In tempi di crisi economica globale, di stati
sull’orlo della bancarotta e di ingenti tagli del governo Berlusconi
alle risorse destinate agli enti locali, circa due milioni di euro sono
stati deliberati d’urgenza per l’organizzazione della visita a Lamezia
Terme del capo della chiesa cattolica.
Per
l’esattezza 1 milione 340 mila stanziati dal comune di Lamezia Terme e
600 mila euro deliberati dalla Provincia di Catanzaro e dalla Regione
Calabria. A ciò va aggiunta l’area, in pieno piano API, offerta
gratuitamente alla curia per la costruzione della nuova cattedrale e per
la realizzazione di edifici dedicati all’istruzione, vale a dire,
scuole private cattoliche.
Ci sembra inoltre
fuori luogo l’affermazione del sindaco Speranza circa il ribasso di
aggiudicazione della gara per la sistemazione dall’area Ex SIR:
affermare con entusiasmo che è stata aggiudicata una gara con un ribasso
di circa il 40% (in realtà è del 49.32%) significa non aver chiaro cosa
potrebbe rilevare un ribasso cosi elevato soprattutto in Calabria e nel
resto del Mezzogiorno d’Italia.
La chiesa
certamente non ha bisogno di tutti questi fondi pubblici perché al
proprio patrimonio “sovrano” vanno aggiunti i circa 900 milioni di euro
che ogni anno incassa tramite l’8 per mille, e le donazioni che arrivano
da ogni parte del mondo. Inoltre il governo italiano l’ha esentata pure
dal pagamento dell’ICI, nonostante una sentenza contraria della Corte
Costituzionale e la minaccia della UE di aprire un processo all’Italia
per “aiuti dello Stato a Enti ecclesiastici”.
Se
tutto ciò non bastasse, la curia lametina ha già avviato la macchina
del merchandising: sul sito internet creato appositamente per lo
storico evento, ilpapaalamezia.it, si vende veramente di tutto:
t-shirts, cappellini, foulard, bandierine, ovviamente tutto a prezzi
ultrapopolari, perché la chiesa cattolica non può in nessun modo venir
meno ai voti di obbedienza, castità e povertà!
Un
evento quindi a costo zero per la chiesa lametina. Anzi, l’evento
stesso diventa occasione per incassare qualche migliaio di euro. Allora
una considerazione ci viene spontanea: dei voti di obbedienza, castità e
povertà l’unico rimasto in piedi è solo quello dell’obbedienza… al
potere ed al denaro!
Se ancora dovesse esistere
il concetto di “laicità dello Stato” (e quindi degli enti pubblici
locali) chiediamo ai nostri amministratori perché tutto questo denaro
pubblico - prelevato dalle tasche dei contribuenti lametini e calabresi
(anche non cattolici) - non sia stato utilizzato per migliorare le
pessime condizioni sociali in cui versano molti cittadini calabresi?
Eppure
le emergenze in città e nel resto della Calabria sono tante:
adeguamento e risanamento delle scuole, realizzazioni di asili nido,
creazione di nuovi posti di lavoro, sostegno al reddito con il salario
sociale ai disoccupati e ai giovani inoccupati, sostegno ai disabili,
sostegno alle pensioni minime, miglioramento del servizio di assistenza
domiciliare, abitazioni per le fasce meno abbienti ecc...
Ancora
una volta i nostri governanti hanno scelto la scorciatoia del consenso
facile giocando sul sentimento religioso dei cittadini, bruciando così
due milioni di euro per un evento di poche ore che, nella migliore delle
ipotesi, lascerà invece che giustizia e dignità sociale soltanto un
vago ricordo nella mente dei cittadini calabresi.
Invitiamo
pertanto i cittadini, le associazioni, il movimento, le organizzazioni
politiche e sindacali a partecipare al sit-in "PENSIERO LAICO" che si
terra giovedì 6 OTTOBRE alle ore 18,30 c/o l'area pedonale di C.so G.
Nicotera.
9ottobre.noblogs.org
[email protected]
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