Prendendo a scusa un corteo non autorizzato, un pm dispone una perquisizione domicialiare e sul luogo di lavoro con sequestro di documenti e computer.

Al PM non piace. a Trieste perquisizione e sequestri quando il reato è il dissenso.

13 / 4 / 2012


Al PM non piace. Il dissenso, al PM, non piace. Trova fastidioso che qualcuno metta in dubbio la grammatica della normalità quotidiana introducendo domande impreviste, esclamazioni dissonanti, verbi deraglianti.

Al PM non piace che a Trieste l'AD di Trenitalia, Moretti, sia stato costretto a fuggire e nascondersi, proprio nei giorni di tensione in Val di Susa, a fine Febbraio, quando Luca Abbà era appena stato caduto e bande armate di poliziotti si aggiravano per le strade di Bussoleno.

Il 29 Febbraio circa 200 manifestanti NOTAV avevano inseguito Moretti (qui la cronaca) braccandolo per fargli delle domande semplicissime, quelle che non ricevono mai risposta perché chi detiene il potere di decidere e disporre semplicemente si sottrae.

Certo, Moretti potè disporre dei luoghi della città senza problemi, oltre che del Sindaco e dell'Assessore Regionale, cambiando e spostando illuogo dell'incontro previsto di nascosto, pur di evitare i manifestanti NOTAV.
Allora anche noi manifestanti abbiamo dovuto cambiare il luogo previsto del presidio. Ci sembra naturale.
Con 500 metri di corteo non autorizzato.

A seguito di ciò, un PM triestino ha disposto un provvedimento di perquisizione domicialire e sul luogo di lavoro per Luca Tornatore, attivista dei centri sociali del Nord Est e ricercatore all'Università.

Un pretesto così ridicolo da essere platealmente provocatorio. In realtà il messaggio è molto banale : l'equivalente della famosa "proposta che non si può rifiutare", la testa di cavallo mozzata de "il padrino".

Proprio nei giorni in cui in Val di Susa si rialza la tensione, nei giorni in cui il TAV si affaccia anche in Val Rosandra, la magistratura avverte che non tollererà idde bislacche a proposito di movimenti sociali e dissenso.


Una proposta indecente che sentitamente rifiutiamo.

Casa delle Culture Trieste

Di seguito il comunicato di Casa delle Culture.

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Ci risiamo!

Il Pm Frezza di nuovo si distingue nell'attenzione che ci riserva da anni, questa volta disponendo perquisizione e sequestri a casa e sul lavoro di Luca Tornatore. Negli scorsi anni, aveva già tentato operazioni simili, ma ebbe sempre a ritornare sui suoi passi a seguito di sentenze che gli davano torto. Ad esempio, e ne andiamo orgogliosi, sulle autoassegnazioni di alloggi Ater sfitti e non assegnabili.

Questa volta è, se possibile, ancora più grave. Partendo da una manifestazione No Tav che si è svolta a Trieste per esprimere il proprio dissenso a Moretti, Ad di Trenitalia, che aveva seguito l'incontro spostandosi dal Comune sotto il Museo Revoltella, dove si erano nascosti per parlare in santa pace il sindaco, Moretti e Riccardi, assessore regionale.

Questo spostamento della manifestazione si configura, nell'ipotesi di Frezza, come manifestazione non autorizzata. Decide poi che il promotore della stessa sia proprio Luca Tornatore. Detto questo e sapendo che il “reato” sostanzialmente, per dirla alla Fantozzi è “una cagata pazzesca”, il buon Federico Frezza dispone le perquisizioni e il sequestro dei pc di lavoro e personale sperando di trovare chissà quale elemento utile alle indagini e formulare un ben più fantasioso capo di imputazione nei confronti di Luca.

Cosa speri di trovare Frezza nei file e nei documenti cartacei di Luca non lo sappiamo, ma se vuole glielo diciamo noi. Bastava chiedere, non serviva mobilitare dieci agenti tra qua e Venezia.Dati e statistiche di numeri cosmici. Luca Tornatore è uno scienziato che lavora presso l'Osservatorio Astronomico di Trieste. No, quei numeri non sono messaggi cifrati di Al Qaeda.

Documenti e analisi sulla crisi, i cambiamenti climatici, Tav e Ogm, e quali danni possono produrre questi ritrovati dello “sviluppo e del progresso” sui nostri territori.

Testi e descrizioni sui Cie. Basta passeggiare per le vie del centro, e parlare con qualche venditore ambulante per ottenere la conferma che è tutto vero quanto si dice su quell'abominio giuridico chiamato Centro di Indentificazione e Espulsione.

Qualche film scaricato dalla rete, file musicali mp3, morceaux di vita privata di interesse penale nullo e di poco valore voyeristico.

Non sappiamo cosa abbia mosso con tanta solerzia il buon vecchio Federico Frezza. Dobbiamo prendere questo atto come un avvertimento dal lieve stile “mafioso” (absit iniuria verbis), oppure come un provvedimento apotropaico di una genitorialità un po' irrisolta che tenta di allontanarci dalla cattiva strada?

Certamente il messaggio è chiaro: guai a chi dissente, peste lo colga. Si dà il caso, però, che per noi gli spazi di progettualità, dissenso e contestazione su quanto vorrebbe soffocarci tutte e tutti, o i percorsi eretici di pensiero critico, siano ciò che più ci fa sentire vivi. Ne siamo drogati, non possiamo proprio farne a meno. Noi, “ribelli on the street”.Frezza se ne faccia quindi una ragione, c'è chi ancora crede che queste cose in una democrazia siano possibili e legittime.


Noi siamo tra questi. E andiamo avanti, con i nostri amici, perché, come dicono gli assalti frontali (li avrà sentiti in piazza il 17 Dicembre, no?)

i miei amici, lo so, sono strani

fanno sempre, lo so, gran casini

sono questi che ho, sono pazzi

quando poi li credi vinti,li ritrovi felici

hanno la rivoluzione dentro e si vede fuori

chissà cosa gira in mente mò a questi artisti

sono loro a dare luce a tempi tristi.

Perché nella notte della crisi

le stelle questa notte restano aggrappatenon vogliono cadere,vogliono vedere.