritiro del provvedimento di cassa integrazione immediata per lo stabilimento, che è stato annunciato, e chiedono che vengano riprese le trattative. La produzione venerdì mattina è andata avanti, ma non si sa cosa succederà d’ora in poi: «Bisognerà decidere - dice Loddo - siamo incazzati». Nella fabbrica ci sono già alcuni sindaci di Comuni del circondario, come quelli di Carbonia e Iglesias.

NESSUNA PROCEDURA PER 15 GIORNI - La dirigenza della Alcoa di Portovesme si impegna a non intraprendere nessuna azione negativa per i prossimi 15 giorni, in particolare le procedure di fermata degli impianti. Lo afferma Roberto Straullu della Uil, che si trova nello stabilimento sardo. «Resta lo stato di agitazione e la produzione continua, ma abbiamo raggiunto l’ipotesi di un percorso in cui non sarà messa in atto nessuna azione negativa per i prossimi 15 giorni, l’azienda ha siglato un impegno scritto», ha aggiunto Straullu. Il 26 novembre ci sarà un nuovo incontro tra Alcoa e rappresentanze sindacali al ministero dello Sviluppo economico.

IL CORTEO A ROMA - Già mercoledì scorso un centinaio di lavoratori dell'azienda erano arrivati a Romaper protestare contro i possibili licenziamenti. E nel corteo c'erano stati momenti di tensione con la polizia: scontri e insulti e anche qualche manganellata.