Rapide considerazioni sulla manifestazione “studentesca” a Tivoli del 6 dicembre.

Nostra patria È il mondo intero.

Utente: Dorigo86
8 / 12 / 2012

Il 6 dicembre, l’ondata di mobilitazioni che si stanno diffondendo in tutta Italia avrebbe dovuto trovare occasione di consolidamento anche a Tivoli. Invece Casa Pound, per mano del suo braccio giovanile il Blocco Studentesco, ha colto la palla al balzo per una strumentalizzazione degna dei peggiori partiti e sindacati filo-padronali.

 La manifestazione del Blocco Studentesco a Tivoli il 6 dicembre

Prendendosi de facto l’intero corteo, si sono in principio asserragliati sul ponte Gregoriano, hanno aperto il loro striscione “la generazione perduta all’assalto del futuro” con il loro tipico carattere (una scopiazzatura di quello degli stadi) e distribuendo una trentina di bandiere italiane ben visibili in testa alla manifestazione. Da lì hanno avuto poi gioco facile a prendersi la giornata, in barba agli accordi presi con gli altri rappresentanti degli studenti, che avevano ben chiesto: noi non vogliamo nessuna bandiera. Nessun simbolo.

Ma è la bandiera italiana. Rappresenta tutti!

No. Sto cazzo.

La bandiera italiana non rappresenta tutti gli studenti. Ed è inutile urlare a squarciagola “siamo tutti quanti studenti” o “né rossi né neri ma liberi pensieri”. Noi potremmo anche essere studenti e – per fortuna o purtroppo – anche italiani. Anche. Perché allo stesso tempo nel corteo c’erano studenti che erano anche figli d’immigrati, ai quali le politiche xenofobe dell’ultimo decennio (legge Bossi-fini in primis) hanno tentato di negare i più basilari diritti di cittadinanza. C’erano i figli di padri e madri in cassa integrazione che in quella bandiera non vedono futuro. C’erano i fratelli e le sorelle di coloro che si stanno per laureare o l’hanno già fatto, che si trovano con contratti miserabili e spesso sono costretti a emigrare per trovare un lavoro dignitoso, per loro il tricolore rappresenta solo tradimento. Siamo studenti. Anche. Ma non solo. Siamo Italiani. Anche ma non solo. Siamo molto di più e tutti assieme valiamo molto di più.

Siamo anche greci, spagnoli, portoghesi e maghrebini. E tanto altro ancora. Siamo una piccola parte di un movimento globale che si sta sollevando in ogni angolo del mondo, in maniera particolare qui in Europa, dove le misure economiche imposte dalla troika stanno mettendo in ginocchio tutti, senza distinzione.

Negli ultimi due decenni l’orizzonte delle nostre vite si è fatto globale, alcuni di noi hanno la libertà di viaggiare ovunque, altri sono costretti a spostarsi in cerca di condizioni migliori. Ciò porta ad avere continui scambi con persone di ogni origine e le differenze sfumano in una dialettica di continuo arricchimento.

Non conta da dove si viene, conta solo dove si vuole andare!

Rivendicare la propria appartenenza identitaria significa avere uno sguardo limitato ed arretrato su quello che sta succedendo, senza comprendere che così come i processi di sfruttamento hanno assunto respiro globale, le lotte e la resistenza devono avere lo stesso terreno d’azione. Per questa ragione sono in grande crescita coordinamenti transnazionali tra le varie mobilitazioni, al fine di agire tutti assieme, e per questo lo sciopero generale europeo del 14 novembre è stato il primo passaggio di un processo che ci porterà lontano.

Inoltre non dimentichiamo che la bandiera italiana è anche pregna del sangue delle inutili missioni militari degli ultimi dieci anni. E che anche oggi la nostra nazione continua con l’acquisto di talmente tanto arsenale bellico da poter rimettere a nuovo tutte le infrastrutture e riqualificare la sanità e la scuola pubblica.

Ma se qualcuno ci tiene tanto ad esibire il tricolore, gli altri si sentano liberi di esporre la bandiera che meglio li rappresenta. Dal canto nostro, quella che ci rappresenta meglio è la bandiera No Tav, simbolo di un’autentica lotta in difesa del territorio e simbolo di come i movimenti si dovrebbero sviluppare: decidendo assieme, non imponendo le scelte di qualche gruppo meglio organizzato di altri, includendo anche chi non è propriamente del territorio, e non escludendolo.

"Torna al tuo paese, sei diverso!" –

Impossibile, vengo dall'universo,

la rotta ho perso, che vuoi che ti dica,

tu sei nato qui perchè qui ti ha partorito una fica.

(Caparezza – Vengo dalla Luna)

ALCUNI STUDENTI E PRECARI DI TIVOLI E DELLA VALLE DELL’ANIENE