Ordinanza comunale colpisce la via più multietnica della città

La Lega ci prova... A Bergamo nessun coprifuoco!

Più di 500 persone disobbediscono e danno vita alla campagna No-al-coprifuoco

27 / 11 / 2010

A Bergamo arriva sempre tutto un po’ in ritardo, è l’effetto provincia, e succede così anche per i colpi di genio della Lega: proprio nei giorni in cui a Milano il Tar giudicava illegittimo il coprifuoco di via Lodi, gli amministratori orobici hanno importato la brillante idea.

Coprifuoco in via Quarenghi, la zona più multietnica della città: da giovedì 25 novembre i negozi di quella strada devono chiudere alle 20 e bar e ristoranti non possono vendere alcolici da asporto dopo le 16. Si aggiungono multe per chi beve in strada, per chi butta spazzatura per terra ecc. ecc: il solito lungo elenco delle mal-abitudini che i padani tanto mal-sopportano.

“In quella strada i bergamaschi non si sentono sicuri, bisogna riportare un po’ d’ordine”, così la via si desertifica e si intensificano le cinematografiche retate di polizia e carabinieri, che ogni santa volta si concludono in un nulla di fatto. Propaganda per l’amministrazione Pdl-Lega, mazzate sempre più forti per i commercianti che in buona parte sono stranieri (e che negli ultimi tempi sono letteralmente perseguitati dai controlli), e una strada militarizzata e cupa per tutti gli altri, cittadine e cittadini (italiani o stranieri che siano).

Proprio la sera del 25 novembre, però, via Quarenghi si è riempita di gente, musica e birrette non autorizzate: è stata la prima serata di disobbedienza al coprifuoco, partita con una chiamata on line al grido di “A Bergamo nessun coprifuoco!”. Più di 500 persone hanno affrontato gli zero gradi di temperatura per dire no a una folle misura securitaria che potrebbe estendersi anche su altre zone della città.

Intanto i commercianti della via, che non sono nemmeno tutti stranieri, hanno fatto partire un ricorso al Tar che avrà probabilmente esito positivo, e anche in tempi brevi: mentre sindaco e assessore alla sicurezza leghista sbandierano ai quattro venti che l’ordinanza durerà solo fino al 31 gennaio (falso, con tutta probabilità), cercando così di far passare la “voglia di ricorso” ai commercianti, il ricorso è già partito e la città ha dato una risposta secca: a Bergamo nessun coprifuoco.

Mentre l’assessore alla sicurezza leghista (scemo, con tutta certezza) è sempre più gonfio d’orgoglio per aver partorito l’idea più brillante della sua carriera di amministratore, l’ordinanza comincia già a scricchiolare.

Forse il macellaio, il tabaccaio, il parrucchiere, i kebabbari (gli unici che ti danno da mangiare dopo le 22 in questa città) potranno riaprire e lavorare negli unici orari in cui i loro clienti si possono permettere di girare per negozi: la sera, a lavoro finito. E così anche i phone center, dove i migranti vanno la sera per chiamare nei loro paesi di provenienza, dove l’orario è diverso e magari sono le tre del pomeriggio. O forse l’assessore leghista pensa che tutto il mondo è regolato sull’ora della padania?

La campagna No-al-coprifuoco ha preso vita: l’ordinanza non arriverà al panettone!

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