MilanoX

Acqua Bene Comune: Formigoni tenta il blitz

5 / 8 / 2010

La Regione Lombardia tenta di regalare l'acqua ai privati

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*di Luca Fazio per MilanoX*


Fare classifiche è sempre antipatico. Però la Lombardia è la regione dove è stato raccolto il maggior numero di firme contro la privatizzazione dell'acqua (237 mila su 1 milione e 400 mila). La rete idrica del capoluogo lombardo, Milano, è riconosciuta come un'eccellenza a livello europeo: la dispersione è contenuta nei limiti dell'11% contro una media italiana del 30% ed europea del 20% - e la tariffa è la più bassa d'Europa, con 60 centesimi al metro cubo contro una media nazionale che supera l'euro e mezzo (non per niente, di fronte a queste evidenze, il sindaco Letizia Moratti, senza aver mai messo nulla per iscritto, ha sempre giurato che a Milano l'acqua non verrà mai privatizzata).

Allora perché, con il classico blitz agostano, la Regione Lombardia mette all'ordine del giorno la discussione di un progetto di legge sulla gestione dei servizi idrici integrati che, in applicazione al decreto Ronchi, di fatto obbligherebbe alla privatizzazione della gestione dell'acqua? Il Coordinamento Regionale Lombardo dei Comitati per l'Acqua Pubblica - che ha mercoledì assediato il Pirellone - non ha dubbi. «Se la giunta regionale approverà il progetto di legge in discussione - spiegano - avremo la totale privatizzazione dell'acqua. Il rischio è che l'acqua di tutta la Lombardia finisca nelle mani di poche imprese private interessate solo a fare profitto».

E i nomi che circolano, nel poco trasparente giochetto delle probabili acquisizioni, sono sempre i soliti: le multinazionali francesi Suez e Veolia. Il meccanismo che permette questo attentato si metterebbe in moto affidando alle Province, e non più ai Comuni, poteri fondamentali come decidere piani di investimento e nuove tariffe: i Comuni rimarrebbero proprietari della rete, ma l'erogazione verrebbe affidata a delle società controllate dalle Province ma partecipate al 40% da privati. Uno scippo incomprensibile che scatena un sussulto inedito (perché immediato) nel centrosinistra lombardo, che oggi scende in piazza senza tante differenze.

«Non si può permettere che un bene di tutti possa diventare strumento di profitto per i privati», dice Giuliano Pisapia, unico candidato sindaco che per ora si è palesato sulla scena. «Togliere ai Comuni - prosegue - il potere di decidere sui piani di investimento e sulle tariffe, a beneficio delle Province, significa esporre i consumatori al rischio di dover pagare bollette notevolmente più alte». Anche per Luca Gaffuri e Maurizio Martina, capogruppo e segretario regionale del Pd, «i Comuni non possono essere espropriati dal loro ruolo». Mentre Pierfrancesco Majorino, capogruppo Pd a Palazzo Marino, invita il sindaco di Milano a farsi sentire. «Su questo terreno - scrive - non possono esserci ambiguità e il sindaco Moratti dovrebbe far sentire con grande chiarezza la propria voce, facendo valere un principio che non può essere indebolito per ragioni contabili».