“Viva la Scuola Pubblica”.

ovvero ''se non paghi non sarai iscritto''

Utente: Tommytrst
11 / 3 / 2013

Questo è il concetto che i movimenti studenteschi stanno portando avanti in questi ultimi anni, tanto quanto a poco a poco le nostre istituzioni la stanno distruggendo. Le riforme che ogni anno sono proposte riguardo al sistema educativo italiano mirano e dequalificare il livello d’istruzione portando a un’aziendalizzazione della scuola e finalizzandola all’unico scopo lavorativo dello studente, paragonando essi al profitto, e la loro istruzione a un banale dato quantitativo rispetto alle nozioni assimilate. Contemporaneamente i finanziamenti alle scuole private stanno aumentando sempre più, basti pensare che nel 2012 si sia arrivato addirittura a un miliardo di euro. Dentro quello che è un chiaro progetto, cioè quello di creare un élite ben educata nelle scuole private e una classe di lavoratori mal istruiti nella scuola pubblica, oggi troviamo ancora un problema che esplicita questa volontà: il contributo scolastico “volontario”. 

Infatti, la maggior parte degli istituti scolastici, insieme al modulo d’iscrizione, richiedono una tassa scolastica senza specificare niente oltre che l’importo e denominandola come obbligatoria!

  I singoli Istituti non hanno per legge la possibilità di richiedere tasse obbligatorie, e ne sono ben coscienti, eppure in TUTTE le scuole triestine, ma anche in molte altre città, i Presidi trovano il modo di realizzare una vera e propria truffa ai danni degli studenti. In molti casi alcuni studenti che non riescono a pagare questo contributo, che parte da cinquanta euro e che a volte raggiunge anche trecento euro, ricevono delle vere e proprie vessazioni.

Dalla bidella che richiede periodicamente la quota, ai Presidi che davanti a genitori e studenti dichiarano che senza questa tassa non si viene ammessi a scuola. Non serve essere psicologi per capire che effetto può avere per un ragazzino sentirsi dire che senza i soldi, che sempre più spesso le famiglie non hanno, non verrà ammesso a scuola. Non serve essere sociologi o politici per capire che se la Scuola Pubblica è costretta a far pagare tasse ai propri studenti stiamo toccando veramente il fondo

 Infatti le scuole nonostante queste imposizioni  mancano comunque di carta igienica nei bagni e di carta per fotocopie e di un adeguato ambiente scolastico. Trovandosi in una condizione disastrosa, esse decidono di far pesare la situazione a tutti gli studenti, invece di rivolgersi alle istituzioni che di anno e anno stanno eliminando i finanziamenti alla scuola pubblica. Basta pensare che la regione Friuli Venezia Giulia nella sua ultima finanziaria abbia tagliato il 40% dei fondi all’istruzione. Tutto questo accade nel totale silenzio nonostante le leggi parlino chiaro a riguardo. 

A Trieste L’Autogestito Scoordinamento Studentesco si è presentato all’Ufficio Regionale Scolastico (ex provveditorato) per parlare con la dott.ssa Beltrame che ha ribadito che esistono sì delle tasse ma collegate semplicemente a laboratori, che comunque possono non essere pagate se si ha un reddito sotto un certo limite. Nella maggior parte dei casi i soldi che vengono richiesti non sono tasse di laboratorio ma delle vere e proprie tasse istituite dalla stessa preside dell’istituto che, oltretutto, ha il dovere di informare gli studenti riguardo l’uso di questi soldi. Essa ha quindi chiarito che nella maggior parte dei casi i contributi vengono chiesti in maniera totalmente illegale.

E' quindi importante fare chiarezza all'interno delle singole scuole, ma anche far rendere conto a chi devasta la Scuola Pubblica della situazione attuale, tornando in piazza e ribadendo la nostra volontà di non arrenderci a questa visione degradante dell'Istruzione

Video contributi scolastici trieste