L'appello del Coordinamento Veneto NO CIE

Rovigo - Clandestino Day. Contro il CIE nè qui né altrove

23 / 9 / 2010

Il ministero dell’Interno ha recentemente annunciato l’intenzione di costruire nell’ex base militare di Zelo il primo Centro di identificazione ed espulsione per immigrati irregolari del Veneto. Sono numerose le posizioni contrarie espresse in seguito alla notizia, ma la maggioranza esprime la visione del Cie come problema locale.
Come coordinamento di associazioni, movimenti e rappresentanti della società civile, vogliamo invece esprimere e valorizzare un punto di vista diverso: quello della persona rinchiusa, sofferente e privata dei diritti fondamentali, non per avere commesso reati aberranti, ma per il solo fatto di essere nella condizione di “straniero senza documenti”.
Persone arrivate in Italia spesso per fuggire dalla miseria o dalla persecuzione delle dittature, vengono rinchiuse come criminali e quindi rimandate a forza in paesi in cui rischiano carcere, torture o morte. Si susseguono i casi drammaticamente esemplari di immigrate irregolari vittime di violenze ed espulse dall’Italia dopo avere denunciato il proprio aguzzino. Numerose associazioni umanitarie, infine, hanno rilevato abusi e violenze anche all’interno di queste strutture.
Crediamo che l’eventuale insediamento del Cie a Zelo non sia un’emergenza esclusivamente locale, ma riguardi tutti coloro che ritengono ingiusti e immorali questi centri di detenzione per persone semplicemente sprovviste di un pezzo di carta. E’ vitale rafforzare un messaggio chiaro: no al Cie, né in Polesine, nè in Veneto, né altrove. Sì invece a politiche sull’immigrazione che abbiano come punti fermi il rispetto della dignità umana, l’inclusione e la promozione dell’individuo.
Il 24 settembre la rivista “Carta” promuove il Clandestino Day, una giornata dedicata all’immigrazione con centinaia di iniziative in tutta Italia. Il tema di quest’anno è la scuola, luogo di possibile, ma oggi più che mai difficile, inclusione e integrazione tra popoli. Il coordinamento aderisce alla giornata, conscio tuttavia che in Polesine oggi l’urgenza è un’altra: ribadire il fermo “no” non solo a questo Cie, ma a tutti i Cie, strutture indegne di esistere in una società civile.