06.03.13 Bologna - L'unico divieto di dimora è per l'austerity

Operazione repressiva nei confronti di attivisti sociali per gli scontri in piazza Verdi del maggio scorso

6 / 3 / 2014

Questa mattina quindici divieti di dimora sono stati notificati ad attivisti sociali, appartenenti ai collettivi bolognesi del CUA, TPO e del sindacato Asia-USB.

Le misure cautelari sono state disposte dal Gip Bruno Perla a partecipanti ai tafferugli in piazza Verdi a Bologna, il 23 e il 27 dello scorso maggio. Per le due manifestazioni in zona universitaria. per le quali il pm Antonello Gustapane ha chiesto le misure, sono in tutto indagate 43 persone. I reati sono resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e danneggiamento.

Alle ore 17 un presidio sotto la Prefettura di circa 400 persone si è trasformato in un corteo spontaneo, che ha prima invaso il cortile di Palazzo d'Accursio (sede dell'amministrazione comunale), e successivamente ha attraversato le strade del centro fino ad arrivare a a riempire Piazza Verdi, quella piazza che nel maggio scorso collettivi, studenti hanno riconquistato dopo brutali e vergognose cariche delle forze dell'ordine, che impedivano lo svolgersi di un'assemblea in nome di presunti ordinamenti comunali. Per queste cariche oggi alcuni attivisti sono sotto indagine e con un divieto di dimora a Bologna. 

Nella giornata tanti e tante hanno chiaramente espresso la determinazione nel voler continuare ogni giorno a lottare per le strade di Bologna, "perché c'è un'infinita voglia di libertà".

COMUNICATO:

Apprendiamo della massiccia operazione repressiva di questa mattina: attivisti sociali hanno subito una restrizione delle loro libertà personali per gli scontri avvenuti in piazza Verdi il 23 e il 27 maggio scorso.

Cosa è successo quel giorno?

Le forze dell'ordine hanno tentato di impedire, con diverse cariche, un'assemblea in piazza Verdi ovvero un esercizio di democrazia in uno spazio pubblico. Centinaia di attivisti sociali si sono opposti a questa violenza. Hanno praticato una legittima resistenza. Alcuni di loro vengono usati come capro espiatorio e sono colpiti da un divieto di dimora a Bologna, sanzione che allude al confino fascista per gli attivisti politici.

Chi è il compagno del Tpo colpito come “pericolo sociale”?

Educatore sociale precario, istruttore di pugilato della palestra popolare, curatore di programmi radiofonici. Colui che le forze dell'ordine descrivono come pericolo sociale per noi rappresenta una ricchezza sociale infinita.

Complici e solidali diciamo alle forze di polizia che ci state solo facendo perdere tempo perché, come sempre, non sarà la vostra repressione a fermare la nostra infinita voglia di libertà.

Per l'abrogazione di tutti i reati sociali e per un'immediata amnistia degli stessi!

c.s. Tpo

Làbas Occupato

Polisportiva popolare Tpo

Radio Kairos