Grecia - Intervista a Arghiris Panagopoulos del giornale Epohi

28 / 2 / 2012

GlobalProject si trova in Grecia durante la presenza di una delegazione di reti e movimenti europei.

La prima intervista realizzata è con Arghiris Panagopoulos del giornale Epohi e corrispondente de Il Manifesto

La prima domanda riguarda le prospettive d'azione dei movimenti in Grecia.

" Si tratta di continuare le proteste ma al tempo stesso trovare nuove forme di autorganizzazione sociale che possano rispondere a questa situazione completamente nuova per noi e per tutti.

Dobbiamo protestare a livello politico ma contemporaneamente creare risposte collettive dal basso alla situazione della gente. 

I movimenti di Piazza Sintagma, gli indignados devono dimostrare di essere in grado anche di dare risposte alla devastazione sociale

Agire nei quartieri, nei territori per ricreare un tessuto sociale che è stato distrutto.

Non abbiamo un palazzo d'inverno da conquistare ma una dobbiamo dare risposte concrete e costruire il cambiamento ogni giorno.

Dare risposte ai bisogni materiali oltre  a combattere contro le scelte imposte dalla troika."

La seconda domanda riguarda il fatto che il massacro sociale che si compie in Grecia sembra un nuovo laboratorio sociale,

"La Grecia è un laboratorio fatto non solo per la Grecia. Siamo tutti insieme in questo calvario. La situazione è la stessa che gli strozzini del mercato usano per tutta Europa.

Ci siamo già incontrati nelle piazze d'Europa a Genova ed in tante altre parti e perciò è assurdo dire che tutto quello che sta succedendo sia un problema solo greco.

Noi ci sentiamo europei, molto più europei dei capitali. Hanno cercato di dividerci dicendo che quello che succede in Grecia non accadrà da nessun'altra parte.

Ma basta pensare al fatto che quello che hanno fatto qui sta succedendo anche in altre parti d'Europa. Penso che quello che ogni movimento deve fare e combattere i propri governi tecnici, lottare per i propri diritti. Possiamo fare anche tante cose insieme, scambiandoci esperienze delle nostre storie.

La nostra esperienza è ricca e possiamo scambiare esperienze per evitare le trappole in cui vogliono farci cadere.

Una delle trappole in cui siamo caduti in Grecia, dopo la morte di Alexis, è la trappola della violenza. Io penso che la contrapposizione dei movimenti è un'altra cosa. Dobbiamo fare grandissimi movimenti di massa. E quando li abbiamo fatti, come questa estate, è cominciata questa repressione subdola , a volte organizzata dalla stessa polizia. Dobbiamo continuare a portare in piazza migliaia di persone. L'abbiamo fatto ed ogni volta ci hanno represso brutalmente. Ma dobbiamo continuare a riempire le piazze come domenica scorsa, loro fanno di tutto per mostrare le piazze vuote. Nesuno abbandona la piazza come è successo in questi giorni.

La terza domanda riguarda la storia del giornale.

"Siamo in edicola da vent'anni e abbiamo cercato di fare un giornale aperto a tutti. Il che non è facile in una situazione come quella greca in cui la sinistra è abituata a dividersi, ma non dobbiamo farlo perchè è importante oggi essere uniti. Mai come in questo momento è importante unirci per dare una risposta politica a questa crisi. Hanno voluto distruggere le nostre vite e noi dobbiamo ricostruirle in forma collettive. Dobbiamo dare una risposta nuova sociale, non ci sono modelli da seguire, il socialismo reale per fortuna ha fallito,. E' una sfida nuova che abbiamo davanti."

Intervista a cura di Gmdp Centro Studi Alternativa Comune