L'Italia è una repubblica democratica fondata sul "che cazzo me ne frega"

di Beppe Casales

Utente: beppecasales
19 / 3 / 2010

Sta velocemente scomparendo l'idea che il lavoro, per essere tale, debba essere fatto bene. Qualunque tipo di lavoro. E non mi sto riferendo alla cultura della produttività estrema, del profitto a tutti i costi e nemmeno alla tanto agognata meritocrazia (dove non si capisce mai in che cosa consista il 'merito', se non nel produrre il più possibile, il meglio possibile, al minor costo possibile).

Penso che in Italia, e non solo qui, a prevalere sia la cultura del 'tanto mi pagano lo stesso', o 'per quel che mi pagano', o 'tanto cosa vuoi che succeda', o 'guarda che è un lavoro di merda', o 'tanto non sono cazzi miei'.

Dunque: che cazzo me ne frega?

Da qui l'idea che la responsabilità, la fatica, l'impegno, l'intelligenza che serve per risolvere i problemi, l'acquisizione di esperienza di vita e di relazione, siano cose che non ci riguardano. Con la rassicurazione che se non facciamo qualcosa, ci penserà sicuramente qualcuno prima o poi.

Salvo poi invidiare e ammirare stupidamente chi nel suo lavoro riesce in maniera eccezionale, come attori e cantanti (per citare i lavori più eclatanti). Come se quel lavoro riesca 'per miracolo', 'per innato talento', o molte volte 'per culo'. E non invece grazie al LAVORO, alla FATICA e alla GIOIA. Tre parole in disuso.

P.s.: in questa era di globalizzazione o – come sarebbe meglio dire – di globalità, la parola 'merito', quantomeno nell'ambito del lavoro, non ha nessun senso se non è preceduta dalla parola 'rispetto'. E mi sa che siamo piuttosto lontani.

lavoro