23 Maggio 2008

di Giovanni Pagano *

7 / 4 / 2010

Se su wikipedia scrivete Chiaiano la prima descrizione che ne esce, è : “uno dei 4 quartieri (Piscinola, Marianella,Scampia e ovviamente Chiaiano) che costituiscono l'VIII municipalità”. Scorrendo la pagina troviamo qualche cenno alla origini latine della zona, gli immancabili riferimenti ai clan locali e infine la parte più ampia, dedicata alla presenza della grande discarica nel parco della selva, il tutto ovviamente racchiuso in un massimo di 30-40 righe. Si perché Chiaiano non è mai stato un quartiere conosciuto, neanche nella stessa città di Napoli, la cosa più famosa ( prima delle lotte contro la discarica) era la stazione della metro che ogni giorno conduceva migliaia di cittadini della zona nord della città metropolitana verso il centro, un flusso enorme che in alcune ore del giorno paralizzava la via Santa Maria a Cubito unico anello di congiunzione tra il centro e la periferia della città.
Sono rare le occasioni in cui il nome del  quartiere fosse balzato all'onore delle cronache cittadine o nazionali, due sono gli episodi che maggiormente mi tornano davanti agli occhi: il primo risale a una decina di anni fa quando alcuni consiglieri comunali legati ad Alleanza Nazionale ( tra cui Pietro Diodato secondo eletto al consiglio regionale della Campania) iniziarono una compagna razzista e securitaria nei confronti dei giovani della periferia, accusati di portare il degrado e la violenza, dai loro quartieri direttamente nel cuore della “nuova” 1Napoli bene. Il vero responsabile di tutto questo scempio, era il servizio di treni metropolitano, che con l'apertura delle stazioni di Chiaiano-Marianella e Piscinola-Scampia dava la possibilità a quelle migliaia di ragazzini di scorazzare impuniti il sabato sera nella vetrina della città.
Per noi, abitanti dell'area nord,  l'apertura di quella metropolitana rappresentava un'enorme segno di emancipazione, finalmente potevamo avere un'alternativa al ghetto all'esclusione sociale ,anche se per tanti di noi tutto ciò non era cosi’  chiaro. Le scene di quei sabato sera in cui centinaia di ragazzini si riversavano nelle piazze del Vomero, terrorizzate da tutta quell'ostentazione, mi rimarrà per sempre impressa, era come una nemesi , ciò che la città aveva chiuso nel suo antro più scuro, nel suo cesso, in quei palazzoni della 1672 all'improvviso si riversava nelle strade piene di luci e di vetrine, portando con se tutto il degrado e le contraddizioni che aveva accumulato negli anni, ma questa è un'altra storia.
L'altro ricordo legato al mio quartiere e alle cronache giornalistiche è sicuramente quello più famoso nell'area nord, le morti di camorra. L'ultima che io ricordi risale al luglio del 2006, la notte della vittoria dei mondiali di calcio, tutta l'Italia si accingeva a festeggiare la coppa del mondo. Anche un ragazzo agli arresti domiciliari, che era sceso di casa sulla strada che porta al corso principale di Chiaiano, solo che la festa la fecero a lui in mezzo a un mare di folla.
Niente di nuovo sotto il sole, perché se scorrete la pagina di Wikipedia di cui sopra, troverete una sezione in cui si parla di Chiaiano e la Camorra ( quasi come fosse l'elenco dei ristoranti tipici della zona) , sembra quasi dire “venite a Napoli ogni quartiere ha il suo piatto tipico di clan, a Chiaiano abbiamo:  “Attualmente la criminalità locale è dominata dal potere dei cosiddetti "Scissionisti" o "Spagnoli". La zona è controllata dal clan dei Lo Russo, detti anche "Capitoni", influenti anche nei quartieri Miano, Secondigliano, Piscinola e Marianella. Ma nel 2005 Chiaiano entra a far parte del territorio controllato dall'Alleanza di Secondigliano formato dagli stessi (Lo Russo, Licciardi, Contini, Mallardo, Cesarano, Prestieri, Stabile, Feone, Bocchetti e Bosti). Fonte Wikipedia voce Chiaiano.
Sembra più roba per un romanzo di Saviano, fino a quella primavera del 2008.
Nel mese di aprile di quell'anno, il governo Prodi ormai caduto firma un decreto legge in cui individua la zona della selva di Chiaiano, per conferire i rifiuti solidi urbani della città (in piena emergenza rifiuti) servendo cosi’ su un piatto d'argento la palla al governo Berlusconi che da li a poco entrerà in carica.
Era capitato in passato di commentare le vicende che stavano in quegli anni martorizzando le varie comunità  campane, Acerra, Savignano, Giugliano,Sant'Arcangelo,Serre, Pianura....ma ogni volta che pensavamo a come sarebbe stata se un giorno qualcuno avesse deciso di aprire una discarica proprio nel parco delle colline3, lo sconforto era una delle sensazioni più diffuse.
L'VIII municipalità era in assoluto uno dei posti peggiori in cui vivere a Napoli, la municipalità con il numero più elevato di omicidi di camorra, con il tasso di disoccupazione più alto, senza luoghi di aggregazione, senza un cinema, dove la maggior parte degli abitanti esce la mattina per andare a lavorare al centro della città e torna solo a sera tardi per rinchiudersi a dormire nelle proprie case. Forse anche per questo nel aprile del 2008 scelsero Chiaiano. Ma la rabbia e  l’ emarginazione fanno brutti scherzi, perché come un fiume in piena non appena si cominciò a sapere della notizia dell'individuazione del sito di Chiaiano da parte del Governo, uomini, donne e bambini cominciarono a riversarsi per le strade del quartiere. Dal 2 di maggio in poi sarà un susseguirsi di cortei, blocchi  stradali , presidi che nascevano anche a soli pochi metri di distanza l'uno dall'altro. Proprio uno di questi cortei occupo’ un pomeriggio la cava del Poligono, ormai l'intero quartiere era preso da una febbre di speranza , tutti erano convinti che insieme avremmo potuto fermare quella volontà di morte che ci stava stringendo attorno, l'intero quartiere di Chiaiano era ormai occupato, un 'insurrezione popolare aveva scompaginato i piani del Governo e del super Commissario De Gennaro.
Nessuno di noi avrebbe mai pensato qualche anno prima che quella gente, quelle terre, avessero potuto dare una lezione così forte di dignità all'Italia intera, a chi aveva sempre voluto dipingere il sud, Napoli come una terra in cui può nascere solo l'edera della malavita. Non è che non ci abbiano provato, i giornali di quei giorni, fantasticavano di clan che gestivano la protesta ( su cui anche trovare interessi economici era davvero difficile), la stampa era piena di voci, di si dice, “mi hanno riferito che un amico di un amico ha una cane che ha visto una pistola..”, e cose del genere, mostrando ancora una volta alla carta stampata di tutto il mondo (accorsa a descrivere la rivolta della periferia napoletana) quanto poco inclini all'inchiesta e alla verità fossero i proprio colleghi italiani. Ma ormai la gente del sud non ci fa nemmeno più caso, sono 500 anni che ogni qual volta c'è una rivolta, un moto popolare, i poteri forti, la conservazione, pronuncia un nome , una parola , e come per magia tutto viene avvolto da una coltre di mistero che fa si che chiunque si rapporti a ciò che sta avvenendo, pone sempre dei dubbi sull'autenticità delle cose che vede; perché ormai il sospetto si è fatto strada nella sua mente, quel nome per noi è una maledizione, Camorra per noi può voler dire tutto ma la maggior parte delle volte non vuol dire niente( i napoletani preferiscono usare il termine Sistema o Gent e miezz a via5 ) è solo un diversivo per far si che chi ti ascolta sposti immediatamente l'attenzione dal cuore del problema alla fantasia e la suggestione che quella parola porta con se. Ma a Chiaiano in quei mesi niente riusciva a distrarre il movimento, il popolo della Repubblica che lottava contro tutto e tutti per dimostrare che non c'era nessun poter occulto a dirigere la volontà di vivere .
La più grande delle dimostrazioni è stata sicuramente il 23 maggio del 2008. Qualche giorno prima , il 21 maggio, il neo presidente del consiglio Silvio Berlusconi annuncia, a Napoli, la lista dei siti da trasformare in discariche (  tra cui Chiaiano) e per la prima volta nel nostro paese l'esercito sarà usato per presidiare i siti di interesse strategico nazionale contro le eventuali proteste, in più chi volesse contrapporsi all'apertura delle discariche o degli inceneritori rischia dai 3 ai 5 anni di detenzione4, il famoso decreto 90 poi trasformato in legge. Il Leviatano in quei giorni mostrava la sua vera faccia , l'arroganza era l'unica forma di comunicazione del potere, tutto passava per un piccolo quartiere della periferia napoletana, la credibilità del governo più forte degli ultimi venti anni aveva bisogno di rafforzarsi e l'agnello sacrificale era già stato scelto, solo che l'agnello quella volta non era proprio d'accordo.
Due giorni dopo, il 23 maggio, pochi minuti dopo l'entrata in vigore del decreto una colonna interminabile di blindati di polizia, carabinieri, guardia di finanza, capeggiati da integerrimi funzionari di  zona ,marciava sul presidio permanente. Anche se a quell'ora, le 18 circa, saremo stati più o meno 50 persone il tam tam di voci iniziò a percorre tutto come una scossa elettrica, Chiaiano e le cittadine circostanti di Mugnano e Marano. In poco più  di 30 minuti una manifestazione spontanea con oltre  2000 persone costituiva un blocco umano che si contrapponeva a quel corteo funebre che provava spazzare via ogni forma di dissenso.
 In quel momento così drammatico, qualcosa in quel quartiere era cambiato, davanti agli occhi del mondo intero, donne ,uomini bambini facce di gente vera, subiva quella che per noi sarà una violenza che non dimenticheremo facilmente. Qualcosa si era rotto, tra i cittadini e lo Stato, il popolo si era fatto comunità o come scrisse Erri De Luca su Repubblica in quei giorni, Chiaiano e Marano era diventate Repubbliche. Quel 23 maggio è stato il giorno della nostra indipendenza, abbiamo pagato caro quella volontà di dire no, con arresti, feriti, botte e processi che sono venuti con il tempo, ma abbiamo saputo dare una grande prova di dignità. Abbiamo costruito qualcosa che nessun pm o nessun GIP potranno cancellare. Oggi qualcuno, come gli avvoltoi, vuole banchettare sul dolore di chi sa di aver perso una battaglia importante con l'apertura della discarica. Ma quel 23 maggio le nostre vite sono cambiate, le vite di tutti noi, tanti hanno deciso di lottare e di non fermarsi più, il presidio di Chiaiano e Marano tutt'oggi continua a battersi per la chiusura della discarica e per la salvaguardia del territorio, e non solo, tanti che nelle lotte hanno trovato una ragione di vita vedono l'esperienza di Chiaiano come un'esperienza da prendere a esempio, come noi di Chiaiano vedevamo le lotte dei No Tav in Val di Susa e dei No Dal Molin a Vicenza.
Il 1 giugno 2008 ,10.000 persone sfilarono sulle strade in cui qualche settimana prima la polizia e i carabinieri avevano manganellato centinaia di persone, pullman da tutta Italia giunsero in quel piccolo quartiere per poter dire “Sono anche io di Chiaiano, non passerete”.
Oggi di quel 23 maggio ci restano tante lotte e tante speranze ma soprattutto la consapevolezza che quel giorno abbiamo conquistato l'indipendenza e neanche con tutti i procedimenti penali del mondo potranno togliercela.

*Attivista del laboratorio sociale Insurgencia, abitante del quartiere di Chiaiano