A Sud di Lampedusa

Intervista a Stefano Liberti*

12 / 5 / 2009

Barconi di disperati che fuggono da guerre e carestie ma vengono rispedite indietro dalla Guardia Costiera italiana, su deciso incipit del governo.

E' la prima volta che non si rispetta il principio di non respingimento. Un fatto grave che mette non solo in discussione i principi della Convenzione di Ginevra, ma va a ledere la dignità di tutte le parti coinvolte. Una operazione che oltre a tutto non riduce né elimina il problema degli arrivi nel nostro Paese, perché, e questo è un dato indiscutibile, la maggiore parte di coloro che entrano nel nostro Paese lo fanno per altre vie, e coloro che arrivano via mare sono una minoranza.
Insomma, questo crudele procedimento appare più un atto propagandistico che altro.

In queste settimane Stefano Liberti, giornalista de "Il Manifesto", ha avuto modo di vedere da vicino quanto accade sulle coste di Libia, Sicilia e Malta.

A margine di questa intervista, siamo tornati, con il nostro ospite, a occuparci della pirateria nei mari di fronte alla Somalia. Un fenomeno molto più complesso di quanto ci venga descritto, e che spesso è l’unico argine allo scarico di rifiuti tossici in quelle acque o alla pesca di frodo, che per anni ha imperversato. Non c’è solo una verità, dietro a questi attacchi, ma una realtà difficile da codificare ma che ci fa intendere che questa sia una vertenza assolutamente aperta.

* giornalista e scrittore. Nell'aprile 2008 ha pubblicato il libro "A sud di Lampedusa.
Cinque anni di viaggi sulle rotte dei migranti
" da cui è stato tratto anche un documentario diretto da Andrea Segre di cui si possono vedere dei frammenti sul sito FortressEurope.

Foto di Mashid Mohadjerin

Vedi anche:
Respingimenti in Libia - Oltre 500 e tutti illegali a cura dell'Avv. Alessandra Ballerini (11.05.09)
Sicurezza, frontiere, apartheid e morti nei Cpt - Il razzismo al tempo della crisi di Nicola Grigion (08.05.09)

Stefano Liberti, giornalista del Manifesto intervistato da Ivan Grozny