Prestiti in calo: il QE usato per risanare i bilanci delle banche

La denuncia di Adusbef e Federconsumatori

Utente: Radisol
11 / 6 / 2015

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ROMA. L’ultimo bollettino di Bankitalia conferma il calo dei prestiti delle banche a famiglie ed imprese, un aumento delle sofferenze bancarie (che il governo vorrebbe garantire con la bad bank), la mancata trasmissione del Quantitative Easing Bce all’economia reale.

I prestiti al settore privato, corretti per tener conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari- si legge-, hanno registrato una contrazione su base annua dell’1,4 per cento, come a marzo. I prestiti alle famiglie sono calati dello 0,2 per cento sui dodici mesi (-0,3 nel mese precedente); quelli alle società non finanziarie sono diminuiti, sempre su base annua, del 2,2 per cento.

All’indomani dei prestiti Bce per 129,8 miliardi di euro, (ricevuti da 306 banche europee)  a tassi super-agevolati dello 0,15% richiesti nell’ambito del nuovo piano di maxi finanziamenti (Tltro) avviato nel  settembre e finalizzati, teoricamente a rilanciare il credito all’economia reale, le banche italiane continuano ad imbottire il loro portafoglio di Btp, Cct, Bot e altri certificati del Tesoro, pari ad aprile 2015 al valore di  415,498 mld di euro, 15 mld di euro  in più di fine dicembre 2014, attestati a 400,539 mld.

Adusbef e Federconsumatori, ritenendo che il Quantitative Easing, l’allentamento quantitativo promosso da Draghi,  non riuscirà a trasmettere il credito auspicato all’economia reale, concordano con Joseph Stiglitz, economista della Columbia University, premio Nobel nel 2001:  “Né mi farei troppe illusioni sul quantitative easing: come già in America, porta a una rivalutazione della Borsa e a un risparmio di interessi, ma i meccanismi di trasferimento all’economia reale sono insufficienti. È l’equivoco della propaganda sulla trickle down economy: dai ricchi una volta che si sono arricchiti “trasuda”, “sgocciola”, qualche beneficio verso il basso. È provato che si tratta di un’illusione e che a guadagnarci sono solo i ricchi stessi e i “potenti” economici».

Le banche italiane, al riparo dalla concorrenza e da doverose sanzioni per abuso di mercato, accordi di cartello e patti leonini, continuano ad approfittare indisturbate anche del basso livello dell’Euribor per i tassi variabili ed Eurirs per i tassi fissi, per imporre spread altissimi sui mutui saccheggiando le tasche dei consumatori e delle famiglie stremate dalla crisi”. Adusbef e Federconsumatori “ritenendo non più tollerabili gli usi ed abusi bancari, chiedono al Governo maggiore attenzione per lenire i soprusi quotidiani a danno della clientela, che sono la palla al piede per la ripresa economica e produttiva, un vero e proprio gap per uscire dalla crisi sistemica.

9 Giugno 2015

Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)