Rimini - Chiama SOS al 320 1126686. Uno Strumento di promozione della convivenza sociale, contro gli abusi delle forze dell'ordine in spiaggia e il razzismo istituzionale

29 / 7 / 2009

La bagarre ha raggiunto il suo apice, è ormai agosto e che dire, ogni copione si ripete sempre uguale, ogni anno però con qualcosa in più. L’anno scorso fu proprio il sindacalista della Fiom, Giorgio Cremaschi, ad invocare il boicottaggio delle spiagge riminesi a causa dello modalità “poco ortodosse” di contrastare la vendita ambulante senza licenza. Quest’anno invece è l’assessore alla sicurezza, Roberto Bigini, che in linea con le politiche nazionali incarnate nel famigerato pacchetto sicurezza, si scaglia contro i soliti capri espiatori, i venditori ambulanti ma - ecco la novità dell’estate 2009 - anche con una folta schiera di turisti che si indignano di fronte ai modi “poco ortodossi” di intervento in spiaggia delle forze dell’ordine.

Scriviamo modi “poco ortodossi”, perché se parliamo di abusi delle forze dell’ordine ed in particolare dei vigili urbani (che noi consideriamo tali) automaticamente facciamo parte della schiera dei “fuori di testa”, del mondo alla rovescia, di chi vuole tollerare qualche forma di illegalità…

Invece ci sentiamo parte di chi chiede a più voce legalità e sicurezza. Perché? Perché crediamo si debba declinare la sicurezza nei termini di sicurezza sociale, ovvero come possibilità di avere quelle risorse sociali, economiche e culturali che ci mettono al riparo dai tanti rischi dell’esistenza, soprattutto nell’epoca della crisi. Rischi che non sono legati tanto alla criminalità, o alla vendita ambulante senza licenza, ma alla malattia, alla disoccupazione, allo sfruttamento, alla precarietà, all’impossibilità di avere una casa ecc.

La sicurezza, di cui parla Bigini, ma anche l’acredine contro “la falsa beneficenza” che impiega quando parla rivolgendosi ai turisti che reagiscono alle maniere “poco ortodosse” (abusi per i fuori di testa) delle forze dell’ordine in spiaggia, si sostengono e giustificano grazie a quello che è successo fino ad ora: la produzione di politiche che non sono più politiche sociali, ma sono politiche di sterilizzazione del territorio, di militarizzazione dello stesso dentro un quadro di paura generalizzata che si scaglia contro chi non ha nulla e che, proprio nel non avere nulla (reddito, cittadinanza, status giuridico, documenti ecc), è il bersaglio delle paure generalizzate.

Le misure repressive, le retate in spiaggia da cosa ci dovrebbero proteggere? Dalla crisi economica? Dallo sfruttamento nel lavoro stagionale che riguarda anche tanti riminesi? Dagli incidenti e dalle morti bianche nei luoghi di lavoro? Da qualche malattia??? Dalla precarietà forse?

No, le retate in spiaggia, come tante altre misure repressive servono solo ad alimentare il nostro senso di sfiducia generale nel cambiamento, nel futuro, servono per avere qualcuno con cui prendersela se c’è crisi nel commercio, se non si arriva alla fine del mese.

Con questa sicurezza non solo siamo tutti meno insicuri, ma siamo anche tutti meno liberi e meno inclusi nella società. Per questo nasce SOS.

SOS nasce come tentativo di promuovere convivenza e sicurezza sociale, nasce per intercettare le forme di abuso che si esercitano nella violenza sui corpi, nelle ingiustizie perpetuate nel nome del rispetto delle leggi e delle regole che valgono per pochi ma non per tutti.

Sos nasce per accogliere le sensibilità che ancora ci sono nelle nostre città e che si esprimono attraverso gesti di ribellione all’ordine e al controllo sociale costruiti sulla paura.

Sos nasce per non lasciare soli quei turisti che non fanno finta di vedere cosa succede accanto al loro sdraio e che hanno il coraggio di esprimere un pensiero nuovo. Boicottare il pensiero nuovo, quello di chi vuole costruire società includenti, di chi vuole respingere il razzismo istituzionale, significa proporre di boicottare vie di fuga alla crisi, boicottare la possibilità di nuovi scenari sociali.

SOS vuole parlare un linguaggio nuovo, non importa chi sia a rispondere a questo numero di telefono, importa che SOS voglia dare voce alla nuova cittadinanza, accoglierla, sostenerla, così come è stato per la guida informativa per i venditori ambulanti senza licenza pubblicata tre anni fa.

Strumenti di promozione della convivenza sociale, contro gli abusi, lo sfruttamento e il razzismo istituzionale.

_Paz Project_

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