Gli Elisir Di Eterna Giovinezza

Linguaggi e Sperimentazioni della "Giovane" Arte nella collezione Fasol al Mart curata da Giorgio Verzotti

Utente: pfp
13 / 5 / 2010

Venerdì 7 Maggio al Mart di Rovereto ha inaugurato "Linguaggi e Sperimentazioni, Giovani Artisti in una collezione contemporanea" a cura di Giorgio Verzotti, che ha selezionato le opere che, in una collezione privata come quella di Giorgio Fasol, evidenzierebbero le scelte lungimiranti sulla giovane pratica artistica in Italia e non solo. Durante la conferenza stampa, a cui hanno partecipato come relatori oltre al curatore e al collezionista, anche Alessandro Mendini, per la presentazione del suo intervento e la direttrice del Mart di Rovereto Gabriella Belli. Giorgio Verzotti e Giorgio Fasol hanno dichiarato il valore fondamentale della nuova sperimentazione e l'importanza della ricerca di nuove forme di linguaggio che possano incrementare il valore economico della propria pratica del collezionare arte. Alla domanda sull'importanza della possibilità di aprire un dibattito anche intellettuale tra artista e collezionista, non solo economico, nell'accezione di una nuova figura di mecenatismo che non è solo un supporto economico ma anche uno scambio culturale che può aprire un dibattito in grado di uscire dagli schemi del sistema dell'arte; Giorgio Fasol ha risposto lamentandosi del fatto che l'Italia è l'unico paese europeo che impone un IVA del 20% (invece che del 5% nel resto di Europa) sull'acquisto delle opere e questo sarebbe risolvibile se i Politici comparissero sulla scena dell'arte italiana interessandosene e sostenendola. E quindi? nessuna risposta alla domanda.Visitando la mostra, si nota che i lavori esposti vanno da Maurizio Cattelan a Mario Airò a Lara Favaretto, il cui lavoro già consolidato e affermato, non denota sicuramente una giovane sperimentazione, bensì una riflessione già direzionata verso una ricerca consapevole e matura, che sicuramente non può essere definita giovane, nell'accezione comune del termine. L'idea che fossero giovani al momento dell'acquisto non ci convince molto.Nei corridoi chiediamo a Giorgio Verzotti, curatore appunto della mostra, quale sia il significato di "Giovani Artisti" nel titolo della mostra,o meglio, dove siano i giovani artisti, il quale ci risponde arrogantemente, insieme a Laura Cherubini, che "non siamo mica in una project room, ma in uno spazio museale istituzionale nel quale vengono ospitati lavori di un certo tipo". Quindi investire nei giovani cosa vuol dire? La mera pratica economica si rispecchia nel raffazzonare una mostra trovando un titolo che diventa solo pretestuoso.Nell'avere a disposizione un luogo istituzionale riconosciuto da un certo sistema, quale luogo migliore per dimostrare di sostenere seriamente i nuovi linguaggi e sperimentazioni nell'accezione di una reale nuova forma di mecenatismo artistico che sia anche culturale e non solo di compravendita economica. Una mostra intesa come discorso non può mistificare nel titolo una realtà che non è più così, specialmente in uno spazio istituzionale, se dal 2000 al 2010 si sono spalancati mondi molteplici di cui evidentemente non si vuole venire a conoscenza. L'invito ad aprire un dibattito quindi su cosa possa voler dire "Giovane Artista in una collezione privata" viene risolto dal curatore con un invito a "ritornare a prenderci l'autobus dei giornalisti se ciò che vediamo non ci piace". Ecco perchè tiene un corso di storia dell'arte contemporanea in un biennio specialistico in arti visive che si concentra intorno a una monografia su Cindy Sherman.

Pierfabrizio Paradiso