Trieste Gigantografie con
la faccia sfigurata dai proiettili di Neda, la ragazza uccisa nelle
manifestazioni di protesta contro Ahmadinejad sono state portate in
piazza ieri pomeriggio anche a Trieste sotto i riflettori
internazionali per la riunione del G8. Oltre un centinaio di
manifestanti si sono radunati in piazza Sant’Antonio, guardati a
vista dai carabinieri e dagli agenti della Digos: in maggioranza
iraniani che abitano o studiano a Trieste e a Pordenone, affiancati
da giovani dell’Unione degli studenti di Trieste.
«Freedom for
Iran», «Stop killing people» sui cartelli e «Dittatore terrorista
assassino. Non riconosciamo questo governo» sopra le foto di
Ahmadinejad. «Chiediamo ai Paesi i cui ministri sono oggi a Trieste
- ha spiegato Taher, sociologo che da trent’anni abita in Italia -
di non riconoscere il governo di Ahmadinejad. È stato uno stesso
rappresentante del ministero dell’Interno, Askari, a riconoscere
che era stato Moussavi a vincere le elezioni con 19 milioni di voti,
mentre Ahmadinejad ne aveva raccolti solo 9 milioni. Subito dopo è
morto in un incidente». Anche Taher ha una maglietta verde con
stampato il nome di Neda. «Noi vogliamo la democrazia - aggiunge -
siamo contro questo stato teocratico, questa repubblica islamica con
14 ministri su 21 che sono guardie della rivoluzione. In Iran il 70
per cento della popolazione ha meno di 30 anni, bisogna dare una
speranza a tutti questi giovani. E invece le loro condizione è
disastrosa, specialmente quelle delle ragazze».
In piazza
Sant’Antonio ci sono anche ragazze con il velo. Alcune studiano
all’università di Trieste e alla Sissa. Del resto sono ben 250 gli
iraniani residenti in città. Difficile farle parlare, ancor più
difficile far dire il loro nome. «In Iran la condizione femminile è
terribile - racconta una donna con la mascherina verde che vive in
Italia da vent’anni - una donna vale metà di un uomo, la sua
testimonianza vale la metà rispetto a quella di un uomo, l’eredità
può arrivare solo al 50 per cento di quella di un maschio. In
Occidente si sta molto meglio: uomo e donna sono pressoché alla
pari».
Con un volantino verde gli iraniani di Trieste hanno
chiesto per il loro Paese la cessazione delle violenze della polizia
e dei miliziani, libertà per gli arrestati, nuove elezioni, libertà
di stampa e libertà di manifestare, asilo politico per i rifugiati.
di Silvio Maranzana