a Melfi dopo che l'ondata di scioperi ha costretto la Fiat a fermare lo stabilimento, i sindacati "moderati" cercano di arginare la lotta operaia

Melfi, ritornano gli operai dei “21 giorni” ?

Utente: nic
17 / 7 / 2009

Alla Fiat e all’ indotto di Melfi, in Basilicata, continua l’ondata di scioperi iniziata ai primi di luglio. Per più di dieci giorni ad ogni turno gli operai hanno non solo scioperato alcune ore ma hanno dato vita a cortei interni, partecipati ogni volta da centinaia di lavoratori. In questi giorni anche gli altri stabilimenti Fiat come Termini, Pomigliano e ultima Mirafiori sono interessati da ondate di scioperi, ma c’ è una differenza che colpisce, mentre gli operai negli altri siti lottano anche per opporsi alla chiusura e al ridimensionamento delle loro fabbriche, a Melfi non ci troviamo in questa situazione. A Melfi è infatti concentrata la produzione del modello di punta della Fiat, la Grande Punto che , soprattutto grazie agli incentivi governativi e, nonostante la crisi, è fortemente richiesta in queste settimane dalle concessionarie, sulla base di ciò a Melfi la Fiat chiede più produzione, tanto è vero che nelle ultime settimane cerca di imporre, con le cosiddette “comandate “, il lavoro straordinario il sabato, giorno in cui , dopo le lotte dei “21 giorni” del 2004 non si lavorava più. Ma mentre la Fiat chiede più lavoro rifiuta di rispettare due precedenti accordi, il primo del 2006 che prevedeva un premio di produzione di circa mille e cento Euro per operaio, l’altro che prevedeva la riassunzione di 70 lavoratori precari a cui era scaduto il contratto.
Ecco perché scioperano gli operai della Fiat e dell’ indotto di Melfi. La radicalità e modalità della lotta spacca anche la cosiddetta “unità” sindacale. Ad appoggiare e sostenere gli scioperi sono infatti soprattutto la Fiom oltre alla Fmlu-Cub mentre i sindacati più “moderati”, a partire dalla Uilm e dalla Fim-Cisl, cercano di frenarli e di ostacolarli anche, come è avvenuto nelle ultime ore, dopo che per mancanza di forniture dall' indotto la Fiat si è vista costretta a chiudere lo stabilimento,  proponendo l'accettazione di accordi bidone che di fatto reintroducono le gabbie salariali. Nelle prossime ore e nei prossimi giorni si vedrà come si comporteranno gli operai di Melfi ma già alcuni, a cominciare dai dirigenti sindacali "soft" , in varie dichiarazioni cominciano ad evocare il tanto temuto fantasma dei “21 giorni”.