"Adinolfi? Anca no!" - Mestre manifesta contro la presenza di Adinolfi e gli antiabortisti al centro culturale Candiani. Impatto con la celere

4 / 2 / 2023

Centinaia di persone ieri a Mestre hanno manifestato contro la presenza di Mario Adinolfi al Centro Culturale Candiani, invitato dai movimenti anti-scelta del veneziano per presentare il libro “Contro l’aborto – 17 principi per vivere felici”.

Qui il video racconto della mobilitazione:

Dai primi interventi della piazza è emersa la volontà di opporsi alla presenza di una figura che negli ultimi anni non solo si è scagliata contro la libertà di scelta delle donne definendola un “abominio”, ma ha espresso dichiarazioni misogine e omofobe, non ultima, la crociata contro le carriere Alias nelle scuole superiori. Designato come una delle figure culturali chiave attorno a cui gravitano vari movimenti anti-scelta, tra cui soprattutto “Il Popolo della Famiglia”, Adinolfi non ha mancato di esprimere posizioni a dir poco filo-fasciste attraverso la candidatura del 2022 con il noto ex-segretario di Casa Pound, Simone di Stefano.

La piazza di ieri ha rimarcato la volontà di opporsi alla presenza in città di uno dei maggiori portavoce dell’intolleranza fondamentalista in Italia, presenza contestata tanto quanto le modalità in cui si è svolto l’evento. Come espresso dal appello lanciato dalle organizzazioni del corteo - i centri sociali Morion e Rivolta, il Laboratorio Climatico Pandora e l’assemblea Queer We Go-, la contestazione si è rivolta anche al Comune di Venezia, nelle vesti di tre esponenti della giunta Brugnaro partenenti al Popolo della Famiglia, organizzatori dell’evento, Roberto Azzalin, Massimiliano Zannini e Francesco Bortolato. 

“Questi esponenti dell’amministrazione locale, tutti candidati con la lista di Brugnaro, occupano nelle varie municipalità posizioni strategiche: si incontrano i loro nomi nelle commissioni che si occupano di istruzione, scuola, politiche educative, politiche familiari e di genere, sanità, associazionismo, attività culturali e programmazione delle attività culturali, gestione dei cosiddetti “contenitori culturali”, eventi. L’accordo tra il sindaco Brugnaro e il popolo della famiglia prima delle ultime elezioni comunali è, d’altronde, risaputo. Un accordo che ha portato personaggi portatori di intolleranza all’interno degli spazi decisionali del nostro territorio. Un lavoro portato avanti nel silenzio, fatto di fondi dati ad associazioni anti-scelta e di iniziative che non hanno nulla a che fare con il supporto alla vita, per usare i loro termini”.

I primi interventi hanno rimarcato la necessità di difendere il diritto all’aborto: “da sempre assistiamo ad un attacco ai diritti più basici, con lo scopo di controllare sempre di più l’autonomia e l'autodeterminazione delle donne, ma con l’ultimo governo possiamo dire di essere in una fase di inasprimento di queste politiche”. È stato ricordato infatti che Fratelli d’Italia da ottobre ha già depositato quattro proposte di legge rispetto alla personalità giuridica dell’embrione che vorrebbero equiparare una persona già nata al prodotto di un concepimento. Ennesimo modo in cui anteporre i diritti di materiale embrionale a quelli di tutte le donne e le persone con utero che devono o vogliono abortire. È stato rimarcato come l’attacco all’autodeterminazione dei corpi con utero sia portata avanti infatti secondo il principio della difesa della famiglia tradizionale con l’ipocrisia, secondo le organizzatrici, di continuare a smantellare politiche di welfare, servizi, educazione alla prevenzione, congedi parentali e tutela della genitorialità oltre ai proclami ideologici. 

Dopo una serie di interventi dal presidio, è emersa la volontà di muoversi per le strade della città e andare verso il Centro Culturale Candiani, vicino al luogo dell’incontro degli anti-abortisti. Da via Palazzo il Corteo si è diretto verso Piazza Ferretto dove all’altezza dei portici un ingente cordone della celere ha bloccato il passaggio alle manifestanti. Ci sono stati due momenti di impatto ma non ci sono stati feriti. Non sono mancate espressioni di oltraggio e rabbia nei confronti di un sistema di protezione a difesa di chi vuole estirpare diritti.

A seguito delle cariche la manifestazione si è dirottata per le vie cittadine principali in un corteo spontaneo con musica e interventi.

Si è ribadita la centralità della lotta transfemminista nei percorsi di lotta cittadini e nelle rivendicazioni che anche a livello nazionale animeranno il prossimo mese in vista de Lotto Marzo, sciopero globale transfemminista lanciato dal movimento internazionale Non Una di Meno.