Zetalab - Precari, studenti e comitati da Palermo a Marghera

21 / 1 / 2011

Mercoledì scorso si è tenuta al Laboratorio Zeta di Palermo una partecipata tavola rotonda, il pretesto era quello di rivedersi ad un anno dallo sgombero (ed immediata rioccupazione) dello Zetalab, con l'intento di riflettere su come andare avanti ponendo delle questioni forti ai movimenti degli ultimi  mesi: i precari della scuola, i comitati per l'acqua pubblica, la Fiom di Termini Imerese, il movimento degli studenti, il comitato No Radar di Isola delle femmine con i precari dello spettacolo. C'è un motivo di fondo che ritorna in tutti i discorsi: la consapevolezza di stare pagando i costi di una crisi di cui non si è responsabili. Ma c'è anche un'altra consapevolezza: se da Palermo, dal Sud, si vuole essere all'altezza della crisi, si deve abbandonare tutta la retorica sulla marginalità e l'arretratezza. Il disagio del Meridione non è certo prodotto da un deficit di modernità, dal suo non essere nei meccanismi globali. Centro e periferia non sono più categorie sufficenti. Il 14 dicembre si diceva che Londra è vicina; da Palermo Tunisi lo è ancora di più. Se abbiamo guardato con partecipazione quanto successo a Mirafiori e se saremo tutti in piazza il 28 gennaio è perchè la lotta dei metalmeccanici è oggi la stessa lotta dei precari, degli studenti e dei migranti. C'è ancora bisogno di una narrazione complessa che connetta ciò che a prima vista sembra distante. Per tale ragione, partecipare al seminario di uniti contro la crisi del prossimo 22 e 23 gennaio al Rivolta di Marghera rappresenta per noi un'occasione importante, perchè questa narrazione, se vuole colmare l'immenso vuoto della politica che abiamo davanti, non potrà che essere polifonica e al tempo stesso comune.

Toto Cavalieri, Laboratorio Zeta

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