Lettera aperta a Silvio Berlusconi

Alfonso Mandia

18 / 5 / 2011

Egregio Signor Presidente del Consiglio, sebbene io sia tutt’altro che un Suo sostenitore, mi pregio di scriverLe per porgerLe pubblicamente, per quel che possano valere, i miei più sentiti ringraziamenti per averci fatto dono di una giornata che ricorderemo, mi auguro in tantissimi, come quella del risveglio dal torpore, umano, politico, culturale, spirituale, che ci aveva avvolto come una cappa di pesantissimo piombo. La scoppola subita in questo primo turno elettorale, a livello nazionale, dal suo partito, è stata una boccata d’ossigeno per questo nostro martoriato paese, che pareva ormai spento, demoralizzato, spacciato, destinato a sprofondare nel buco nero dei grandi fratelli e delle isole dei famosi, condannato senza possibilità di appello a sguazzare nei liquami putrescenti di una palude fatta di razzismo, illegalità, ignoranza, fascismi e fascisti di ogni ordine e grado.

Mi sento altresì in dovere di esternarLe la mia gratitudine per averci concesso, nella sua indubbia magnanimità, la possibilità, democratica e liberale, questo devo riconoscerglieLo, di renderle cortesemente e rispettosamente noto, partendo proprio dalla città che Le ha dato i natali anagrafici e politici, Milano, che non ne possiamo più di Lei e del Suo indecente governo che, come nessun’altro governo che io ricordi, ha reso l’Italia un paese internazionalmente ridicolizzato che conta come il due di coppe quando la briscola è denari, se mi perdona la metafora politicamente inadeguata.

La saluto cordialmente

Alfonso Mandia