tutto inquinato

Sciogliere la Calabria

1 / 12 / 2011

E' inutile che ci giriamo intorno, a ripetere come pappagalli dell’informazione, sono mele marce, sono pochi, infangano la magistratura, infangano la politica, sono mosche bianche . Un coro unanime, dopo l’arresto di un giudice, di un maresciallo delle fiamme gialle, di un consigliere regionale. Arresti che si aggiungono ad altri simili avvenuti nei mesi passati e già dimenticati. Nessuno che dice come stanno davvero le cose in Calabria. E non lo si dice perchè ognuno di quelli che operano in un modo o nell’altro in questa regione, in qualsiasi settore si deve parare le spalle ed altro. Perché se poi, devi lavorare, in qualsiasi campo, devi avere a che fare, con qualcuno della regione, o della provincia, o del comune, o delle forze dell’ordine, o di qualche tribunale, perfino la Chiesa ha avuto i suoi problemi, ricordate il papa Giovanni ? E allora tutti zitti e tutti a sostenere il guidatore ed a gridare allo scandalo, alla vergogna, al fare piazza pulita, per poi , subito dopo continuare come prima. La verità sappiamo tutti qual è. E’ quella di una regione che è completamente in mano alla ‘ndrangheta, intesa non come si poteva pensare una volta, e cioè di una “semplice” banda di delinquenti dedita allo spaccio di droga, alle tangenti, ai sequestri di persona, ma di un SISTEMA costituito negli anni, che ha inglobato tutto. Un enorme buco nero, nel quale sono stati risucchiati, tutti i partiti,( non escludo nessuno né di destra né di sinistra) , buona parte dei magistrati e dei cosiddetti uomini di legge, la massoneria con tutte le sue logge, moltissimi funzionari pubblici operanti nelle pubbliche amministrazioni. Il sistema funziona a vari livelli e funziona bene. Dal piccolo comune alla grande regione. Qualsiasi cosa tu hai bisogno devi passare da un politico, il quale ti indica il funzionario, il quale ti porta la pratica dall’assessore, e se ci sono grane c’è il giudice che ti archivia la pratica, o il carabiniere che fa finta di non vedere. Un sistema semplice per niente complicato che ha sempre funzionato. D’altra parte perchè in Calabria le discariche sono in mano alla delinquenza ? perché in Calabria i rifiuti tossici possono essere sotterrati senza che nessuno veda e senta ? perché questo avviene  solo in Calabria ? perché la cementificazione è legalizzata ? perchè le navi dei veleni sono finite nella maggior parte dei casi nei nostri mari ? Vi chiedete come tutto questo sia possibile ? perché c’è un sistema alle spalle di ogni operazione piccola o grande che sia . Per venti anni hanno sotterrato nel Fiume Oliva veleni tossici per 100 mila metri cubi. Le forze dell’ordine dov’erano ? forse a fare le multe sugli eccessi di velocità all’ingresso di Amantea ? E la notte del 14 dicembre quando è spiaggiata la Jolly Rosso  e tutti vedevano camion fare da spola verso l’Oliva dov’erano tutti ?  E come mai l’allora magistrato archiviò subito tutto ? E come mai tutte le peggiori brutture che si vedono lungo le nostre coste sono autorizzate ,pochissime sono illegali,  dai sindaci, dalle province, dalle regioni, dai geni civili, dalla forestale ? Tutto è autorizzabile in Calabria. Un taglio di bosco, così come una villa su una scogliera, così come un mega porto  in piena zona erosiva, o un grande centro commerciale in zona geologicamente instabile e spianando una collina di Calanchi, o un albergo di 700 stanze in riva al mare davanti un area Sic, o un avio superficie inutile lungo un fiume. Come può succedere tutto questo ? Succede perchè ci sono gli uomini giusti al posto giusto e basta avere una tessere di partito, o un amicizia massone, o un mafioso avvicinabile. Tutti dicono di si. Nessuno rifiuta niente. Basta affiliarsi, essere riconoscenti, votare la persona giusta, farsi i fatti propri. Qui non basta più indignarsi. Non serve a niente. Bisogna volare alto e chiedere che tutta la Calabria venga sciolta. Sciogliere la regione, commissariare non i  rifiuti, ma i partiti, commissariare i tribunali, sciogliere quelli piccoli, trasferire tutti i magistrati , controllare tutte le forze dell’ordine , i loro patrimoni, controllare tutti i politici. E per fare questo ci vorrebbe una coscienza popolare che non c’è. Perchè anche il popolo è corrotto. Corrotto dall’assenza di uno stato, di un potere qualsiasi, corrotto nell’anima, nella percezione del bene e del male, corrotto nella vita quotidiana. Chi si dimostra contro questo sistema viene subito minacciato. Qualcuno in Calabria che si ribella c’è, ma qualcuno. Non esiste in Calabria una società civile, un opinione pubblica, o intellettuali. Tutto è organico a qualcosa. Chi è libero viene subito intimidito in vari modi. Il taglio delle gomme dell’auto, il proiettile nella buca della posta , la querela. Si anche la querela, per chi scrive verità, in Calabria diventa un arma di intimidazione. Perchè si costringe il giornalista  o il blogger ad avere un avvocato ed a pagarlo di tasca propria , a recarsi più volte in un tribunale perdendo ore interminabili in squallidi cubi di cemento armato, costringe la persona a metterci la faccia a trovarsi vis a vis con il mafioso che lo ha querelato, con il costruttore o con il gestore della discarica. Nella maggior parte dei casi si è soli in quelle aule e quando si è soli si è deboli, fragili,ancora di più, bersagli pubblici.  

Francesco Cirillo giornalista